martedì 26 agosto 2008

Firmo o non firmo?

Il dilemma che sembra attanagliare alcuni amministratori democratici di fronte alla petizione Salva l'Italia ricorda tanto la famosa battuta di Nanni Moretti "mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?".


E però, fatta la tara del narcisismo che accompagna tanti politici, il dibattito di questi giorni appare davvero surreale. A meno che le riserve espresse nelle interviste e nelle dichiarazioni di questi giorni non nascondano qualcos'altro. In ogni caso la collaborazione istituzionale, invocata da alcuni per giustificare la propria personale distanza dall'iniziativa del Pd, non dovrebbe far dimenticare la realtà dei fatti.


Questo governo ha sottratto agli enti locali le risorse certe dell'Ici e il tanto pubblicizzato nuovo piano casa di Tremonti è in realtà un bluff con il quale si fanno sparire i 550 milioni stanziati nella precedente legislatura per far fronte all'emergenza abitativa delle famiglie più disagiate e sostenere una politica equa degli affitti.


Le politiche sociali, il cuore del rapporto tra amministratori e cittadini, stanno subendo una drastica inversione di rotta con il progressivo passaggio da un welfare di tipo universalistico, fondato sulla solidarietà tra ricchi e poveri, tra giovani e anziani, ad un welfare residuale e caritatevole.


Emblema di questo deragliamento è la social card, una vera e propria "tessera del pane" formato terzo Millennio, che cancella d'un colpo l'idea, democratica e riformatrice, che lo sviluppo economico è tale se insieme alla ricchezza produce equità e benessere diffusi. Anche sulla sicurezza questo governo non è credibile. E non solo perché alimenta le paure anziché risolvere i problemi.


E' difficile dimenticare che la legalità poggia sul principio che la legge è uguale per tutti. E per governare serenamente, non c'è bisogno di scudi e protezioni speciali se hai la coscienza a posto. E invece si stravolge la Costituzione e si vara il Lodo Alfano e contestualmente si offrono ai sindaci maggiori poteri per discutibili misure nei confronti di medicanti e prostitute. Forse la creatività dei sindaci può essere messa all'opera, con investimenti adeguati, su questioni più impegnative che non il divieto di rovistare nei cassonetti.


Mi pare che ci siano argomenti sufficienti per firmare la petizione del Pd. Se invece i dubbi sono avanzati per muovere riserve sulla leadership del partito e sui limiti, che pure ci sono, nella vita interna del Pd, sarà bene ricordare che in gioco non c'è il futuro di una classe dirigente ma la qualità della democrazia di questo paese. Sarà bene non confondere i piani e mobilitarsi senza riserve con grande determinazione per sostenere la petizione e salvare l'Italia.

di Rosy Bindi

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" Il primo compito del Partito Democratico deve essere quello di restituire credibilità alla politica". Rosy Bindi