domenica 26 luglio 2009

I PARTITI E LA CONTESA TRA NORD E SUD



La debole unità di un Paese
Dobbiamo davve ro preoccuparci per l’unità futu ra del Paese? Di che cosa è sintomo la sciatteria fin qui dimo strata, e denunciata da Er nesto Galli della Loggia, nella preparazione delle celebrazioni per i cento cinquanta anni dell’unità d’Italia? E, ancora, che co sa indicano le voci intor no alla possibile nascita di una «lega sud» che po trebbe domani contrap porsi frontalmente al «partito del nord»? Davve ro la Lega Nord ha ormai «vinto», quanto meno sul piano culturale, come ha scritto Alessandro Campi sul Riformista , tal ché l’unità morale del Pae se sarebbe già irrimedia bilmente svanita?

I processi storici sono il frutto delle azioni degli uomini e delle organizza zioni a cui gli uomini dan no vita. E’ ormai dalla fi ne della Seconda guerra mondiale che l’unità del Paese dipende dalla capa cità integrativa, o federati va, svolta da alcuni partiti politici. In quella che, convenzionalmente, vie ne chiamata Prima Re pubblica, l’unità del Pae se dipendeva dal ruolo fe deratore svolto dalla De­mocrazia Cristiana. Fu la Dc il partito che tenne in sieme l’Italia impedendo alle sue storiche fratture (Nord/Sud, Stato/Chie sa) di acutizzarsi dispie gando tutta la loro poten ziale capacità disgregati va. Nel suo ruolo di parti to di maggioranza relati va la Dc legava fra loro il Veneto e la Sicilia, la Lom­bardia e la Calabria, il Friuli e la Campania, il Trentino e il Lazio.

Nella «Repubblica dei partiti», la Democrazia Cristiana, per oltre un quarantennio, garantì il mantenimento del lega me fra le diverse parti del Paese. Era quello, e non altro, il mastice in una fa se storica, seguita alla dit tatura e alla sconfitta belli ca, in cui l’eredità risorgi mentale era stata seria­mente lesionata e logora ta sul piano politico-sim bolico. La Lega Nord, a mio avviso, non è stata la causa di nulla. La sua comparsa, nei primi anni Novanta, fu, semmai, un effetto. L’effetto di un lun go periodo dominato da una (sciagurata) pedago gia negativa sul Risorgi mento e l’Unità d’Italia: per rinfrescarsi la memo ria converrebbe riprende re in mano qualcuno fra i tanti manuali di storia pa tria circolanti nella scuo la pubblica, soprattutto a partire dagli anni Settan ta.

Dunque, piaccia o me no, è ai partiti politici che bisogna guardare per ca pire quale sorte sia riser vata all’unità del Paese. Se ci si pone da questo punto di vista, effettiva mente, l’estrema precarie tà della situazione che vi viamo salta agli occhi. Al la Dc è sì succeduto un al tro partito federatore ma si tratta di un federatore fragilissimo. Si osservi la mappa elettorale del Pae se. Il partito federatore, subentrato alla Democra zia Cristiana, è il Popolo della Libertà, primo parti to sia al Nord che al Sud. E’ la conseguenza di quan to accadde negli anni No vanta. Spazzati via i parti ti della Prima Repubblica fu allora Silvio Berlusco ni, insieme ai suoi alleati, a colmare il vuoto lascia to dalla Democrazia Cri­stiana.

Ma il Popolo della Li bertà ha due evidenti pun ti di debolezza. Il primo è che si tratta di un conteni­tore mal amalgamato, na to dalla recentissima fu sione di Forza Italia e An. Un contenitore che si è formato solo per mante nere competitivo il cen trodestra nel momento in cui è stato creato il Parti to democratico.

Dovesse quest’ultimo dividersi (e la pos sibilità sicuramente esiste), il Popolo della Libertà subirebbe dopo poco la stessa sor te. Il secondo, e più importante, elemento di debolezza consiste nel fatto, naturalmen te, che si tratta di un partito carismatico, il cui destino è strettamente legato alla sorte politica di Berlusconi.

Che succederà al Popolo della Libertà quando Berlusconi lascerà la scena politi ca? Si frantumerà, come è probabile, se guendo la sorte di tanti altri partiti carisma tici? Oppure sperimenterà quel raro feno meno che viene detto «istituzionalizzazio ne del carisma», sopravvivendo politica mente al suo fondatore? Nessuno è oggi in grado di rispondere. Il problema, però, è che la chiave per comprendere quale sarà il futuro del Paese (della sua unità) è conte nuta proprio nelle risposte a queste doman de.

Immaginiamo il caso peggiore, il caso in cui, uscito di scena Berlusconi, il Pdl si fran tumasse in due tronconi, uno di cen tro- nord e uno meridionale. In fondo, le manovre in corso in Sicilia e l’agitazione dei deputati e dei ministri meridionali pos sono essere lette anche come un’anticipa zione di quella eventualità. La nascita di un blocco politico meridionale «indipenden te » esaspererebbe le spinte centrifughe. Ve nuto a mancare il «mastice partitico», Nord e Sud entrerebbero politicamente in rotta di collisione. La débâcle, finanziaria e di prestazioni, della Sanità meridionale, og gi sotto i riflettori, è solo un aspetto, ancor ché gravissimo, delle tensioni che si vanno accumulando e che mettono in sofferenza l’unità del Paese. Cosa accadrebbe ove ve nisse meno il federatore?

L’eventualità, nel dopo-Berlusconi, di una divisione del centrodestra in due tron coni territorialmente contrapposti, si capi sce, non dispiacerebbe all’attuale gruppo dirigente del maggior partito di opposizio ne, il Partito democratico. Sulla base del principio che fra i due litiganti, eccetera. Ma il Partito democratico versa in una crisi di identità difficile da risolvere e che può facilmente ridurlo alle dimensioni di un partito regionale (emiliano-toscano e poco più). Difficile che trovi la forza e la spinta per trasformarsi nel nuovo federatore del Paese.

È ormai un luogo comune storiografico che in Italia, data la debolezza dello Stato, i partiti abbiano svolto un ruolo di supplen za diventando gli (involontari) garanti del la coesione sociale e politica.

Se quella tesi è vera, è alla evoluzione dei partiti che dobbiamo guardare per capire cosa ne sarà in futuro dell’unità d’Italia. Le idee, le visioni, le tradizioni (e le divisioni) culturali contano tantissimo. Ma è ciò che gli uomini scelgono di farne, per calcoli contingenti, a decidere le sorti politiche dei Paesi.


Angelo Panebianco
Fonte: corriere della sera

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