lunedì 26 novembre 2007

A.A.A.A. CERCASI COORDINATORE PROVINCIALE DEL PD

Ricordate il famoso dispositivo approvato dall’assemblea nazionale dei costituenti del PD ? Quello letto frettolosamente da Veltroni?
Bene, ieri, all’hotel Valentino a Terni, ha preso corpo, si è insediato il coordinamento provinciale del partito nuovo, del PD. Erano presenti i costituenti regionali e nazionali, i parlamentari della provincia, i consiglieri regionali, il Sindaco del comune capoluogo, i capi gruppo della Provincia e del Comune capoluogo, tutti del Pd ovviamente, pronti ad eleggere il coordinatore provinciale.
Il dibattito negli ultimi giorni, filtrato attraverso la stampa, presagiva ad uno scontro tra i due contendenti: Finocchio,giovane ex segretario dei DS del Comune di Terni; Montagnoli, giovane capo gruppo del PD alla Provincia, è di Narni, naturalmente entrambi auto candidatesi con il metodo dell’auto referenza, altrimenti non poteva essere, il dispositivo non lo permetteva.
Personalmente sostenevo Montagnoli, lo conosco, un ragazzo molto preparato, un giovane che crede in un partito democratico davvero, alcuni giorni prima gli ho chiesto un documento dove dichiarava i suoi intenti, non volevo votare anche questa volta alla cieca! Si è subito reso disponibile e lo ha partecipato ben volentieri. Riporto alcuni passaggi che contraddistinguono Roberto dal “vecchio”:
“Il Partito Democratico è una grande sfida. Coinvolge tutti noi che generosamente abbiamo contribuito alla sua nascita ma che dovrà coinvolgere soprattutto le cittadine e i cittadini. La straordinaria affluenza alle primarie è stata una apertura di credito che non va disattesa. Se tenacemente praticheremo fino in fondo quello che abbiamo promesso sono sicuro che questa sfida la vinceremo………….
…… Il successo del Partito Democratico si misurerà sulla sua capacità di selezionare classi dirigenti in grado di interpretare quello che avremo nelle sezioni quanto –e soprattutto- quello che c’è fuori di esse. Per farlo abbiamo bisogno di modalità nuove attraverso le quali il Partito sia realmente permeabile e flessibile.
Il nodo sarà allora quello di garantire la condivisione delle informazioni e la loro accessibilità, sia nella costruzione che nell’assunzione delle decisioni. Bisognerà insistere, come abbiamo fatto negli ultimi mesi su una modalità di lavoro di squadra e per progetti, con obiettivi definiti e il necessario momento della verifica………..
……………….. Dovremo interrogarci nei prossimi mesi su quale ruolo intendiamo svolgere come soggetto politico per determinare e incidere nei processi. Serve autonomia vera dalle istituzioni. Abbiamo un vitale bisogno di interpretare e animare visioni di avanguardia anche rispetto agli equilibri raggiunti a livello amministrativo. Dico questo perché l Partito Democratico nasce non per garantire il presente quanto come soggetto depositario di visioni e progettualità di medio-lungo periodo.
………….. Chi mi conosce sa, per la mia storia politica e umana, che sarò sempre al servizio di un interesse comune. Dobbiamo costruire una storia nuova, una storia avvincente coerente a quanto abbiamo promesso alle tante e ai tanti militanti che hanno consentito la nascita del Partito Democratico.
Il Partito Democratico è il futuro. È anche una occasione per dimostrare che siamo in grado di impegnarci fino in fondo soprattutto a favore di una visione, libera da condizionamenti e metodi superati. La pratica del confronto trasparente e appassionato è il primo segno di discontinuità. Se accetteremo sempre di sottoporre a verifica obiettivi e prospettive avremo messo un tassello fondamentale alla credibilità di questo nostro Partito…...
Inoltre a convincermi della bontà della mia scelta,è stata anche la sua provenienza, Narni, la provincia. Il nostro territorio, negli ultimi anni, ha subito pesantemente la politica del capoluogo di Provincia, un esempio per tutti : la discarica. Sbilanciare l’asse politico sulla provincia avrebbe sicuramente ridimensionato il potere della città di Terni.
Sono le 16,15, tutti seduti s’inizia. Raffaelli il sindaco di Terni presiede il coordinamento, (bha! Chi l’ha deciso?) è presente anche la segretaria regionale Bruscolotti, il garante (non ricordo come si chiama) e Prosp (Prosperini), presidente dell’assemblea regionale. Ci viene subito comunicato che è stato modificato leggermente l’ordine del giorno, è stato inserito il dibattito (eureka!Viva la democrazia!).
La Bruscolotti apre con un discorso introduttivo, su degli argomenti generali, dai contenuti sobri, il partito che dovrà essere, quello che sarà, poi si apre subito il dibattito. Come inizia il dibattito ?! Su che cosa ? Ma non dovevamo condividere ed esprimerci sulla/e candidatura/e a coordinatore provinciale?
L’assemblea inizia a fremere, i primi lamenti, poi le interruzioni, si chiede chiarezza, trasparenza, gli interventi s’interrompono, nessuno a voglia di parlare del nulla, tutti aspettano di ascoltare i candidati e poi, eventualmente, intervenire.
Raffaelli si decide, da un termine alla presentazione delle candidature,ore 17,05.
Ma come mai si prende tempo! Sono le ore 17,10 e Finocchio continua il suo intervento senza essere interrotto, ha sforato di gran lunga i tempi.
Finalmente la presentazione delle candidature: Montagnoli Roberto e Di Girolamo Leopoldo.
E Finocchio che fine ha fatto ? Si è ritirato?E' stato sostituito ?
Certo un parlamentare ha un altro ascendente, può catalizzare più consenso, è maestro della politica, si propone garante, come l’uomo che può accompagnare provvisoriamente il PD ai processi costitutivi territoriali, non ha preparato nessun documento da proporre all’assemblea, ma condivide ed approva quello di Montagnoli. Perché allora è un antagonista di Montagnoli ? Lui è differente, è la sintesi della mediazione, è la “garanzia”.
Risultati: Di Girolamo 19 voti, Montagnoli 18 e due giovani sconfitti. Il pericolo del ricambio generazionale, della discontinuità per ora, è stato evitato.
Voglio pensare positivo nuovamente, è nella mia natura, non posso fare altrimenti, il risultato mi conforta e mi conferma che qualcosa sta cambiando per davvero. Finalmente due candidati concorrenti, ultimamente nel mio ex partito, non avevo più assistito ad una votazione dal risultato diverso da quello dell’unanimità, si, tira un vento diverso.
Il percorso del partito nuovo è duro è pieno di ostacoli, di vecchie oligarchie radicate, sopravvissute al terremoto delle primarie, ma parimenti sono presenti anche tanti giovani, donne e uomini, che riusciranno a scardinare gli equilibri datati e basati solo su logiche di spartizione pura del potere, importante è non cedere, non farsi coinvolgere, convincere, e riconoscere il luogo della democrazia,di chi la rappresenta e la sostiene in nome dell’interesse generale, della collettività tutta.
Presto il popolo delle primarie, sarà richiamato alle urne, per eleggere gli organismi territoriali. Agli elettori è affidato il destino del partito nuovo, non abbiate timore del rinnovamento, del cambiamento,di andare “contro corrente”, è l’opportunità, di tutti quelli che vogliono un partito democratico, per davvero !
A Montagnoli Roberto un abbraccio, coraggio questo è solo il primo tempo !

sabato 24 novembre 2007

Iniziativa Albero di Antonia

L'associazione Albero di Antonia presenta:25 novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne.Palazzo dei Sette- Orvieto
  • ore 11 apertura del "cerchio delle donne"
  • ore 11.30 presentazione della giornata
  • ore 12 incontro dibattito la violenza nascosta: "stereotipi e mass media", interviene Monica Amici e Rffaella Zajotti
  • ore 16 film documentario "processo per stupro" regia Loredana Rotondo
  • ore 19.30 chiusura del "cerchio delle donne"L'albero di Antonia e l'associazione Zerotre presentano: "basta" percorso creativo contro la violenza, in visione gli acquerelli di Raffaella Zajotti:Stereotipi sessisti negli albi per bambini.
Patrocinato dal Comune di Orvieto e con la collaborazione della biblioteca Luigi Fumi

Nasce il Forum permanente sulla violenza alle donne

L'iniziativa – varata alla vigilia della Giornata internazionale dell’Onu contro la violenza alle donne che ricorre domenica 25 novembre – è del ministro per i diritti e per le pari opportunità, Barbara Pollastrini.di AnsaROMA, 21 NOV – E' nato il Forum permanente sulla violenza alle donne, un luogo di dialogo e confronto fra istituzioni, associazioni ed enti locali.L'iniziativa – varata alla vigilia della Giornata internazionale dell’Onu contro la violenza alle donne che ricorre domenica 25 novembre – è del ministro per i diritti e per le pari opportunità, Barbara Pollastrini. È stata presentata questa mattina ad un’affollata assemblea di amministratori locali, parlamentari, centri antiviolenza, alla quale ha partecipato inaspettatamente, anche se per breve, il premier Romano Prodi. Il Forum – ha spiegato Pollastrini – vuole essere un «luogo plurale di elaborazione» nella lotta contro la violenza. Anche in Europa si sta sperimentando in tal senso. Il ministro ha ribadito la volontà di arrivare ad un Piano d’azione nazionale e, in particolare, all’istituzione dell’Osservatorio nazionale contro le molestie e la violenza. Tutti «nuovi strumenti» necessari a contrastare il dramma del fenomeno che in Italia, come in Europa, fa più vittime delle malattie e degli incidenti stradali. La violenza contro le donne – ha detto il ministro Pollastrini – «non è rubricabile solo ed esclusivamente sotto la voce dell’ordine pubblico. Anche se è necessario colpire e punire con severità ogni reato contro le donne. È un dramma culturale e sociale che nasce dall’ansia di dominio proprietario sul corpo delle donne. Riconoscere ciò vuol dire riproporre l’autonomia e la libertà della donne come condizione della dignità di tutti. E vuol dire saldare in un’ unica lettura i capitoli della prevenzione, della formazione, dell’assistenza alle vittime e naturalmente della giusta e necessaria azione repressiva». Ecco la funzione del Piano nazionale al quale la finanziaria 2008 destina 20 milioni di euro, ossia il coordinamento efficace fra ministeri, campagne, formazione degli operatori, educazione alla prevenzione, enti locali, case delle donne, centri. Da non «sottovalutare – ha aggiunto Pollastrini – anche la crescita dei casi di omofobia e di nuove forme persecutorie per ragioni di razza, religione, età e disabilità». Il ministro ha quindi rivolto un appello al parlamento perchè diventi presto legge il ddl contro la violenza, presentato lo scorso anno, dal quale la scorsa settimana in commissione giustizia alla camera è stata stralciata la parte sull'omofobia e lo stalking. Il progetto del piano e del forum, per il ministro, ha un obiettivo «ambizioso. Vorrei dare vita ad uno strumento utile oggi ma anche tra 10 anni. A prescindere da chi allora avrà la responsabilità che oggi è toccata a me». Il piano «dovrà indicare la rotta ai governi, dare valori ai centri e alle associazioni, saperli riconoscere e insieme considerare come essenziale una rete pubblica di servizi alla persona».

da ANSA
21 Novembre 2007

Con le donne, per le donne

C’è qualcosa che non va nella testa degli uomini. C’è qualcosa che non va nella società italiana, nella coscienza collettiva.
Donne uccise. Donne violentate. Donne maltrattate, picchiate, ripetutamente. Dagli uomini, spesso dal partner. Violenze fisiche e psicologiche, dice l’Istat, per almeno 6 milioni e 800 mila donne fra i 16 e i 70 anni, il 32%. In Italia.
Alla vigilia della Giornata Internazionale dell’Onu contro la violenza alle donne e nel giorno della grande manifestazione nazionale a Roma anche l’Italia si guarda allo specchio e si scopre un Paese violento, brutto, incivile. C’è qualcosa che non va nella testa degli uomini. C’è qualcosa che non va nella società italiana, nella coscienza collettiva. In questo passaggio cruciale, che vede mescolarsi nelle nostre città e nei nostri Paesi etnie e culture diverse, cresce la paura di tutto. L’insicurezza quotidiana crescente, dentro le case e per strada, è pagato soprattutto dalle donne.
Che fare? Molto si dice, ma non abbastanza. Qualcosa, anzi parecchio si fa, ma occorre agire più in profondità. Senza lasciare passare il tempo.
E’ urgente, a mio parere, che, innanzitutto, le istituzioni facciano massa d’urto, si riunisca il governo e dedichi la seduta soltanto agli interventi contro la violenza alle donne e lo dica al Paese. Occorre fare uno stacco intellettuale e politico. Così faccia il Parlamento, con un’ apposita sessione, e le Regioni, le Province, i Comuni, con apposite sedute e deliberazioni. Un’unica decisione politica che attraversi tutto il Paese. Il Ministro Pollastrini sta investendo molto su iniziativa nazionale in raccordo con le reti territoriali, ha istituito il forum permanente sulla violenza alle donne, ma deve poter contare sull’assunzione di responsabilità di tutti i soggetti istituzionali. A cominciare dal Parlamento, che deve approvare in tempi brevissimi il disegno di legge contro la violenza alle donne. Prevenzione e pene più severe. Questa Italia che sopporta questa violenza inaudita sulle donne non può attendere oltre. O siamo tutti complici?
Accanto alle istituzioni, è necessario che si intensifichi la mobilitazione di associazioni e movimenti, che si estenda la ricerca, che si attivino Osservatori, che si promuovano campagne mirate. Si muova la Rai - la Rai! – per cambiare mentalità e costume, cambiando programmi e palinsesti. Sennò il Paese peggiora e peggio di così la dignità personale e collettiva rischia di essere compromessa. C’è da investire molto sull’educazione dei bambini e dei ragazzi. E dei loro genitori, anche attraverso la scuola, perché questo è il mondo in cui si invertono le parti. Educare al rispetto dell’altro, dell’altra, della sua dignità. Di un altro pensiero, di un altro linguaggio. Di altri gesti e comportamenti ha bisogno l’Italia se non vuole perdersi definitivamente. Se siamo costretti a riflessioni così estreme, è perchè siamo consapevoli che molto ormai si è consumato e che i margini sono assai ridotti.
Ma vi è un altro intervento che l’Italia può compiere e persino senza fatica, solo che abbia lo sguardo limpido e onesto: valorizzare le energie femminili, tutte, così diffuse, così potenti, così dirompenti. E’ la forza di una nuova Italia, più bella e più vera. Abbiamo bisogno di una grande decisione politica, per il lavoro delle donne per i servizi sociali e il sostegno alla maternità, perché vi siano molte e capaci donne nei luoghi della decisione politica. Abbiamo bisogno che queste politiche siano assunte tutte nello stesso tempo.
Siamo a una svolta. Tutto si tiene. Spesso accade che solo toccando il fondo si può prendere la spinta per risalire. E’ il travaglio per una nuova Italia, e sappiamo che si pagano prezzi. Ma smettiamola di farla pagare, come spesso è successo, soprattutto alle donne.
Abbiano il coraggio, gli uomini, di assumersi le proprie responsabilità. Diventino adulti. E’ una questione di dignità per le donne, ma è anche una questione di dignità per gli uomini.

www.ledeomcratiche.it
di Albertina Soliani
23/11/ 2007

giovedì 22 novembre 2007

Emily in Italia Umbria

Emily in Italia - Umbria partecipa alla manifestazione del 24 novembre contro la violenza sulle donne.L'appuntamento è alle 14, a Piazza della Repubblica, da dove si formerà il corteo, davanti a S.Maria degli Angeli.Il sito della manifestazione è www.controviolenzadonne.org

venerdì 9 novembre 2007

PD,FRANCO E MAGNOLFI: "ALTRO CHE LIQUIDO, SERVONO REGOLE E INNOVAZIONE""

"Altro che liquido, il Pd dovrà essere 'poliarchico', con regole democratiche e più partecipazione, e su questo le donne possono dire molto, come insegna il loro percorso politico che ha saputo coniugare reti e organizzazione". E' quanto scrivono, in sintesi, Vittoria Franco e Beatrice Magnolfi, rispettivamente presidente della commissione Cultura del Senato e sottosegretario per le riforme e l'innovazione nella pubblica amministrazione, in un articolo pubblicato oggi dall'Unità. "Sulla forma partito si giocherà molta parte delle capacità di innovazione del partito democratico. È una soluzione il partito 'liquido'? - si chiedono le due senatrici dell'Ulivo - La liquidità non è un aspetto positivo della modernità, ma una condizione che richiede alla politica di fornire antidoti e punti di riferimento. Oggi la missione di un partito nazionale è quella di elaborare un progetto vincente per la modernizzazione del Paese nell’equità. Per esso occorre 'inventare' un paradigma organizzativo più vicino all' ‘impresa cognitiva’ che ai vecchi meccanismi fordisti di produzione, con più condivisione delle informazioni, più continuità fra dentro e fuori, più capacità di lavorare per progetti, di fare squadra, di usare di più e meglio la rete come matrice culturale. La politica democratica è esercizio di responsabilità e di trasparenza, per questo servono regole certe. Tutti devono poter rendere conto del loro operato. La figura del "cittadino elettore attivo", di cui ha parlato Veltroni, dovrà poter incidere sulle scelte. Bisogna istituzionalizzare le primarie nello Statuto, non solo per i candidati. Ma la forma organizzativa dovrà consentire anche una partecipazione meno saltuaria. Serve flessibilità di forme, sapendo che un nucleo di buona e trasparente organizzazione costituisce il volano della partecipazione più ampia e del radicamento sociale e territoriale. Si può anche parlare di 'partito poliarchico', per correggere la vecchia architettura piramidale e centralizzata. La storia del femminismo ci ha insegnato la pratica politica, molto felice, del tessere reti senza confini, che ci ha portato a costruire più forza dentro i partiti. Aver ottenuto il 50% nell'assemblea costituente e nelle commissioni di lavoro è per noi un nuovo inizio. Siamo chiamati tutti a un impegno maggiore sul contributo che le donne possono dare alla modernizzazione del Paese, per costruire democrazia paritaria nel partito, nelle istituzioni rappresentative, nella società."

da www.9colonne.it
del 8/11/2007

PD, BINDI: IRREALISTICO PENSARE CHE SIA AUTOSUFFICIENTE

"Non è realistico pensare che il Pd possa essere autosufficiente". Rosy Bindi, intervistata dall'Espresso, ribadisce così la sua critica alle posizioni di Walter Veltroni sulle future alleanze del Partito Democratico e sulla proposta, avanzata dal segretario del Pd, secondo cui senza una condivisione del programma il nuovo partito possa andare da solo alle elezioni, senza alleanze con Rifondazione. "Non è realistico pensare che il Pd possa essere autosufficiente - ribadisce Bindi - e chi sa di non esserlo si prende cura degli alleati, si prende cura della coalizione. Soprattutto ora il Pd deve farsi carico della maggioranza. Mi chiedo altrimenti che tipo di collaborazione si può trovare con gli altri partiti per fare una legge elettorale nel momento in cui si è pronti a scaricare gli alleati. Non è tatticamente corretto, lo si potrebbe capire solo se fossimo alla vigilia delle elezioni". Forse l'intenzione è quella: votare subito, nel 2008, con il Pd che corre da solo, chiede il giornalista. "Il primo sarebbe un errore, con questo sarebbero due - risponde il ministro della Famiglia - conviene al Pd non liquidare questo governo e sostenerlo. Ho molto apprezzato le parole di Veltroni a Milano: sì alle riforme e sì al governo Prodi. Però questi due sì hanno bisogno di un chiaro no a ogni ipotesi di governi tecnici o istituzionali. Altrimenti i due sì precedenti entrano in contraddizione tra loro".

da www.9colonne.it
del 8/11/2007

Pd, cittadinanza "attiva" e "responsabile"

Lo scorso 14 ottobre più di 80.000 umbri – quasi il 10% della popolazione – hanno attivamente contribuito, con il loro voto, alla nascita del Partito democratico. La maggior parte di questi elettori ha votato per appartenenza o per “obbedienza politica”. Non a caso la lista largamente vincente è stata quella “istituzionale” dei “Democratici per Veltroni”, nella quale erano presenti nomi “eccellenti” della classe politica locale, i cui referenti sul territorio hanno svolto una capillare ed efficace opera di mobilitazione.
Una percentuale nettamente inferiore di voti è invece andata alle altre liste collegate a Veltroni e a quelle degli altri candidati segretari nazionali e regionali: la brevità del tempo a disposizione per la definizione delle liste e per la campagna elettorale ha impedito un adeguato coinvolgimento dei cittadini a favore delle candidature provenienti dalla società civile.
Ciò significa che l’assemblea costituente regionale del Pd, che si riunirà per la prima volta il prossimo 10 novembre prossimo, risulta composta, in modo secondo me non equilibrato, da una maggioranza di nomi espressione dei tradizionali apparati di partito e da una minoranza di personalità provenienti dal mondo del lavoro, delle professioni, dell’imprenditoria, dei sindacati, ecc. L’auspicio è che il “partito nuovo” possa, una volta strutturato, mettere a punto meccanismi virtuosi di selezione dei suoi gruppi dirigenti, in grado di favorire un ricambio fisiologico nei posti di comando e meccanismi di reale partecipazione, soprattutto per quel che riguarda i giovani, le donne e tutti coloro che della politica non hanno fatto la loro professione esclusiva.
Nel prossimo fine settimana, a Santa Maria degli Angeli, si parlerà di regole, di organigrammi e dello Statuto del Pd umbro, con l’obiettivo di dare vita anche nella nostra regione ad una struttura partitica non piramidale e verticistica, non composta unicamente da iscritti e militanti, ma flessibile e aperta al contributo di tutti, in grado quindi di promuovere il senso civico e l’interesse dei cittadini per la politica. Sarebbe importante che i dirigenti e ai militanti del PD si assumano un ruolo di operatori di connessioni e relazioni, come attivatori di opportunità per la sviluppo di pratiche partecipative, piuttosto che come frequentatori solo delle sedi istituzionali e di partito.
La scommessa del Pd è quella di porre i cittadini al centro dei processi decisionali politici, oggi di competenza esclusiva, anche in Umbria, di ristrette oligarchie. Ma si parlerà anche di idee e di programmi. Quali sono i temi salienti sui quali realizzare nuove forme di partecipazione attiva? Quali sono i temi che, nella nostra regione, stanno a cuore al “cittadino democratico”?
Sicuramente quello della sicurezza, del rispetto delle regole e delle leggi, che anche in Umbria la politica ha colpevolmente trascurato per troppo tempo. uali soLa sicurezza è un diritto primario senza il quale non c’è libertà reale.
C’è poi la grande questione di come garantire all’Umbria uno sviluppo economico razionale ed equilibrato, capace di conciliare la crescita dell’economia con la difesa dell’ambiente, la giustizia sociale con l’innovazione imprenditoriale. Il benessere non è assicurato solo dal livello del PIL ma dalla qualità della vita dei cittadini; non si deve mai trascurare , ai fini dello sviluppo sociale ed economico dell’Umbria, l’importanza del suo tessuto di piccole e medie imprese.
Il cittadino democratico vuole che si ponga un freno alla precarietà del lavoro, che è fonte di incertezza, soprattutto per le giovani generazioni.
Altrettanto importante è coinvolgere i cittadini su temi quali le pari opportunità di accesso all’istruzione, alla formazione e agli impieghi professionali. I “democratici” non debbono avere paura di difendere la meritocrazia, che non vuol dire discriminare i più deboli, ma esattamente il contrario. Solo premiando il merito individuale a detrimento delle rendite di posizione e dei privilegi acquisiti anche i più deboli possono sperare di avanzare lungo la scala sociale.
Il cittadino democratico, inoltre, vuole in Umbria istituzioni culturali capaci di produrre innovazione attraverso la ricerca e la creatività e nello stesso tempo aperte e interrelate con il mondo globale. L’Umbria, a dispetto della retorica diffusa, deve ancora internazionalizzarsi.
Ma vuole anche efficienza, efficacia e trasparenza nella gestione degli enti locali e dei servizi di pubblica utilità; non vuole sprechi di risorse, desidera una burocrazia più efficace e una gestione del capitale umano e delle risorse pubbliche meno condizionata da criteri e logiche di tipo clientelare.
Il cittadino democratico umbro aspira altresì ad una cultura urbanistica in grado di contrastare il lento degrado delle città e delle periferie e di valorizzare al meglio il patrimonio artistico presente sul nostro territorio. Vuole che si parli di infrastrutture e di sistema di mobilità realmente moderno, in grado di rimuovere una volta per tutte lo storico isolamento dell’Umbria.
Ma il problema forse più sentito, propedeutico a tutti gli altri, è quello della trasparenza della politica e della pubblicità che deve essere assicurata a tutte le decisioni e scelte che incidono sulla vita della collettività. La politica, anche in Umbria, deve smettere di essere autoreferenziale e chiusa in se stessa. I progetti e i programmi delle diverse amministrazioni locali debbono essere discussi e comunicati ai cittadini, in modo chiaro e comprensibile, con l’idea di operare un loro reale coinvolgimento.
I cittadini debbono poter esprimere le loro valutazioni e i loro orientamenti su tutti i temi che li riguardano direttamente: è questa la vera sfida del Partito democratico. Una partecipazione che per essere efficace non deve essere occasionale o semplicemente rituale e formale, ma autentica e organizzata secondo precisi meccanismi. Per quanto mi riguarda, penso in particolare ad uno strumento, le “conferenze di cittadinanza” a carattere tematico e programmatico, che si riuniscano periodicamente , magari a scadenza trimestrale, in luoghi pubblici e facilmente accessibili, aperte alla partecipazioni di tutti e non solo di coloro che si riconoscono nel Pd.
Tali conferenze potrebbero essere istituite a tutti i livelli: regionale, per discutere problematica generali che interessano l’Umbria, ma anche provinciale e comunale, toccando argomenti e problemi di interesse più ristretto.
Ad esse dovrebbero partecipare in particolare gli amministratori direttamente coinvolti nelle questioni oggetto di discussione. Ma fondamentale sarebbe anche la presenza di personalità non politiche, autorevoli e particolarmente competenti ed esperte nelle problematiche trattate.
Penso anche ad una conferenza permanente tra PD umbro e cittadini sul web, attraverso un blog gestito dai giovani, suddiviso in temi e contenitore di progetti e programmi.
Solo attraverso simili meccanismi di partecipazione si può sperare che la discussione politica torni ad essere, anche a livello locale, pubblica e trasparente. Premessa indispensabile per la costruzione di quella cittadinanza “attiva” e “responsabile” che rappresenta il punto di partenza necessario della “nuova stagione” che Veltroni e il Partito democratico intendono realizzare.

di Attilio Solinas (Membro dell’Assemblea costituente nazionale del Partito Democratico)
da "Il corriere dell'Umbria"
del 7/11/2007

CRESCE IL CONSENSO PER IL PARTITO NUOVO-

“Se in un'ipotetica campagna elettorale nei prossimi mesi lo staff di Veltroni facesse più o meno tutto bene - che non vuol dire dare fiato alla propaganda ma toccare i tasti necessari con gli argomenti giusti - il ‘partito-nuovo’ incasserebbe il 37 per cento dei voti, percentuale ottenuta sommando il 29% delle intenzioni di voto e l'8 per cento di una categoria che può anche essere definita dei ‘vorrei ma non posso’ o degli ‘indecisi’. Il Pd, in questo caso, diventerebbe il primo partito italiano seguito da Forza Italia con il 33% tra intenzioni di voto (28%) e indecisi (5%) e da An (18% di cui il 6 di indecisi)”. E’ quanto scrive Repubblica.it presentando l’ultimo sondaggio di Ipr marketing. Le rilevazione è avvenuta tra il 29 e il 31 ottobre tramite questionari su un campione di mille italiani disaggregati per sesso, età e area di residenza. "Abbiamo fatto una ricerca di tipo quantitativo" spiega Antonio Noto, direttore dell'istituto, "e non qualitativo". Sul desiderio di votare Pd senza però indagare sulle molle e sugli obiettivi di quel desiderio. Il sondaggio Ipr conferma l'effetto primarie nella ideale classifica dei partiti in base alle intenzioni di voto. Il Pd è al primo posto con il 29%, il 2 per cento in meno rispetto al 2006 ma quasi il due in più rispetto ad aprile quando ha mosso i primi passi. Lo segue Forza Italia che conferma la sua ottima salute con il 28 per cento dei gradimenti, il 4,3% in più rispetto al 2006. An è al terzo posto (12%) anche se cede lo 0,3 rispetto a un anno fa. Segnano il passo i partiti della sinistra radicale: Rifondazione perde il 2,3 e ottiene il 3,5%; i Comunisti perdono l'1,3 e si devono accontentare dell'1% così come i Verdi. Sinistra democratica, il partito di Mussi diaspora dei Ds, ha l'1%. In totale la Cosa Rossa porta a casa il 7,5 per cento, il 2,7 in meno rispetto alle politiche del 2006. “Pur cambiando gli addendi – conclude Repubblica.it - il risultato con cambia: la Cdl, con o senza Udc, resta sempre in testa e batte l'Unione con o senza Cosa Rossa. E' un mezzo punto percentuale, ma andando al voto oggi consegnerebbe il paese nelle mani del centrodestra”.


7 Novembre 2007
da www.9colonne.it

giovedì 8 novembre 2007

Il pd e la "calabresità"

Nocera Terinese
6 Novembre 2007
Fernanda Gigliotti



Il “sussurrato” trasferimento di Monsignor Bregantini, è l’ultimo gravissimo atto portato a segno per mano di quella cultura mafiosa, di quella “cupola” trasversale, che governa in modo “legale e legittimo” la Regione Calabria fin dalla sua istituzione. Chi vive ed opera in Calabria sa che i nomi apparsi sulla stampa e collegati alle varie indagini delle Varie Procure della nostra Regione, “contano e continueranno a contare” nella politica e nell’economia calabrese. Sono i protagonisti indiscussi delle scelte economiche e politiche che la nostra Regione ha “subìto” negli ultimi vent’anni, e continueranno ad esserlo perché, indipendentemente dalle vicende processuali che seguiranno (archiviazioni, assoluzioni, pentimenti, condanne, annullamenti, cassazioni ecc. ecc.), la vicende giudiziarie aperte parlano, al di là dei presunti reati, dell’essenza di una certa “calabresità”! In Calabria è notorio che “nulla” si “muove” e si “ottiene” per le vie della “normalità” e se provi ad essere “banalmente normale”, a difendere i tuoi diritti, a invocare una società “europea” e “meritocratica”, a chiedere il conto a politici, amministratori, personaggi pubblici ed istituzionali, sei considerato fuori dal “sistema”, praticamente un “illegale”, un “golpista”, un “virus” pericoloso da isolare! E’ la compravendita del consenso a muovere il mondo economico e politico calabrese. L’impresa e la produzione di beni e servizi sono cose di un altro mondo! Noi calabresi si compravende solo “il consenso” per potere “acquisire” il “controllo” degli Enti Pubblici ed economici. Ed in cambio di tale consenso che ci consente di concludere affari, gestire appalti, governare eventi, elargire finanziamenti ecc, noi si promette al popolino la solita cosa : “un posto di lavoro” sganciato da esami e concorsi, magari per chiamata diretta e auspicabilmente per svolgere una funzione pubblica presso un Ente Pubblico (dove poi entrare a distanza di qualche anno a tempo indeterminato per stabilizzazione dei precari) una pensione di invalidità non spettante, un Primariato senza reparto, una laurea senza esami, una casa popolare, l’esenzione del ticket ecc. ecc. De Magistris, indipendentemente dalla sua capacità e serietà di bravo ed attento investigatore, sarà mandato al confino, magari anche con una promozione da Procuratore, ma sempre ad un “confino” sufficientemente lontano da “casa nostra” e dalle nostre leggi. Chi ha avuto un occhio attento e critico sulle “cose nostre” degli ultimi anni non si è affatto sorpreso dei nomi e degli intrecci contestati, ma si è meravigliato, piuttosto, dell’enfasi riposta sull’indagine e sulla sua efficacia “riabilitativa” della legalità: quel modo di fare, in Calabria, è conosciuto, riconosciuto, accettato e per buona parte difeso anche dalla gente comune perché in questa “cupola” riconosce il capo politico, il datore di lavoro, il confessore, l’autorità, l’amico, l’amante ecc. ecc. Ad occhio e croce, infatti, tra politici e porta borse, imprenditori, manager di partiti-aziende, dirigenti regionali, capi struttura, interinali, ciellini, finanzieri, sindacalisti, una buona percentuale di calabresi vive e procrea all’ombra sicura e riparata “della cupola trasversale”, sponsorizzata da chi si nasconde anche dietro Santa Romana Chiesa e Terzo Settore, difesa da una parte della Finanza, dalla Massoneria deviata e dai Servizi Segreti infedeli. Stimata, ossequiata e invocata come “new economy” dall’establishment politico del centro-sinistra e del centro-destra della seconda Repubblica, nata dalle ceneri di Tangentopoli, la “cupola” ormai ha “occupato” le istituzioni democratiche della nostra Regione, è parte organica del nostro sistema, vive tranquilla nel suo ventre come una tenia, i cui effetti devastanti sono sotto gli occhi dei soli non contigui e del resto del mondo. Noi invece “nente vidimu” In Calabria anche le occasioni di partecipazione democratica non sono democratiche perché il voto è pilotato, è condizionato, non con la minaccia della ndrangheta, ma con le promessa di questa “cupola elettiva” vezzeggiante e ammaliante che ben conosce la calabresità, quella deteriore. Per governare in Calabria basta la promessa del mantenimento o dell’acquisizione di un privilegio, di una promozione, di uno stipendio, magari nel pubblico dove non devi lavorare molto e dove può gestire potere. Perché, come si sa, “cummannare è meglio ca futtere”. La peggiore espressione di democrazia, poi, si è avuta con le primarie del 14 ottobre appena celebrate: E' stata un'occasione mancata per la costruzione di un vero partito democratico! Molti, troppi voti di scambio sono stati chiesti ed ottenuti. Molte le scorrettezza nei seggi elettorali. I candidati di Presidenti, Vice Presidenti ed assessori sono scesi pesantemente in campo con le loro truppe cammellate, piene di doni e promesse in cambio di un appoggio alle primarie. Un'OPA in piena regola!!! Avere la maggioranza del partito democratico calabrese, del resto, significa IMPERARE sulla Regione Calabria e ipotecare il fiume di denaro che dalla Comunità Europea ci verrà concesso perché, nonostante siamo la California d’Europa, siamo ancora una Regione ad Obiettivo 1!!!!! La calabresità prima di tutto. E chi aveva sognato un partito democratico aperto a tutti? Un partito nuovo con regole di normale buon senso? Un partito garantista, ma che non avrebbe consentito a nessuno, nemmeno al capo, di essere usato come strumento di accusa o di difesa per “innocenti perseguitati dalla magistratura” o “delinquenti coperti dalla politica”? Un partito da cui si è automaticamente sospesi in caso di rinvio a giudizio o di sentenza di condanna, per tutta la durata del processo e della condanna? Un partito che pretende ed ottiene le dimissioni dalle cariche politiche e amministrative dei propri iscritti sospesi, per essere stati raggiunti da una richiesta di rinvio a giudizio o da una sentenza di condanna? Un partito dove uomini e donne si misurano sulle idee, sulle passioni politiche e sui programmi? Un partito che si apre alle donne non in quanto vedove eccellenti, mogli tradite, amanti sedotte e abbandonate? Chi ha osato sognare tanto deve cambiare partito! Altro che sogno! Un incubo! Cala il sipario, dunque, sulle inchieste di De Magistris. Fra poco i poteri occulti che governano la Calabria (e che altro non sono che frange deviate ed affaristiche criminali di realtà associative benemerite laiche e cattoliche, quali i partiti politici, la massoneria, l’Opus Dei, Cl, ecc.), si scateneranno anche contro Facciolla, altro PM calabrese che ha osato fare il proprio mestiere. E intanto anche la Chiesa Madre, quella Romana, recita il de profundis alla Calabria dei pochi non coaptati nella ”cupola” , trasferendo Mons. Bregantini dalla Diocesi di Locri altrove… Anche lui, del resto, è un impostore, un sovvertitore di questo sistema perché è un uomo libero che ha dimostrato che anche in una zona come Locri, si può fare impresa privata, si può combattere la ndrangheta e il giogo mafioso! Fatto questo intollerabile per chi campa di consenso condizionato!!! Ma lui come tanti altri, pur essendo in grado di combattere e sfidare giorno dopo giorno con la sua presenza, i poteri criminali, non ha alcuna possibilità di combattere la “cupola” che non ti vuole perché sei destabilizzante: in Calabria prospera e si stendono tappeti al suo passaggio a colui che alimenta la calabresità promettendo di regalare pesce a pranzo e cena. Chi insegna a pescare tutto il pesce che si vuole è un sovversivo e deve essere eliminato. Magari solo trasferito, oppure ridimensionato, sbeffeggiato, affamato, reso innocuo con un sano e legale embargo democratico o, in ultima analisi, diremo che gli piaceva pure a lui “u pilu”!!! La calunnia del resto è sempre efficace per raggiungere rapidamente obiettivi altrimenti impossibili. Antonio Albanese, che stimo ed apprezzo, non ha inventato nulla: la Calabria è piena di “Cetto la Qualunque” e a lui è bastato osservare e copiare!!! Forse ha aggiunto al personaggio un’anima simpatica che i “nostrani” non hanno. Facciamo ridere il mondo ma, da calabrese, non ci trovo niente di comico!!!

da www.scelgorosy.it

"Il Pd e la calabresità" commento al post "Una bella giornata conclusa male",
del 6 Novembre 2007
di Fernanda Gigliotti

martedì 6 novembre 2007

Bindi: "Bene Veltroni. Con le donne si cambia la politica"

29 Ottobre 2007

Da ANSA: ''Sulla parità tra donne e uomini nel Pd non si torna indietro. Bene ha fatto il segretario a ribadire un principio e un orientamento generale di vita interna del partito nuovo, che segna una delle grandi innovazioni del Pd''. L'apprezzamento a Walter Veltroni, per la lettera all'Utan sulla parità uomo-donna negli incarichi del Pd arriva da Rosy Bindi, che è stata anche lei candidata alla segreteria del Pd.
''Sabato a Milano - aggiunge il ministro della Famiglia - avevo chiesto di vigilare su alcuni comportamenti locali che rischiavano di vanificare la nostra battaglia sulla rappresentanza femminile. Scommettere e valorizzare il ruolo delle donne nel Pd significa impegnarsi per una nuova qualità della politica e della nostra democrazia. E soprattutto significa dimostrare una reale volontà di cambiamento''. ''Su questo terreno - conclude Bindi - il segretario avrà tutto il nostro appoggio''.

giovedì 1 novembre 2007

N antro gobbo è entrato ‘n politica

Co‘no scenario da Guere Stellari
È stato ‘ncoronato stamatina
Er novo Segretario
Der neonato partito proletario.

Gobbo se chiama. È amico de’ Vertroni
Ma dimostra d’avecce le idee chiare
E ancora più studiati li copioni.

‘Nfatti ‘sto Gobbo ha detto ai convenutiche
ner novo partito, certamente,
Le donne, li ragazzi e i cittadini
Saranno benvenuti.

Ha detto poi che ogni decisione
Se deve prenne sempre tutti assieme.
Nessuno poi potrà più dasse l’arie
Perché a decide saranno le Primarie.

‘Nzomma, ‘sto Gobbo è bbono.
È garanzia che ner Piddì ce sia
Democrazzia.

E er sor Vertroni?
Che fine ha fatto l’omo der momento
Entrato dritto dritto in firmamento?

Lui è stato a legge er gobbo
Ppe’ ddu’ ore, mettendoce passione
E grande core.

Poi, quanno molti se n’ereno ggià annati,
Pensanno d’esse stati fortunati
A avecce ‘n Segretario illuminato
Un Segretario che, senza mistero,
diventa democratico davvero,
Er bon Vertroni legge ‘n documento,
Certo ggià scritto da li sgaloppini,
Presepio er paraculo Franceschini,
E allora scopri ch’è stato stabilito
Praticamente tutto der Partito.
Che le caselle sso’ state sistemate
E le parocchie tutte accontentate.
E che ppure a De Mita, er bon nonnino,
È stato assicurato ‘n posticinio.

‘Nzomma, rega',
Ne l’urtima mezz’ora der Congresso
Co’ ‘n corpo d’ala dei soliti tromboni
Abbituati a falla da padroni,
‘Sta "Storica Ggiornata" se trasforma
In "Storica 'Nc... (ops!) Boiata".

da www.rosybindi.it
Commento al post "Una bella giornata conclusa male",
del 28 Ottobre 2007
di PASQUINO
" Il primo compito del Partito Democratico deve essere quello di restituire credibilità alla politica". Rosy Bindi