martedì 3 novembre 2009

«Eppure io, cattolico, nel Pd mi sento a casa» di Giovanni Bachelet



Anche lui............DEMOCRATICO PER DAVVERO!A presto. Silvia

«Eppure io, cattolico, nel Pd mi sento a casa»
di Giovanni Bachelet - da Avvenire


Caro Direttore, forse il lettore che il 30 ottobre chiedeva se vi sia spazio per i cattolici nel Pd non legge Avvenire, che ha seguito il dibattito congressuale, il voto nei circoli e la recente, straordinaria partecipazione popolare alla scelta del segretario. Tutti miscredenti quei tre milioni di elettori?

Se non basta Avvenire, aggiungo qualche aneddoto. I125 ottobre il signore in fila dopo di me diceva alla moglie che, a quel ritmo, sarebbero arrivati tardi in chiesa; riconoscendomi, chiedeva notizie della messa delle famiglie, senza meravigliarsi che a quelle primarie io fossi candidato, anzi capolista, con Bersani. In fila c'erano due suore. Al seggio un'amica dei genitori mi ha salutato con affetto, confidandomi però che non votava per me, ma per Marino!

Al lettore preoccupato degli spazi cattolici nel Pd domanderei inoltre: tutti miscredenti anche i leader, i parlamentari, gli amministratori implicitamente confermati da quei milioni di elettori? Dei tre candidati segretari, Franceschini e Marino vanno a messa tutte le domeniche; Bersani, che ha vinto, si è laureato con una tesi su «Grazia e autonomia umana nella prospettiva ecclesiologica di san Gregorio Magno» e gode di buona fama presso i ciellini, che lo invitano al meeting di Rimini. Ma soprattutto ha progettato e combattuto la battaglia congressuale insieme a Rosy Bindi ed Enrico Letta, e con loro ha detto che intende ripartire dagli ultimi, dalla solidarietà, dalla sussidiarieta, da valori e principi della Costituzione Italiana, dalle radici socialiste e cristiane del Pd.

Idee inconciliabili? Da molti anni il confronto serrato e costruttivo fra culture e storie oggi confluite nel Pd ha prodotto sintesi condivise su scuola, lavoro, immigrazione, ma anche su bioetica, convivenze, libertà religiosa: l'ultimo esempio è che, dopo lunga e proficua istruttoria, ben 118 dei 120 Senatori del Pd hanno votato a favore del testamento biologico, la cui prima bozza era stata scritta da Ignazio Marino; solo due Senatori hanno votato contro. Quei due sono gli unici fedeli alla comunità cristiana e all'Evangelo? O invece sono credenti anche molti dei 118, e in quel progetto di legge vedono una risposta umana, cristiana e democratica alle opposte follie dell'eutanasia e dell'accanimento terapeutico?

Dicevo qualche giorno fa a Paola Binetti: da cristiano, ben prima che da democratico, non capisco il tuo voto e quello dell'Udc contro la legge sull'omofobia. Cosa c'è di cristiano nel non prevedere per l'aggressore di un gay o una lesbica le aggravanti previste per l'aggressione di un ebreo o di un rom? Passando ai provvedimenti dell'attuale maggioranza, non vedo perché una legge che costringe le immigrate irregolari a separarsi dai figli sia meno «eticamente sensibile» o più «negoziabile» di un'altra sulle convivenze civili o sul fine vita. Non si può strombazzare la difesa della vita dal concepimento alla morte e poi fregarsene dei disperati che muoiono nel Canale di Sicilia, ricordava alla Camera il cattolico Jean-Léonard Touadi, del Pd.

La lista delle cose inaccettabili per un cristiano è lunga; il punto di equilibrio del bene possibile, o del male minore, è difficile da trovare: lo sanno i democratici cristiani italiani del secolo scorso, sotto il cui governo passarono leggi sul divorzio e l'aborto che essi avevano vivacemente avversato. Anche oggi, nel Parlamento e nel Pd, molti cristiani si cimentano, ad armi pari con tutti gli uomini di buona volontà, nella difficile ricerca del bene comune. Spero che in nessun cattolico democratico prevalga la paura, che nessuno voglia proprio ora ritirarsi a vita privata; il mio caso, per quel che interessa, è opposto: solo Romano Prodi nel 1995 e Rosy Bindi nel 2007 sono riusciti a tirarmi per i capelli nella politica attiva; il Pd è l'unico partito al quale mi sia iscritto, nel quale mi sento a casa mia.

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" Il primo compito del Partito Democratico deve essere quello di restituire credibilità alla politica". Rosy Bindi