mercoledì 10 ottobre 2007

Rosy guastafeste

"Come si permette Rosy Bindi di criticare tanto i suoi avversari? Di sottolineare le differenze culturali e politiche? Di sottolineare che le sue liste “fai da te” competono con interi apparati di partito supportati da un esercito di amministratori locali? Irresponsabile, si vergogni quella donna che vuole rovinare la festa delle primarie!


Questi qui non solo ignorano le botte da orbi che volano tra candidati dello stesso partito alle primarie americane, prima del voto. Peggio, sono DISABITUATI ALLA DEMOCRAZIA. Da troppi anni nei partiti per decidere ci si rinchiude in stanze appartate, dove magari volano coltelli, ma poi all’esterno ci si presenta sorridenti. E allora fa scandalo che una donna tosta dica a voce alta quello che non le va del competitore".


"Rosy Bindi colpevole dunque di avere rotto l’incantesimo del candidato unico Veltroni. Ma colpevole pure di sottolineare le differenze, come se non fosse questa l’essenza della democrazia: contarsi sulle proposte in campo, espresse con chiarezza, rischiando di finire in minoranza. In una politica afflitta da reticenza, Rosy Bindi non ha paura di usare parole aspre ma nette. Dovrebbero ringraziarla, invece ne hanno fifa, gli piacerebbe tanto non ritrovarsela fra i piedi…"

Ma non sarà così. Veltroni guarda già al futuro. Si fa intervistare da Enrico Mentana a Matrix come il segretario scontato del neo partito, dimenticando che le primarie non sono ancora state fatte. Certo, le previsioni gli attribuiscono un vantaggio di misura sugli altri candidati, e probablimente così sarà alle urne, ma le espressioni di imbarazzo degli addetti ai sondaggi delle ultime elezioni politiche dovrebbe insegnare prudenza. Poi si legge nelle dichiarazioni: "un milione al voto, un ottimo risultato". Spiacente signori, ma non è così. La nascita di un nuovo partito con lo strumento delle primarie è stato salutato nei salotti tv come una novità assoluta del mondo politico occidentale. E poi ci si accontenta di un milione di voti?. Non credo che Veltroni non ricordi che alle primarie che incoronarono Prodi leader del centrosinistra gli elettori furono "quattro milioni e mezzo". Sicuramente due anni fa deve aver giocato una spinta promotrice, verso la chiamata ai seggi, la carica di innovazione del nuovo strumento politico. Ma parliamoci chiaro: chi domenica andra a votare avrà, forse grazie soprattutto a Rosy Bindi, molto più potere decisionale di quanto non ne ebbe allora. E allora perchè previsioni di affluenza così deludenti? Perchè, Grillo insegna, la gente è stufa di essere chiamata a legittimare scelte già prese. Perchè così ci è stata presentata la candidatura di Veltroni, in principio candidato unico, poi vincitore scontato. Qualcuno però ha fatto "i conti senza l'oste": l'Italia, e gli italiani, non sono un partito e la candidatura di Rosy Bindi lo dimostra. Il Ministro si dice "contenta" per aver messo insieme "7mila candidature e 475 liste", segno di una capacità, dice, di "intercettare una cosa che c'è. E non è l'antipolitica", riguardo la quale afferma: "Credo che la mia candidatura abbia incrociato il movimento di Grillo, almeno prima che si desse un nome e progettasse liste civiche; iniziando il tentativo di creare una piccola alternativa al processo del Pd". Bindi afferma inoltre di ritenere che molti sostenitori di Grillo voteranno per lei. "Credo e spero di sì. E non penso neppure ora che quel movimento sia negativo: esiste la possibilità di interloquire con loro".
Per aprire nuove possibilità di dialogo con i delusi e i disinnamorati occorre, tuttavia, che la politica abbandoni le strade viziate prese negli utlimi anni di berlusconizzazione. Se Veltroni pensa di contrastare la coalizione di centrodestra emulando mediaticamente il suo leader, il potere coagulante del Pd sarà frenato entro poco tempo. Il Pd deve rappresentare il cambiamento, non la continuità, e gli elettori non si distraggono con le "veroniche".
Non per voler insistere ancora sul corteggiamento di Veltroni a Veronica Lario (al secolo Miriam Bertolini) ma dopo la caduta di stile del sindaco di Roma, sottolineata dalla ex first-lady nel suo garbato "due di picche", è arrivata la legnata di Michela Vittoria Brambilla. Con le "donne di berlusconi" il super candidato non ha proprio fortuna. L'erede politica designata del cavaliere, non ha dubbi: se dovesse scegliere il suo candidadato alle primarie del Pd sarebbe Rosy Bindi. "Se votassi alle primarie del Pd - ha detto la Brambilla parlando con i giornalisti a Vasto dove era ospite della festa dell'Idv - sceglierei senz'altro la Bindi che e' la migliore scelta, e' una donna competente, volitiva, capace, nuova. Ed io auspico che il centrodestra abbia un avversario di questo livello".
Signor sindaco, come già detto "questi" la politica del gossip l'hanno inventata, non può competere su questo terreno. Perchè non si mette a parlare di politica vera, programmi e valori dove magari il centrosinistra ha ancora qualcosa da insegnare? Vedrà che gli elettori apprezzeranno e magari al voto ci va qualcuno in più di un milione.

Anche quella del rifiuto di ogni confronto tv con i candidati rivali non è una mossa tanto originale. Per i meno sprovveduti la spiegazione di questo apparente capriccio non è così celata. I molteplici sondaggi sull'esito delle primarie che circolano in rete e in tv, oltre a dare Veltroni per favorito, ammettono anche una grandissima difficolta nel prevedere la percentuale di voti di Rosy Bindi giustificandosi dicendo che la sua ampia forchetta è dovuta al fatto che a lei andranno i voti extra partitici, e quindi difficilmente stimabili. Insomma quello che comunemente viene definito il "voto d'opinione". Ma i vecchi apparati dei Ds e Margherita che sostengono (e al tempo stesso ingessano) Veltroni sanno già di poter contare sui voti certi di coloro che "obbediscono" alla "chiamata alle urne" e che andranno comunque a votare. Quindi perchè creare dialogo? perchè invitare alle urne elettori di cui difficilmente si potrà controllare il voto, offrendo magari punti a Rosy Bindi? Meglio il certo per l'incerto. Meglio un risultato programmato a tavolino che accontenti i vertici (ex) Ds e (ex) Margherita piuttosto che la partecipazione democratica.

Fonti:
Il blog di Gad Lerner/Adnkronos/Apcom

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" Il primo compito del Partito Democratico deve essere quello di restituire credibilità alla politica". Rosy Bindi