mercoledì 10 giugno 2009

Conferenza episcopale italiana. Disuguaglianze in aumento


Che la Conferenza Episcopale Italiana si debba sostituire al ruolo dei partiti? Ovvero alla POLITICA?
Siamo alla frutta..........fortuna che c'è qualcuno che ancora si occupa di stato sociale !
A presto. Silvia

ROMA - Di fronte alla crisi economica-finanziaria, i vescovi rilevano in un documento che “in Italia il tessuto sociale si va sfilacciando e le disuguaglianze aumentano anziché diminuire”. E’ lanciando questo allarme che la Conferenza episcopale italiana, al termine dei suoi lavori, fa sentire la sua voce a quanti, dopo le elezioni europee e nazionali per quanto riguarda i Comuni e le Province, continuano a scontrarsi per i rispettivi risultati ottenuti, mentre sembra calare l’impegno per la situazione esistenziale di molte famiglie che vivono in condizioni preoccupanti.


Analizzando la situazione in un documento molto critico, i vescovi, dopo aver rilevato che nessuno ignora il pesante impatto della sfavorevole congiuntura economica internazionale, osservano che, nonostante gli sforzi per “minimizzare l’impegno profuso da chi detiene l’autorità ossia il governo, resta evidente che i costi del difficile momento presente ricadono in misura prevalente sulle fasce più deboli della popolazione”.

Preoccupati per il crescere della disoccupazione e dei cassintegrati e soprattutto per le aumentate difficoltà per i giovani nel trovare un lavoro, i vescovi non accettano la parola “esubero” perché chi la usa non tiene conto “di un tessuto sociale che va sfilacciandosi, a motivo delle disuguaglianze che aumentano anziché diminuire”. E, soffermandosi a sottolineare che la crisi colpisce “pesantemente i più deboli, le famiglie e quanti perdono il posto”, i vescovi ritengono che sia divenuto “urgente pensare a nuovi modelli come segno di un’attenzione nuova al mondo del lavoro” rispetto al passato.

Per quanto riguarda il fenomeno migratorio, i vescovi ritengono “insufficiente” dare “una risposta dettata dalle sole esigenze di ordine pubblico”. Occorre, invece, impedire che i popoli dei Paesi poveri “siano costretti alla fuga” inoltre è necessario promuovere “l’integrazione attraverso una educazione alla legalità e alla multiculturalità”. L’attuale emergenza va trasformata in “opportunità per tutti”.

Inoltre, i vescovi sollecitano le parrocchie, le varie comunità cristiane e tutto l’associazionismo cattolico a mobilitarsi per aumentare il “Fondo-Prestito” per venire incontro alle famiglie in gravi difficoltà. La Chiesa non vuole essere ridotta ad “un’agenzia umanitaria”, ma in quanto non è priva di “connessioni antropologiche”, non può sottrarsi dall’offrire il suo contributo a chi ha realmente bisogno. Ed è con questo spirito – sottolinea il documento – auspica pure che per il prossimo autunno tutte le famiglie terremotate dell’Aquila “abbiano una situazione adeguata”.

Pur avendo avuto la delicatezza di pubblicare il 9 giugno questo documento ad elezioni avvenute, nella sostanza richiamato il governo, prima di tutto, a quanti hanno responsabilità politiche ed amministrative a considerare “grande emergenza” la condizione delle famiglie più deboli e soprattutto dei giovani. Ciò vuol dire che la Cei, come supremo organismo della Chiesa italiana, vuole far sentire la sua voce critica spingendo chi ha la responsabilità di governare, prima di tutto, ma anche l’opposizione a cambiare registro nel dare risposte concrete ai problemi che incalzano.

A tale fine ha programmato una serie di iniziative di carattere sociale con evidenti risvolti politici: la Giornata per la carità del Papa del imminente 28 giugno, la Settimana dei cattolici italiani che si svolgerà a Reggio Calabria dal 14 al 17 ottobre 2010 con lo scopo di agire sul Mezzogiorno, il 25° Congresso Eucaristico Nazionale che si terrà ad Ancona dal 4 all’11 settembre del 2011. Inoltre i vescovi si propongono di rilanciare, in nome della “questione educativa”, la battaglia riguardante la bioetica affrontando i problemi dell’aborto, del controllo delle nascite e così via.

fonte: Dazebao
di:Alceste Santini

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