martedì 14 aprile 2009

IL DOPO TERREMOTO………IL PURGATORIO


"Per correr miglior acque alza le vele
omai la navicella del mio ingegno,
che lascia dietro a sé mar sì crudele;

e canterò di quel secondo regno
dove l'umano spirito si purga
e di salire al ciel diventa degno……"

Da: Divina Commedia “Purgatorio” Canto 1
Di: Dante Alighieri


Sono appena rientrata dall’Aquila………… 30 ore intense, dure, ricche……….vissute con il sentimento dell’impotenza, dell’arresa di fronte agli eventi che l’intelletto dell’uomo non sa ancora controllare e forse prevedere………….. piene di rabbia, consapevole del fatto che si sarebbe potuto evitare il peggio e che si potrebbe gestire l’emergenza ed i soccorsi in modo migliore. Ma anche felice di sapere che la solidarietà del popolo italiano è infinita, non ha prezzo, che “ gli angeli” esistono davvero……..

Sono partita con Valentina Mulas, dell’associazione di volontariato ARCI – Prociv dell’Orvietano, alla quale sono iscritta da diversi anni, la mission era quella di consegnare le uova di Pasqua, donate dai commercianti di Orvieto ai bambini dei campi gestiti dalla stessa associazione, che ospitano circa 800 persone e distribuiscono pasti per oltre 1400 e riportare a casa i volontari accorsi il giorno stesso del terremoto.
Sin dalla partenza abbiamo avuto i primi problemi, il mezzo (un furgone 9 posti) con il quale avremmo trasportato le uova ed al ritorno i volontari, aveva problemi alla carrozzeria dovuti all’usura (l’immatricolazione del mezzo risale a circa 20 anni addietro) che potevano non rendere sicuro il viaggio e comunque non tali da impedirlo. A Valentina ho chiesto come mai l’associazione non aveva fatto riparare il mezzo……….risposta secca……… “non abbiamo i soldi, figurati buona parte delle spese per i viaggi in Abruzzo, li stiamo pagando noi di propria tasca”.
Mi sono azzittita ed ho cambiato discorso, non volevo rovinare il clima, lo spirito di quel viaggio……….

La prima cosa che colpisce all’occhio, mentre si è ancora in viaggio, attraverso i finestrini della macchina, seppur con la sola luce della bella luna piena di quella sera, è la devastazione, le case distrutte, le attività imprenditoriali tutte chiuse, i beni culturali rasi al suolo e poi……il deserto…….un luogo fantasma. Cercavo di scorgere qualche luce accesa dentro le abitazioni ancora in piedi, qualche persona, niente, ed ho pensato: eppure queste case sono integre ! Successivamente ho appreso, che nessuno dorme nelle proprie case, anche se agibili, la gente ha giustamente paura, le scosse sono ancora forti e frequenti, una ogni 20 minuti.

Arrivati nella tendopoli della frazione dell’Aquila, Pianola, abbiamo trovato i ragazzi di Orvieto e comprensorio che ci aspettavano………..avevano le facce provate, solcate dai segni della stanchezza e delle forti emozioni vissute, ma con dei sorrisi smaglianti e gli occhi che brillavano dalla felicità……….ho avuto la sensazione che in quel momento noi rappresentavamo “casa”, un pezzo della loro famiglia, la loro regolare e poco complicata vita. Ci hanno fatto accomodare in una tenda, di quelle blu, che si vedono in televisione, super affollata di letti, 9 per l’esattezza e un materasso per terra, perché la decima non vi entrava, dovevamo dormire tutti insieme per non togliere spazio agli sfollati e per stare in compagnia e condividere l’esperienze di quegl’ ultimi quattro giorni infernali. Durante la notte è stato freddissimo, sacco a pelo termico e due coperte, non sono state sufficienti per scaldarsi, sarebbe occorsa una stufetta, un qualcosa per scaldare la tenda, ma…….ancora non disponibile, niente di simile al campo……i ragazzi hanno detto “si dorme lo stesso…….si è troppo stanchi……” io, non ce l’ho fatta, non ho chiuso occhio, di sicuro non avevo sulle spalle la loro spossatezza.

Al mattino ci siamo svegliati di buon’ora ed abbiamo iniziato la fila per accedere ai bagni, alcuni hanno scelto di lavarsi con bottigliette d’acqua minerale e salviettine igieniche. Aspettando il mio turno, osservavo le facce delle donne ed ascoltavo i loro discorsi. Sembravano sotto effetto di psicofarmaci, disconnesse, con la testa nel pallone, fuori dalla realtà, le loro condizioni psicofisiche instabili…….. che dramma !
L’unica convinzione che trapelava dai loro discorsi,dalle telefonate che ricevevano dai parenti sparsi in tutta Italia, era quella di non abbandonare i loro luoghi, la loro terra.

Avevo chiesto ad Ivan Pontremoli, anche lui volontario dell’ ARCI Prociv dell’Orvietano, di farmi visitare altre tendopoli, per comprendere se l’ organizzazione dei soccorsi e dell’emergenza seguisse lo stesso metodo, anche se condotte da altre associazioni ed istituzioni e se il coordinamento del dipartimento nazionale della protezione civile, alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio, funzionasse. Il caos, le notizie che pervengono dai mass media, nascondono l’effettiva realtà. Ha sicuramente funzionato la tempestività dei soccorsi, a poche ore dal sisma, i volontari, i pompieri, erano già sul posto a lavorare per salvare il salvabile, ciò grazie al centro logistico del dipartimento nazionale della protezione civile, mentre la logistica locale non ha funzionato affatto. E’ comprensibile: come si può pensare di affidare alla gente del posto, ai dipendenti delle istituzioni locali, il coordinamento dell’emergenza, quando loro stessi devono essere soccorsi? Solo in Italia si può pensare una roba del genere ! Affidare la gestione e la responsabilità dell’emergenza agli stessi che la subiscono, ai Comuni.

Osservando i vari campi, anche per me, che non sono esperta in materia, ho evidenziato delle differenze gestionali: dalla tipologia di tende (gonfiabili e tipiche) e dalla loro disposizione più o meno ordinata e funzionale, alle cucine da campo più o meno attrezzate, al numero di volontari impiegati da un minimo di sei per 250 persone ad un massimo di uno per ogni 15 persone, dallo smistamento e compostaggio dei beni di prima necessità, dalla distribuzione dei pasti, dal tipo di ente od associazione che lo amministra. Il nord la fa da padrone ! La regione del Trentino e del Veneto, la Provincia di Trento e Trieste, l’associazione degli Alpini e l’Arci si distinguono da tutto il resto. Un esempio: soltanto questi Enti sono possessori di cucine da campo, gli altri affidano la preparazione dei pasti al catering o affittano le strutture, alcuni nemmeno detengono le grandi tende per la distribuzione dei pasti, sono stati costretti ad affittarle o comprarle immediatamente dopo il terremoto.

In quei momenti ho realizzato che quel popolo era affidato alle cure quasi esclusive dei volontari, degli “angeli”, e credo che ciò non sia assolutamente giusto, lo Stato non può delegare la responsabilità dell’emergenza e dei soccorsi, con un minimo a volte nullo impegno finanziario, ad associazioni di persone dagl’elevati valori, che si offrono soltanto di aiutare, grazie alla loro sensibilità, che li contraddistingue dalla maggior parte di noi !

Proseguendo la mia visita nei luoghi più colpiti dal terremoto, la cosa più scandalosa che evidenzio e che mi ferisce profondamente, è la disonestà umana…… il dolo, la colpa grave, la truffa, carnefice della povera gente, inconsapevole fino al giorno della disgrazia di esserne stata vittima.
I centri storici dei piccoli borghi rasi al suolo, un mucchio di sassi, quelle poche case ristrutturate non hanno comunque tenuto, essendo state spazzate via dalle altre, vista l’architettura ad incastro tipica di quei luoghi, lo Stato, in passato, avrebbe dovuto incentivare di più la ristrutturazione. I quartieri più nuovi successivi agli anni ’80 sono la vergogna, piccoli gruppi di case e palazzi in cemento armato, modello residence, tutte uguali, a schiera e non, alcune in piedi integre, altre appena danneggiate, molte distrutte.
Come mai? Forse che la qualità del materiale usato fosse differente? Forse qualcuno ha voluto guadagnare più del dovuto? Approfittandosi del fatto che gli acquirenti non siano stati degli esperti. Chi aveva la responsabilità dei controlli ? La Procura ha aperto un’indagine……..non ne verranno mai a capo……. Per non parlare delle opere pubbliche………ponti, uffici e scuole, caduti giù come castelli di carte ……..Chi pagherà ? Quale spiegazione, quale giustificazione “daremo” ai parenti delle vittime, a coloro che hanno perso tutto della loro vita, in una manciata di secondi ?

Eh si, “ daremo”, perché noi siamo lo Stato, la nostra classe politica, i nostri dirigenti, sono espressione del popolo italiano, la nostra espressione.
Noi siamo la società, noi siamo coloro che dispongono, che la costruiscono e l’amministrano, ogni giorno, dalle piccole azioni quotidiane alle macro decisioni, noi dobbiamo assumerci la responsabilità, tutta la collettività, ognuno per il ruolo che gli compete, dal semplice cittadino al massimo esponente dello Stato.

Ho visto il Purgatorio……….. “dove l’umano spirito si purga”……..l’ho visto negli occhi della gente, nei miei occhi………che attende,spera, elabora e rielabora……. “ e di salire al cielo diventa degno”…………

A presto.Silvia

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