Publichiamo la lettera inviata oggi da Walter Veltroni ai membri dell'Utan e al Comitato dei Garanti
Il segretario del Partito democratico Walter Veltroni ha scritto una lettera all'Utan e al Collegio dei Garanti del Pd per chiedere ufficialmente che, in caso di dimissioni da parte di eletti all'Assemblea Costituente, per la sostituzione sia ribadito e applicato il criterio dell'alternanza uomo-donna. Di seguito il testo della lettera.
- Ai membri dell’Utan
- Al Comitato dei Garanti Comitato 14 Ottobre
Roma, 29 ottobre 2007
Cari amici,
sono venuto a conoscenza del fatto che, nei giorni scorsi, alcuni membri eletti all’Assemblea Costituente Nazionale hanno rassegnato le dimissioni dalla stessa.
Si tratta di poche decine di casi su circa 2800 membri e diversi di questi sono relativi a persone che hanno ritenuto di esercitare il diritto di opzione scegliendo di far parte delle assemblee regionali (in caso di doppia candidatura ed elezione all’Assemblea Nazionale e a quella Regionale il regolamento prevedeva, come è noto, l’obbligo di optare per uno dei due organismi).
Come sapete bene, all’articolo 7 del regolamento-quadro per l’elezione dell’Assemblea Costituente, come condizione necessaria per l’ammissibilità di una lista era stata giustamente prevista l’alternanza uomo-donna tra i candidati e al fine di ritrovare una piena espressione di questo principio tra gli eletti, si è anche aggiunto un ulteriore criterio di alternanza di genere, cioè quello tra i capolista delle liste tra loro collegate in ambito circoscrizionale.
Queste decisioni hanno portato ad un risultato straordinario, unico nella storia della politica: la presenza di un numero esattamente pari di donne e uomini nelle assemblee costituenti. A Milano lo abbiamo visto e dei duemilaottocento delegati la metà erano donne.
E la stessa cosa è avvenuta per le commissioni elette, composte per la metà da donne e per la metà da uomini. Ciò, inoltre, avverrà per tutti gli organismi dirigenti che saranno formati e mi auguro che questa norma sia prevista anche nello Statuto che la Assemblea Costituente approverà nella sua prossima seduta.
Ora, al fine di evitare che ciò che è stato tolto dalla porta principale rientri dalla finestra, è necessario far valere questo principio anche per le sostituzioni in caso di dimissioni o di opzione per una delle due assemblee nazionale o regionale in cui si è stati eletti.
Pertanto per i casi su esposti la norma va intesa facendo le sostituzioni con il primo dei non eletti dello stesso genere del rinunciante.
Vi ringrazio davvero per l’attenzione e la collaborazione e vi invio i miei più cari saluti.
Walter Veltroni
- Ai membri dell’Utan
- Al Comitato dei Garanti Comitato 14 Ottobre
Roma, 29 ottobre 2007
Cari amici,
sono venuto a conoscenza del fatto che, nei giorni scorsi, alcuni membri eletti all’Assemblea Costituente Nazionale hanno rassegnato le dimissioni dalla stessa.
Si tratta di poche decine di casi su circa 2800 membri e diversi di questi sono relativi a persone che hanno ritenuto di esercitare il diritto di opzione scegliendo di far parte delle assemblee regionali (in caso di doppia candidatura ed elezione all’Assemblea Nazionale e a quella Regionale il regolamento prevedeva, come è noto, l’obbligo di optare per uno dei due organismi).
Come sapete bene, all’articolo 7 del regolamento-quadro per l’elezione dell’Assemblea Costituente, come condizione necessaria per l’ammissibilità di una lista era stata giustamente prevista l’alternanza uomo-donna tra i candidati e al fine di ritrovare una piena espressione di questo principio tra gli eletti, si è anche aggiunto un ulteriore criterio di alternanza di genere, cioè quello tra i capolista delle liste tra loro collegate in ambito circoscrizionale.
Queste decisioni hanno portato ad un risultato straordinario, unico nella storia della politica: la presenza di un numero esattamente pari di donne e uomini nelle assemblee costituenti. A Milano lo abbiamo visto e dei duemilaottocento delegati la metà erano donne.
E la stessa cosa è avvenuta per le commissioni elette, composte per la metà da donne e per la metà da uomini. Ciò, inoltre, avverrà per tutti gli organismi dirigenti che saranno formati e mi auguro che questa norma sia prevista anche nello Statuto che la Assemblea Costituente approverà nella sua prossima seduta.
Ora, al fine di evitare che ciò che è stato tolto dalla porta principale rientri dalla finestra, è necessario far valere questo principio anche per le sostituzioni in caso di dimissioni o di opzione per una delle due assemblee nazionale o regionale in cui si è stati eletti.
Pertanto per i casi su esposti la norma va intesa facendo le sostituzioni con il primo dei non eletti dello stesso genere del rinunciante.
Vi ringrazio davvero per l’attenzione e la collaborazione e vi invio i miei più cari saluti.
Walter Veltroni
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