Consegnato a Loriana il contributo programmatico "Progetto Donna"........
In bocca al lupo Lori!
EMILY IN ITALIA UMBRIA : PROGETTO DONNA
E’ possibile cambiare la politica, la cultura, il lavoro, l'organizzazione delle nostre città, a partire da nuove domande di libertà? E’ questa eterea e complicatissima esigenza che muove verso un progetto e verso una domanda di libertà, perché la risposta è sì, è dalle domande di libertà che nascono i grandi cambiamenti.
Fattore trasversale per il Comune di Orvieto è quello di elaborare e permeare con una visione di genere, la programmazione, a tutto tondo, in ogni aspetto economico, istituzionale e sociale. E’ tempo che la gestione al femminile non si occupi più soltanto del sociale, della cultura, della pubblica istruzione, che sembrano essere stati gli esclusivi punti forti del sapere e della conoscenza delle donne in politica. La società italiana ad oggi non ha saputo valorizzare questa risorsa, perdendo così sia in termini economici che sociali una grande opportunità. Con l’inserimento al lavoro di sole 100.000 donne in Italia, il PIL accrescerebbe di quasi un punto percentuale; se le donne fossero più occupate anche il tasso di natalità, nota dolente per il nostro Paese, subirebbe un incisivo aumento, così anche se ci fossero più servizi all’infanzia e accordi con l’imprese sui congedi parentali e tempi di lavoro. Il “cambio di passo” nelle azioni dei governi rappresenta una grande novità di questi ultimi anni. In molti Paesi si è passati da politiche destinate ad un genere considerato più debole e svantaggiato ad azioni considerate essenziali per la crescita economica. Si è diffuso il termine “womenomics” per indicare l’attenzione della ricerca economica all’accresciuto ruolo delle donne all’esterno della famiglia nella creazione di benessere, con riflessi positivi sulla situazione demografica, ma anche sul perseguimento degli obiettivi familiari e individuali di qualità della vita. Con le premesse sopra esposte va da se che il lavoro è fondamentale, è l’essenza primaria per la miglior realizzazione ed autodeterminazione della donna. L’agenda di Lisbona fissa per il 2010 l’obiettivo del 60% delle donne occupate. Nella nostra provincia le donne occupate sono circa il 40 %, raggiungere la percentuale fissata dalla Comunità Europea è possibile.
E’ fondamentale la cooperazione e la messa in rete tutte le associazioni presenti sul territorio, in particolare sui temi della violenza sessuale e degli abusi, sulle forme di disagio, sulla faticosa presenza e a tratti esclusione delle donne dalla vita politica, come risultato di un dato culturale e simbolico che richiede un lavoro continuo e costante di formazione degli operatori, di sensibilità politica e amministrativa a medio e lungo termine.
Per rendere concrete ed intraprendere un vero e proprio percorso di politiche espletate con la visione di genere, bisogna focalizzare l’attività istituzionale sui seguenti obiettivi:
· Istituzione della Commissione Consiliare Pari opportunità.
· Istituzione del Comitato d’ambito delle Pari Opportunità.
· Bilancio di genere.
· Nascita di un Centro di documentazione della Cultura delle Donne a partire dal fondo librario e documentario di Eloisa Manciati, che sia fruibile da tutta la cittadinanza e in particolare sia punto di riferimento per la scuola, le giovani universitarie e ricercatrici che vogliano sviluppare lavori e elaborazioni di pensiero.
· Accademia delle donne .Le donne si tramandano conoscenze pratiche e azioni supportate e allo stesso tempo assoggettate al rispetto delle ricchezze del luogo in cui vivono e del quale forse inconsapevolmente sono reali custodi. Creare una accademia ha il proposito di improntare una partecipazione nuova dove la tradizione supporti i nuovi saperi e obiettivi femminili, dove laboratori, stage e incontri permettano a tutti di acquisire quel ruolo di custode con una valenza ancora più forte in quanto maggiormente condiviso.Il progetto vuol comprendere in sé anche una funzione di osservatorio antidiscriminazione intesa oltre che come violenza di genere nella distinzione dei sessi anche nel discrimine che spesso si evince nella tutela dei luoghi e delle diverse realtà. La specificazione di genere che si è data in Accademia delle donne non ha un valore di limite o censura alla partecipazione maschile ma è sinonimo della volontà di costruire una forza ‘altra’ rispetto alle politiche diffuse nelle tipologie di appropriazione degli spazi, delle cose, delle produzioni e degli scambi.
· Contatto con Università italiane e straniere e altre Istituzioni in collaborazione con il Centro Studi di Orvieto per proporre master o seminari di formazione e di approfondimento della cultura delle donne in ambito storico, filosofico, letterario (contatti già esistenti: Comunità filosofica Diotima dell’Università di Verona, Società delle Letterate, Società delle Storiche, Movimento di Cooperazione Educativa).
· Istituzioni di borse di studio annuali per giovani donne impegnate nella ricerca e nella raccolta di storie significative per il patrimonio storico-artistico-culturale della nostra città, partecipazione a progetti europei, sviluppo di competenze e promozione di eccellenze della nostra città.
· Lancio di innovativi progetti in campo artistico-musicale-cinematografico che possono dare luogo a rassegne, concorsi di idee, minifestival in cooperazione con l’Associazionismo culturale di questa città.
· Il rapporto con la scuola dovrebbe dare luogo, ad una progressiva presa di coscienza dell’identità e dell’appartenenza di genere, attraverso un lavoro di conoscenza della storia politica, sociale, culturale delle donne, che costituisca radicamento, sviluppo della cittadinanza attiva e dell’esercizio dei propri diritti.
· Il locale individuato dalla precedente amministrazione, deve essere regolarizzato per garantire la reale implementazione del progetto di un centro di ascolto, salute e sostegno per donne di ogni nazionalità che riversano in situazioni di difficoltà e che le attività inerenti al funzionamento vengano sostenute economicamente dalla nuova amministrazione, costituendo,un fondo di solidarietà ,per il sostegno finanziario nei percorsi legali e psicologici per le donne con reddito basso e l'accompagnamento, logistico ed economico, per le donne sole con reddito basso o nullo, con o senza figli;
· Individuazione ed istituzione di una casa rifugio protetta ad indirizzo segreto, per tutte quelle donne che hanno la necessità di allontanarsi, anche temporaneamente. Riteniamo la casa protetta parte integrante dell'intero progetto di prevenzione e riduzione della violenza contro donne e minori.
· Le politiche di conciliazione devono diventare una priorità nell’agenda politica degli enti locali attraverso vari interventi , che vanno dall’offerta dei servizi alla promozione di trasformazioni culturali circa i ruoli nei compiti di cura all’interno delle famiglie e alla promozione di trasformazioni organizzative delle imprese per agevolare ed implementare il lavoro delle donne. Molto spesso per le imprese affrontare i temi della conciliazione può essere un vantaggio, anche in termini di minori costi e maggiore produttività. Alcuni strumenti esistono ma spesso sono poco noti e le imprese, anche se sollecitate dal sindacato faticano a farvi ricorso, ad esempio la Legge 125 finanzia o rimborsa le spese sostenute per azioni positive svolte da imprese, enti di formazione, associazioni, etc..Realizzare un unico punto,lo Sportello Donna, dove reperire velocemente tutte le informazioni sulle opportunità offerte dal territorio per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro è una proposta concreta anche per il nostro territorio, impegnandosi nel creare tavoli di scambio e di riflessione sulle politiche di conciliazione al fine di concretizzarle con politiche efficaci in termini di miglioramento della qualità della vita di donne e uomini e al fine di ricordarne la priorità nelle politiche per lo sviluppo economico e sociale.
· Inclusione nella redazione del bollettino dell’osservatorio sulla situazione economica e sociale dell’area Orvietana di studi sulla dinamica dell’occupazione femminile nei vari settori e la distribuzione della ricchezza prodotta e non solo il livello di reddito medio.
· Sanità, già molto di ciò che Emily in passato ha proposto con i suoi progetti, è stato scritto sul programma di coalizione, ma occorre una maggiore attenzione nel decentramento dei servizi sul territorio e nel potenziamento della medicina preventiva. Applicare la prevenzione seriamente, strutturandola con appositi servizi consentirebbe alla popolazione di elevare la propria qualità della vita ed inoltre verrebbe realizzato, da parte della struttura ospedaliera, un cospicuo risparmio di risorse finanziare. In un ottica di sistema e di rete della sanità regionale, per uno sviluppo ed una riqualificazione dell’ospedale di Orvieto proponiamo che diventi il centro specializzato nella prevenzione dell’Umbria. Rinnoviamo inoltre la richiesta di una gestione ed organizzazione dei servizi e delle strutture ospedaliere che tengano sempre più conto ed in considerazione “ il paziente”, quale individuo nel suo complesso, operando perciò con una visione olistica, che accolga la persona e la faccia sentire in un ambiente confortevole ed ospitale e non ostico ed avverso (progetto di Emily: “ L’ospedale che vorrei”).
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