VERSO LE PRIMARIE/1. La vicepresidente della Camera è intervenuta al parco Gallo
«Su questo fronte presenterò a Bersani un conto alto Il botta e risposta con Berlusconi? Ho tolto il tappo a qualcosa che negli ultimi mesi stava crescendo»
Rosy Bindi a Brescia
Diventata senza premeditazione un'icona post-femminista, Rosy Bindi è arrivata a Brescia per appoggiare la candidatura di Pierluigi Bersani a segretario nazionale del Pd. Look austero, sguardo disteso, fermezza stemperata da un sorriso, ha incontrato alla cascina del parco Gallo giovani, amministratori locali e parlamentari bresciani in lista per le primarie del 25 ottobre.
«BERSANI È LA PERSONA giusta per costruire una grande alternativa di governo, attraverso un partito vero che ha alla base un progetto culturale forte per la società sui temi della crisi, della famiglia, del lavoro», ha spiegato Bindi, affiancata da Paolo Corsini e da Fabio Capra. È anche «l'uomo che sa parlare, oltre che al Paese, al Nord Italia in cui Brescia, città di tradizioni culturali che si rifanno sia alla matrice di sinistra che al mondo cattolico, rappresenta un grande modello di integrazione sociale».
Bindi ritiene che alle primarie di fine ottobre i risultati raccolti nei collegi che danno in testa Bersani verranno confermati, ma nutre la convinzione di fondo che «il nostro servizio alla democrazia per il Paese passa anche per la democrazia che riusciremo a realizzare nel partito, che deve conoscere un radicamento popolare e un programma solido per tornare a governare».
E il radicamento, per una donna e politica come Bindi, candidata nel 2007 alle primarie del Pd, confina stretto con il coinvolgimento dell'altra metà del cielo. «Esiste un problema politico vero e di democrazia che interessa le donne, non nascondo che mi sarebbe piaciuto, accanto alle tre candidature maschili alla segreteria, anche un intervento femminile», dice promettendo che «su questo fronte presenterò un conto alto a Bersani». Passi avanti come partito sono stati fatti, il 50 per cento di rappresentanza al femminile è stato un traguardo, «ma ora serve che il Pd si faccia carico della realtà quotidiana delle donne, dalla precarietà alle risorse sociali».
QUANTO AL BOTTA E RISPOSTA fra Bindi e il premier Berlusconi. «Credo di aver solo tolto il tappo a qualcosa che stava crescendo in questi ultimi mesi – si schermisce lei -. Non sono mai stata femminista, ma credo che in questa stagione, in cui il corpo femminile viene usato come biglietto di entrata nei palazzi del potere, le donne debbano riprendere la parola». Da parte di Corsini e del gruppo Pd bresciano è stata espressa solidarietà a Rosy Bindi per l'intervento del premier dalla Bulgaria, che ha ritenuto «di largo consumo» le battute rivolte alla parlamentare Pd, che è vice presidente della Camera. «Da tutta questa vicenda - chiosa lei - forse sta emergendo l'idea che non solo le donne non sono a disposizione del premier, ma che non lo è nemmeno l'Italia».
Fonte:Bresciaoggi.it - Lisa Cesco
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