giovedì 27 settembre 2007

...Anche Serena Innamorati sceglie Rosy

Il documento di Serena Innamorati, candidata segretaria regionale del Pd
Per un Partito Democratico davvero con Rosy Bindi e Serena Innamorati

Il Partito Democratico è un Partito che nasce adesso ma che ha avuto una lunga gestazione.
E’ lo sbocco naturale dell’esperienza dell’Ulivo (idea lanciata da Romano Prodi), in varie forme ormai in atto in Italia da 13 anni, sia in forma di alleanza elettorale che di governo nello Stato, nelle Regioni e negli Enti Locali. Non sommatoria dunque di partiti preesistenti, ma incontro di diverse esperienze tra militanti di Partito e non, di diverse culture ed ispirazioni, che intendono proporre alla società italiana una prospettiva di progresso civile, sociale ed economico mediante una stabile e forte alleanza di centrosinistra che oggi c’è e deve giungere alla fine naturale della legislatura e con un programma utile e valido che vada al di là del 2011.
Nostro primario interesse è che il Partito Democratico nasca bene: questo è il nostro auspicio, il nostro impegno.
Molti vadano a votare il 14 ottobre per scegliere il segretario nazionale, regionale, e i membri della assemblea costituente nazionale e regionale. Molti devono andare a votare perché quello che nasca sia un partito popolare e diffuso, radicato fra la gente e che segni la rinascita della politica in Italia, un rinnovato impegno di senso civico e politico e di passione e di etica politica.
Dal numero degli elettori misureremo l’accoglienza della proposta. La data del 14 ottobre non è stata scelta a caso; è la stessa delle primarie del 2005 che aprirono la strada alla vittoria elettorale del 2006.
Il nostro impegno andrà oltre il 14 ottobre; chiunque sarà il segretario nazionale eletto, fin da ora gli assicuriamo la nostra leale collaborazione.
La competizione fra diversi candidati, non significa affatto la prefigurazione di maggioranza e di minoranza; siamo convinti di appartenere ad un unico partito e quindi di lavorare tutti per un comune programma.
La presentazione di più candidati è il sale della democrazia; la democrazia è libera scelta ed all’interno di un’unica proposta politica, di un unico programma nel medesimo partito è la scelta fra diverse personalità, diverse sensibilità, diverse esperienze e quindi diversa capacità di fare sintesi e diverse modalità di conduzione e di guida. Chi sarà eletto rappresenterà tutti, di questo siamo convinti.

E allora, perché noi scegliamo Rosy Bindi?

Per le qualità personali. La coerenza e il coraggio di mettere a confronto, nell’ambito di un comune disegno politico, le proprie convinzioni culturali, religiose, etiche con il metodo della libertà e la regola della maggioranza che disciplina le moderne democrazie.
Rosy Bindi è una persona che non ha scelto la vita politica come sua professione è arrivata alla politica ad un certo punto della sua vita. E’ stata chiamata ad un servizio, lo ha svolto e lo sta svolgendo con dignità e quando il suo compito sarà terminato (o per sua scelta o per decisione degli elettori) ella tornerà alla sua professione. Rosy Bindi era assistente universitaria di Roma “La Sapienza”; era l’Assistente di Vittorio Bachelet, Vice-Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, assassinato dalle Brigate Rosse.
Ha fatto esperienza di volontariato in Azione Cattolica fino alle massime cariche Entrò in politica, per rinnovare la DC ed è stata deputato europeo. E’ stata uno dei migliori ministri della sanità in Italia. Oggi è ministro per le politiche per la famiglia.
· Tra i candidati è, secondo noi, la più di centrosinistra; non cerca alleanza di “nuovo conio”; ritiene che la formula attuale dell’Unione guidata da Romano Prodi e che oggi governa l’Italia sia la più adatta.
Ritiene che una democrazia governante basata su un solido bipolarismo per l’alternanza debba considerare Partito e governo della cosa pubblica due momenti distinti.
· E’ una donna. E sostenere una candidatura femminile oggi, qualificata e autorevole alla guida del Partito vuol dire sottolineare la dualità della società.
Oggi è sempre più chiaro che in Italia e nel mondo le donne hanno una sensibilità diversa da quella degli uomini, sono maggioranza nella società e stanno spingendo alle porte della politica per partecipare, per poter incidere nelle scelte di governo e nelle prospettive con l’unica preoccupazione di migliorare la vita di tutti nella famiglia, nel lavoro e nella società.
· Rosy Bindi e il Partito Democratico sono insieme la novità delle elezioni del 14 ottobre.

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Il Partito Democratico è una grande opportunità per l’Umbria di mettere a disposizione dell’Italia e dell’Europa le sue risorse materiali ed intellettuali, ed entrare con valori alti e pragmatismo nella grande sfida per un futuro condiviso da costruire fin da oggi.
Perché un Partito federale:
saper valorizzare oggi le differenze di esperienze e di pratiche della politica;
saper valorizzare le donne e gli uomini che hanno fatto del volontariato nelle associazioni e nei partiti come nel lavoro, nei movimenti e nella quotidianità;
saper valorizzare la vitalità amministrativa e di governo dell’Umbria;
significa in primo luogo comprendere nella sua concreta esistenza il nuovo rapporto che si è venuto stabilendo tra locale e globale e rifiutare una logica di separazione. C’è un patrimonio di esperienze locali che guarda verso il mondo, oggi questo patrimonio è troppo spesso ignorato dal provincialismo della politica nazionale. L’Umbria con questo bagaglio intende partecipare con pari dignità alle scelte della politica nel contesto delle regioni e dei livelli nazionali di governo italiani, per questo la scelta federalista pur rispettosa del disegno politico nazionale comune, tiene in considerazione le caratteristiche e le esperienze peculiari delle donne e degli uomini dell’Umbria.

Perché un Partito plurale:
l’Umbria è terra di grandi tradizioni culturali e di valori. Può essere dunque importante costruire da qui un nuovo terreno di incontro dove convinzioni e valori di riferimento hanno la forza di confrontarsi e di fondere le migliori aspirazioni per la visione di una società concreta e che viva nella quotidianità. Etica della responsabilità, rispetto della dignità e della vita della persona umana nelle diverse convinzioni civili e religiose, pratica trasparente del dialogo e del dialogo democratico, corrispondono a quei valori umani universali che superano i fondamentalismi per la ricerca di una sintesi condivisa. Questo è il compito che i cattolici e i credenti dell’Umbria e laici e non credenti possono svolgere nell’interesse dell’Italia offrendo un contributo alla qualità della democrazia italiana e al progetto del Partito Democratico.

Perché un Partito programmatico legato al territorio:
progetti e programmi comuni sono oggi una delle vere conquiste di una sana politica, essi tengono insieme partito e società, costituiscono la base della dialettica civile per governare le comunità con legalità.
Condividere le soluzioni per migliorare le condizioni sociali, per contribuire a valorizzare gli straordinari patrimoni ambientali, culturali ed artistici dell’Umbria, per affrontare i processi di innovazione ormai indispensabili in una logica di sviluppo sostenibile, attraverso una sinergia con l’impresa, con l’economia sociale, con la scuola e l’università per lo sviluppo della ricerca e del sapere, è l’unica strada per la nostra regione di scrivere oggi il suo futuro. I programmi sono a questo fine il cemento che unisce aspirazioni e valori generali alla concretezza delle scelte quotidiane. In questo modo si valorizzano potenzialità e talenti dei giovani dell’Umbria e l’Umbria può diventare attrattiva per intelligenze e capitali.

Assieme a chi noi oggi pensiamo sia possibile realizzare tutto questo in Umbria e in Italia.
In primo luogo con cittadine e cittadini nella pienezza e nella ricchezza di questi termini, intendendo perciò coloro che volontariamente partecipano alla vita delle proprie comunità, delle proprie città, e che pensano e sanno di poter contribuire alle decisioni collettive, non meri elettori, non meri consumatori, non meri utenti.
Con giovani, con donne, con quei mondi del lavoro e dell’impresa che fanno dell’innovazione, delle preoccupazioni per l’ambiente, della solidarietà e dell’inclusione, dell’efficienza, del merito, della difesa di uno stato sociale moderno i cardini del proprio futuro. Per rafforzare un modello di identità italiana in Europa e nel mondo fatto di qualità a misura di persona, a misura di civiltà, a misura di ambiente. Un modello di modernità che si basa su benessere e regole condivise, un modello della nuova sinistra italiana.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Speriamo che Rosy porti il PD a sinistra...

" Il primo compito del Partito Democratico deve essere quello di restituire credibilità alla politica". Rosy Bindi