mercoledì 3 ottobre 2007

Rosy a Orvieto per il via alla campagna elettorale del coll.7



Rosy Bindi è tornata a Orvieto, la stessa città da dove pochi mesi fa anticipò la sua candidatura alla segreteria nazionale dell’allora futuro Partito Democratico. Oggi il nuovo soggetto politico è già una realtà concreta e la presenza di Rosy in un gremita Sala del Governatore del Palazzo dei Sette ce lo dimostra. Ad accoglierla la capolista al nazionale del coll.7, Silvia Fringuello assieme alla coordinatrice regionale delle liste Bindi, Maria Prodi, e la candidata alla segreteria regionale, Serena Innamorati. L’incontro si è aperto con la presentazione di tutti i candidati da parte di una emozionantissima Silvia Fringuello. Comlpice l'enfasi e la confusione in sala, la capolista ha mancato di citare la candidata all’assemblea costituente regionale Settimia Breccia (detta Titta), la quale, senza scoraggiarsi, si è alzata in piedi autopresentandosi e offrendo uno spontaneo, quanto convincente, elenco delle motivazioni che l’hanno spinta a impegnarsi al fianco del Ministro della famiglia(o Ministra che dir si voglia). Il piccolo intervento fuori programma ha sostanzialmente anticipato la domanda che ha anticipato la seconda parte dell’incontro: le domande incrociate dei giornalisti locali Laura Ricci (direttrice di “Orvieto News”) e Simone Zazzera (giornalista de “La Città”), Gabriele Pellicia ( di "Rtua") e della troup de “La 7” presente in sala.
Ministro, perché gli elettori dovrebbero scegliere lei il 14 ottobre?
"Alla domanda risponde già in maniera soddisfacente il volantino distribuito in sala":
Grazie alla lista Bindi queste primarie sono vere.
La candidatura di Rosy ha riaperto e resa più libera la competizione elettorale, iniziata con un candidato unico designato dai vertici dei due partiti promotori, Ds e Margherita.
Quella di Rosy è una candidatura vera, autonoma, coraggiosa.
Una scelta che nasce fuori dagli apparati di partito e dalle correnti che hanno paura del rinnovamento e vedono il Pd come un nuovo vestito e non come un partito nuovo.
Il progetto della lista Bindi è quello di un Pd aperto, partecipato, trasparente.
Un partito plurale, che valorizza tutti e riscopre il gusto di fare politica con le persone. Un partito già in costruzione con i nostri candidati scelti in modo democratico.
La lista Bindi esprime una novità politica.
La novità di un partito di centrosinistra che ama la legalità e la costituzione; che lavora per un nuovo bipolarismo in cui, senza inciuci e trasformismi, i cittadini scelgono il governo e i rappresentanti in parlamento. Rosy è oggi la più credibile alternativa per un vero rinnovamento della politica contro ogni forma di berlusconismo.
Rosy è una politica capace di riformare davvero.
Rosy ha dato prova di competenza, onesta e coraggio. A già praticato un riformismo dal volto umano, moderno ed efficente, attento ai valori della famiglia e al sostegno dei più deboli.
Rosy è una garanzia per laici e cattolici.
Fiera della propria identità culturale e religiosa, Rosy ha sempre cercato il dialogo con tutti, nel rispetto delle diversità. Con i fatti ha dimostrato, nell'esercizio delle sue responsabilità politiche e istituzionali, autonomia personale e vera laicità. Quella nuova laicità che rappresenta un valore irrinunciabile del Pd.
Infine, Rosy è una donna...finalmente!
Una donna che per la prima volta si mette in gioco per guidare il più grande partito italiano. Una sfida al servizio di tutte le donne e gli uomini che vogliono un'italia più libera, più ricca, più giusta. Il segno che si può voltare pagina. Con un partito democratico, davvero.

Incalzata dalle interviste Rosy Bindi ha esposto molte delle sue idee su alcuni dei nodi cruciali della stagione politica in corso:
Il Pd dovrà essere il partito della pluralità e della democrazia. Da queste primarie non usciranno ne vinti ne vincitori. I tre candidati principali (quattro se qualcuno volesse includere di Ciriaco De Mita, il nuovo che avanza, nda) e le liste da loro rappresentate non sono in competizione tra loro ma, anzi, concorrono per il medesimo obiettivo. Il Pd avrà certo un solo segretario/a, ma sarà l’assemblea costituente a delineare il volto di questo nuovo partito, e noi vi parteciperemo”.
Quote rosa? Non sono mai stata una femminista, ma l’esclusione sistematica delle donne da ogni luogo decisionale è innegabile, anche solo dando un’occhiata alle statistiche. Non mi entusiasma questa norma sulle quote rosa semplicemente perché si rischia di passare dall’essere escluse all’essere forzatamente incluse. Preferirei la politica della meritocrazia, ma se ciò non è ancora possibile ben vengano le quote rosa. E’ scontato che nelle nostre liste nessuna donna si è candidata con la lettera di dimissioni già firmata, da tirar fuori in caso di vittoria…(chi ha orecchie da intendere intenda, nda)”.
Legalità e politica è uno dei temi più discussi degli ultimi anni ed è riproposto oggi ancor più veementemente da fenomeni di massa quali le iniziative in piazza di Beppe Grillo. Il successo e il seguito che questi episodi hanno avuto ,ed hanno, dimostra che quella della legalità è un’esigenza che non va più disattesa. Una volta avere la fedina penale pulita era una condizione necessaria, e non sufficiente, per fare politica. Oggi purtroppo non è più così. Quella dei grillini non è antipolitica, ma una richiesta di buona politica. Occorre tuttavia fare distinzione tra una condanna per diffamazione presa magari da un giornalista e una accusa di corruzione, o peggio ancora, di collusione con la mafia”.
I costi della politica. Non è di certo una tematica nuova del dibattito politico, tuttavia anche qui un fenomeno mediatico, il libro “La casta” di Rizzo e Stella (quasi un milione di copie vendute, nda), ha gettato nuova e più rabbiosa attenzione sul problema. Certamente il libro-inchiesta dei due giornalisti mette in evidenza gli eccessi che si possono e si debbono eliminare. Tuttavia la verità è anche un’altra: la politica ha un costo, e questo costo lo deve pagare la collettività, ovvero i cittadini. Altrimenti farebbero politica solo coloro che hanno già una quantità enorme di denaro (ricorda niente?, nda). Farebbero politica solo coloro che trovano dei finanziatori così ricchi e potenti da potersi sobbarcare le spese di gestione di un partito e di campagne elettorali sempre più esose (ricorda niente??, nda). Finanziatori appunto, non certo filantropi, che presenterebbero prima o poi il conto, in termini di condizionamenti politici (dice niente????, nda).
Vero è che se il cittadino si carica dei costi della politica è legittimato a chiedere che il palamento funzioni e funzioni bene.

L’ultima delle domande dei giornalisti è rivolta invece alla capolista del coll.7. Silvia Fringuello da Roberto Basili e getta un po’ di scompiglio in sala:“Da tempo si mormora in Piazza del Comune (un po’ il transatlantico della res publica orvietana) che la vostra lista dia indicazioni di voto diverse tra l’assemblea regionale e quella nazionale. Ovvero che al nazionale farete votare per Bindi mentre al regionale per il canidiato veltroniano”.
La decisione con cui la capolista ha risposto all’insinuazione non ha lasciato ombra di dubbio:”La fiducia nella candidata alla segreteria regionale Serena Innamorati è totale, tanto che ho già provveduto a presentarla direttamente al ministro Bindi".
Così si è conclusa l’emozionante avvio ufficiale della propaganda elettorale della lista al coll.7 “Io sto con Rosy”. L’unica nota dolens da riportare è la deludente assenza di ogni qualsivoglia rappresentante dell’amministrazione comunale in una sala che ha ospitato un Ministro della Repubblica (oltre che un candidato alle primarie del 14 ottobre).

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" Il primo compito del Partito Democratico deve essere quello di restituire credibilità alla politica". Rosy Bindi