martedì 17 novembre 2009

DONNE SCOMODE: IL CASO DONATELLA BELCAPO



Cara Donatella,
vice presidente dell' associazione Emily in Italia Umbria, consigliera comunale, politica, imprenditrice, cara donna..........

Ti scrivo per esprimerti la solidarietà di tutte le socie della nostra associazione e la mia personale indignazione e rabbia, in relazione ai commenti all' articolo del 12.11.2009 " Mancinelli, c'è da ripianare un deficit da 1 milione e 100 mila euro" pubblicato sul giornale online locale www.tuttorvieto.it, che ledono in modo grave e disdicevole la tua persona, la tua dignità, il tuo / nostro genere .

Ritengo opportuno sottoporre alla discussione pubblica, alcune riflessioni e valutazioni che riguardano le reazioni culturali e metodologiche maschili che provoca una donna nel momento in cui esprime il suo autonomo pensiero, quando fa pesare e manifesta il potere che detiene in un determinato contesto. Nel tuo caso Donatella, di consigliera comunale.

La principale volontà che viene espressa a chiare note nei commenti all'articolo sopra citato, è quella di zittirti. Così fanno di solito tutti gli uomini con le donne che reclamano o criticano, è talmente scontato per noi donne, che quasi passano inosservati "gli imbavagliamenti" che subiamo. Viene fatto con una forma subdola ed indiretta, dandoti dell'incapace, sottovalutandoti, operando così una negativa pressione psicologica, nella speranza di riconquistare il "controllo" della situazione, attraverso la perdita delle tue certezze, della tua autostima.

Per dimostrarti poi chi è che tiene "il potere", lo scettro, vengono dichiarate minacce velate e palesi, che presagiscono " il fatto" che non si può né dire e né fare perché è punibile penalmente dalle legge e che molto probabilmente riguarda solo noi, la violenza sulle donne, cercando con questo metodo da condannare e rigettare di incuterti paura e timore. Che roba!

Inoltre ti viene suggerito il silenzio, amichevolmente, per evitare ciò che prima ti è stato avvisato, praticando così l'imposizione del potere ai più deboli con un metodo prettamente maschile, aggiungerei anche vigliacco, che viene da molto lontano, da primitive culture patriarcali, applicato nella storia ed in epoca moderna, al quale s'ispirano i regimi politici, ovvero col sistema "del bastone e della carota".

Altro argomento da evidenziare in tutta questa drammatica vicenda.
Cara Donatella, è la prima volta che leggo un appello rivolto ai dottori che curano la mente e la psiche, i destinatari del servizio sanitario sembrerebbero gli uomini e le donne del Consiglio comunale di Orvieto e quindi ha colto la mia attenzione.
E' parere diffuso, tra gli uomini, che noi donne non riusciamo ad essere razionali, vale a dire che sono convinti che le nostre azioni quotidiane, le nostre analisi e le forme pensiero, sono conseguenti al ragionamento logico mischiato al sentimento e alla passione e quindi irrazionali, distorte, non allineate con il raziocinio. Secondo loro, con queste caratteristiche dell' "essere donna" non possiamo essere in grado, un esempio per tutti, di occupare posti di potere.
I luoghi comuni maschilisti che identificano il nostro stato mentale e psichico ci descrivono instabili, bisognose di cure e particolari attenzioni psicologiche e neuro-psichiatriche, ne elenco alcuni: lunatiche, "pasionarie", ragioniamo con l'utero, in menopausa, innamorate, depresse, con la crisi post-parto e per ultima ".....è incinta" !

Bene, è scientificamente provato che i due generi sono diversi, sia fisicamente che mentalmente, è provato che le donne hanno un approccio, un sentire diverso, una metodologia diversa di vivere la propria vita e l'ambito in cui risiedono ed agiscono. La nostra dunque è una differenza di genere, valorizziamola invece di sopprimerla !
Non è una malattia mentale!

Donatella: nome di persona, genere femminile.

Il "genere femminile": non ha ancora diritto di cittadinanza, non possiede e non esercita gli stessi diritti del genere maschile, l'obiettivo delle pari opportunità è purtroppo ancora una lontana meta da raggiungere.

Questa è la nuda e cruda realtà, ben descritta nel rapporto Gender Gap 2009, con la quale, Donatella, dobbiamo fare i conti ogni giorno, sul lavoro, nella famiglia, nella politica, con tutto il contesto sociale ed in particolare tu, donna impegnata nella politica, che hai la profonda consapevolezza della disparità di trattamento e dell'emarginazione alla quale sei soggetta.
Ti invito dunque a non mollare, a non cedere ai colpi bassi e meschini, alle violenze di chi ha paura di perdere il potere e di essere sopraffatto dal tuo genere, ma di proseguire il tuo percorso di autodeterminazione nella politica, nella tua vita. Nei luoghi del potere, denuncia ad alta voce le ingiustizie ed urla le tue istanze, per te e per tutte le donne chiedi quella parità negata ed il rispetto dei diritti.
Vai avanti Donatella e vanta le tue ragioni, a te l'argomento è chiaro, è tutta una questione di potere!

La Presidente di Emily in Italia Umbria
Silvia Fringuello

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