6 Novembre 2007
Fernanda Gigliotti
Il “sussurrato” trasferimento di Monsignor Bregantini, è l’ultimo gravissimo atto portato a segno per mano di quella cultura mafiosa, di quella “cupola” trasversale, che governa in modo “legale e legittimo” la Regione Calabria fin dalla sua istituzione. Chi vive ed opera in Calabria sa che i nomi apparsi sulla stampa e collegati alle varie indagini delle Varie Procure della nostra Regione, “contano e continueranno a contare” nella politica e nell’economia calabrese. Sono i protagonisti indiscussi delle scelte economiche e politiche che la nostra Regione ha “subìto” negli ultimi vent’anni, e continueranno ad esserlo perché, indipendentemente dalle vicende processuali che seguiranno (archiviazioni, assoluzioni, pentimenti, condanne, annullamenti, cassazioni ecc. ecc.), la vicende giudiziarie aperte parlano, al di là dei presunti reati, dell’essenza di una certa “calabresità”! In Calabria è notorio che “nulla” si “muove” e si “ottiene” per le vie della “normalità” e se provi ad essere “banalmente normale”, a difendere i tuoi diritti, a invocare una società “europea” e “meritocratica”, a chiedere il conto a politici, amministratori, personaggi pubblici ed istituzionali, sei considerato fuori dal “sistema”, praticamente un “illegale”, un “golpista”, un “virus” pericoloso da isolare! E’ la compravendita del consenso a muovere il mondo economico e politico calabrese. L’impresa e la produzione di beni e servizi sono cose di un altro mondo! Noi calabresi si compravende solo “il consenso” per potere “acquisire” il “controllo” degli Enti Pubblici ed economici. Ed in cambio di tale consenso che ci consente di concludere affari, gestire appalti, governare eventi, elargire finanziamenti ecc, noi si promette al popolino la solita cosa : “un posto di lavoro” sganciato da esami e concorsi, magari per chiamata diretta e auspicabilmente per svolgere una funzione pubblica presso un Ente Pubblico (dove poi entrare a distanza di qualche anno a tempo indeterminato per stabilizzazione dei precari) una pensione di invalidità non spettante, un Primariato senza reparto, una laurea senza esami, una casa popolare, l’esenzione del ticket ecc. ecc. De Magistris, indipendentemente dalla sua capacità e serietà di bravo ed attento investigatore, sarà mandato al confino, magari anche con una promozione da Procuratore, ma sempre ad un “confino” sufficientemente lontano da “casa nostra” e dalle nostre leggi. Chi ha avuto un occhio attento e critico sulle “cose nostre” degli ultimi anni non si è affatto sorpreso dei nomi e degli intrecci contestati, ma si è meravigliato, piuttosto, dell’enfasi riposta sull’indagine e sulla sua efficacia “riabilitativa” della legalità: quel modo di fare, in Calabria, è conosciuto, riconosciuto, accettato e per buona parte difeso anche dalla gente comune perché in questa “cupola” riconosce il capo politico, il datore di lavoro, il confessore, l’autorità, l’amico, l’amante ecc. ecc. Ad occhio e croce, infatti, tra politici e porta borse, imprenditori, manager di partiti-aziende, dirigenti regionali, capi struttura, interinali, ciellini, finanzieri, sindacalisti, una buona percentuale di calabresi vive e procrea all’ombra sicura e riparata “della cupola trasversale”, sponsorizzata da chi si nasconde anche dietro Santa Romana Chiesa e Terzo Settore, difesa da una parte della Finanza, dalla Massoneria deviata e dai Servizi Segreti infedeli. Stimata, ossequiata e invocata come “new economy” dall’establishment politico del centro-sinistra e del centro-destra della seconda Repubblica, nata dalle ceneri di Tangentopoli, la “cupola” ormai ha “occupato” le istituzioni democratiche della nostra Regione, è parte organica del nostro sistema, vive tranquilla nel suo ventre come una tenia, i cui effetti devastanti sono sotto gli occhi dei soli non contigui e del resto del mondo. Noi invece “nente vidimu” In Calabria anche le occasioni di partecipazione democratica non sono democratiche perché il voto è pilotato, è condizionato, non con la minaccia della ndrangheta, ma con le promessa di questa “cupola elettiva” vezzeggiante e ammaliante che ben conosce la calabresità, quella deteriore. Per governare in Calabria basta la promessa del mantenimento o dell’acquisizione di un privilegio, di una promozione, di uno stipendio, magari nel pubblico dove non devi lavorare molto e dove può gestire potere. Perché, come si sa, “cummannare è meglio ca futtere”. La peggiore espressione di democrazia, poi, si è avuta con le primarie del 14 ottobre appena celebrate: E' stata un'occasione mancata per la costruzione di un vero partito democratico! Molti, troppi voti di scambio sono stati chiesti ed ottenuti. Molte le scorrettezza nei seggi elettorali. I candidati di Presidenti, Vice Presidenti ed assessori sono scesi pesantemente in campo con le loro truppe cammellate, piene di doni e promesse in cambio di un appoggio alle primarie. Un'OPA in piena regola!!! Avere la maggioranza del partito democratico calabrese, del resto, significa IMPERARE sulla Regione Calabria e ipotecare il fiume di denaro che dalla Comunità Europea ci verrà concesso perché, nonostante siamo la California d’Europa, siamo ancora una Regione ad Obiettivo 1!!!!! La calabresità prima di tutto. E chi aveva sognato un partito democratico aperto a tutti? Un partito nuovo con regole di normale buon senso? Un partito garantista, ma che non avrebbe consentito a nessuno, nemmeno al capo, di essere usato come strumento di accusa o di difesa per “innocenti perseguitati dalla magistratura” o “delinquenti coperti dalla politica”? Un partito da cui si è automaticamente sospesi in caso di rinvio a giudizio o di sentenza di condanna, per tutta la durata del processo e della condanna? Un partito che pretende ed ottiene le dimissioni dalle cariche politiche e amministrative dei propri iscritti sospesi, per essere stati raggiunti da una richiesta di rinvio a giudizio o da una sentenza di condanna? Un partito dove uomini e donne si misurano sulle idee, sulle passioni politiche e sui programmi? Un partito che si apre alle donne non in quanto vedove eccellenti, mogli tradite, amanti sedotte e abbandonate? Chi ha osato sognare tanto deve cambiare partito! Altro che sogno! Un incubo! Cala il sipario, dunque, sulle inchieste di De Magistris. Fra poco i poteri occulti che governano la Calabria (e che altro non sono che frange deviate ed affaristiche criminali di realtà associative benemerite laiche e cattoliche, quali i partiti politici, la massoneria, l’Opus Dei, Cl, ecc.), si scateneranno anche contro Facciolla, altro PM calabrese che ha osato fare il proprio mestiere. E intanto anche la Chiesa Madre, quella Romana, recita il de profundis alla Calabria dei pochi non coaptati nella ”cupola” , trasferendo Mons. Bregantini dalla Diocesi di Locri altrove… Anche lui, del resto, è un impostore, un sovvertitore di questo sistema perché è un uomo libero che ha dimostrato che anche in una zona come Locri, si può fare impresa privata, si può combattere la ndrangheta e il giogo mafioso! Fatto questo intollerabile per chi campa di consenso condizionato!!! Ma lui come tanti altri, pur essendo in grado di combattere e sfidare giorno dopo giorno con la sua presenza, i poteri criminali, non ha alcuna possibilità di combattere la “cupola” che non ti vuole perché sei destabilizzante: in Calabria prospera e si stendono tappeti al suo passaggio a colui che alimenta la calabresità promettendo di regalare pesce a pranzo e cena. Chi insegna a pescare tutto il pesce che si vuole è un sovversivo e deve essere eliminato. Magari solo trasferito, oppure ridimensionato, sbeffeggiato, affamato, reso innocuo con un sano e legale embargo democratico o, in ultima analisi, diremo che gli piaceva pure a lui “u pilu”!!! La calunnia del resto è sempre efficace per raggiungere rapidamente obiettivi altrimenti impossibili. Antonio Albanese, che stimo ed apprezzo, non ha inventato nulla: la Calabria è piena di “Cetto la Qualunque” e a lui è bastato osservare e copiare!!! Forse ha aggiunto al personaggio un’anima simpatica che i “nostrani” non hanno. Facciamo ridere il mondo ma, da calabrese, non ci trovo niente di comico!!!
"Il Pd e la calabresità" commento al post "Una bella giornata conclusa male",
del 6 Novembre 2007
di Fernanda Gigliotti
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