lunedì 29 ottobre 2007

Una bella giornata finita male...

Sono Sono preoccupata e delusa.

Nelle conclusioni del segretario ci sono molti elementi di ambiguità sia sul piano politico che su quello formale e organizzativo. Sul piano organizzativo si è persa l'occasione per coinvolgere anche nell'elezione dei coordinatori provinciali e comunali le migliaia di persone che hanno partecipato nei singoli territori alle primarie del 14 ottobre, così come era previsto dal regolamento provvisorio. Si è scelta di nuovo una modalità vecchia e centralistica di chiedere ai costituenti di ratificare decisioni prese altrove e da pochi dirigenti di vecchi partiti. E' una brutta partenza, una smentita non solo del regolamento (mi chiedo in quale norma è prevista l'elezione di Franceschini), ma degli annunci sulle primarie ad ogni livello e sulla collegialità nella costruzione e gestione del partito che Walter aveva fatto solo poche ore prima, nell'intervento di apertura. E sono soprattutto preoccupata per il modo in cui Veltroni ha voluto esaltare la vocazione maggioritaria che dovrebbe coltivare il PD. Mi chiedo come si può sostenere con lealtà e convinzione questo governo se non si sostiene con altrettanta convinzione e lealtà questa alleanza di centrosinistra. E mi chiedo altresì perché si sono votati i pieni poteri al segretario che invece in questa fase costituente necessita di contrappesi. Provo grande rammarico: una giornata così bella, aperta da un importante intervento di Prodi, si chiude male e lascia l'amaro in bocca a centinaia di costituenti. Noi Democratici, davvero. non rinunceremo a fare la nostra parte per un partito Democratico davvero.


Di Rosy Bindi
Da http://www.rosybindi.it/
Post del 28/10/2007



PD: Parisi dall'illusione alla delusione

“Stamane avevo voluto illudermi che il Partito democratico di Veltroni potesse rappresentare una nuova stagione dell'Ulivo. Son bastate poche ore perché a quella che mi era sembrata una fioritura seguisse una gelata”. Lo afferma Arturo Parisi, ministro dela Difesa. “Il tempo esatto intercorso tra le belle parole e le prime decisioni del partito, prese a conclusione dell’Assemblea. Sì purtroppo debbo riconoscere – spiega – che il Veltroni del pomeriggio è stato molto diverso da quello della mattina, quello delle decisioni molto diverso da quello delle premesse. Come minimo, sentirei il bisogno di capire meglio cosa intenda Veltroni per democrazia. Mi preoccuperebbe infatti se le nostre idee al riguardo fossero troppo lontane. Eravamo entrati in assemblea come Democratici, davvero col desiderio di mescolarci con gli altri, con la speranza di dimenticarci tra gli altri nel comune nome di Democratici, e basta: una speranza purtroppo delusa. Mi rassicura sapere che i nostri sentimenti e il nostro giudizio è condiviso da molti”.



Di Arturo Parisi
Da http://www.rosybindi.it/
Post del 28/10/2007



Ora scelga Veltroni: il potere degli apparati o la democrazia?

E' stata una beffa la chiusura della assemblea costituente del Partito Democratico. Soprattutto per chi, come me, attendeva da una vita la nascita di questo partito. Incominciata in modo convincente, l'assemblea è terminata nel modo peggiore, sconfessando radicalmente il senso e le parole della giornata. Mai in quarant'anni di impegno politico e civile avevo visto – in un partito, in un movimento o in una assemblea elettiva – approvare le regole interne, sia pure provvisorie,come è successo oggi: leggendole al microfono a ritmi frenetici, senza che nessuno dei votanti ne avesse preso visione, senza poterle discutere e senza nemmeno poterle approvare per parti separate. Il tutto alla fine dell’assemblea, con gli eletti che già avevano iniziato a sfollare; come se, per un'assemblea costituente, le regole fossero un'appendice marginale. Per essere il biglietto da visita del partito democratico non c'è male. Mi rifiuto di credere che questo metodo sia stato deciso da Walter Veltroni. Il fatto è che dietro di lui continuano a muoversi i vecchi apparati, gli stessi che avevano concepito delle primarie con un candidato unico, con le liste bloccate e con dieci euro da pagare per ogni elettore. Quel che è nato oggi è troppo importante per l'Italia per finire nelle mani di quegli apparati. Scelga Veltroni se vuole rappresentare le speranze di cambiamento del popolo delle primarie o se vuole dare ancora cittadinanza e potere a chi ha dimostrato di avere così smaccatamente in fastidio l'abc della democrazia.



Di Nando Dalla Chiesa
Da http://www.rosybindi.it/
Post del 28/10/2007

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" Il primo compito del Partito Democratico deve essere quello di restituire credibilità alla politica". Rosy Bindi