domenica 31 maggio 2009
PIU' DONNE IN POLITICA : LE CANDIDATE DI EMILY IN ITALIA UMBRIA
Più donne in Politica. Loriana Stella, candidata a Sindaco di Orvieto. Cinque le liste di sostegno
Loriana Stella
candidata a Sindaco di Orvieto
delle liste
Partito Democratico
Sinistra e Libertà
Rifondazione Comunista
Italia dei Valori
Una Stella in Comune.
Loriana Stella nasce ad Orvieto il 28 agosto 1958. Sposata da oltre 25 anni, con una figlia, nel 1978 consegue la Maturità Tecnico Commerciale presso l'I.T.C."L.Maitani" di Orvieto con votazione 60/60.
Sul piano lavorativo, ha una breve esperienza come impiegata presso l'Ufficio Elettorale del Comune di Orvieto, dal 17.04.80 al 17.06.80, dopo di che entra nel mondo della scuola, come Coordinatore Amministrativo presso il Liceo Scientifico "Majorana" di Orvieto (dal 15.12.86 al 14.06.87) e successivamente come supplente nello stesso profilo presso varie Scuole Statali della Provincia di Terni (dal 13.02.81 al 31.08.89). Nell'anno scolastico 1991/1992 è Segretaria delle Commissioni Concorso di Abilitazione presso la Sovrintendenza Scolastica Interregionale Lazio - Umbria. Dal 1989 è Dirigente Servizi Tecnici e Amministrativi, nominata per concorso ordinario del Ministero della Pubblica Istruzione, con sede di titolarità l'Istituto Comprensivo di Attigliano (Tr).
Coltiva la passione per la politica fin dalla giovinezza, con la voglia e la determinazione di chi intende la politica stessa come servizio rivolto alla collettività, portando avanti la battaglia per la presenza delle donne in un mondo da sempre caratterizzato dalla predominanza maschile.
Non a caso, è la prima donna assessore al Comune di Orvieto, con deleghe a Bilancio, Personale, Commercio, Statuti e Partecipazione, Polizia Urbana, nel periodo da novembre 1992 fino alle elezioni Amministrative del 1995, eletta tra le fila dell'allora PDS.
Ma già a partire dal 1990 ricopre la carica di Consigliere Comunale a Orvieto in una Lista Civica di Sinistra fino al 1995 e da marzo 1991 a ottobre 1992 è Capogruppo PDS.
La sua esperienza come amministratore prosegue alla Provincia di Terni come Vicepresidente e Assessore con deleghe ai LL.PP. - Viabilità e Protezione Civile dal 09.07.1999 al 13.06.2004 e con delega al Circondario dal 08.07.2004. E' Vicepresidente uscente della Provincia di Terni e Assessore uscente ai Lavori Pubblici.
Convinta sostenitrice del progetto politico del Partito Democratico, è componente dell'Assemblea Costituente del PD eletta il 14 ottobre 2007. E' inoltre membro dell'Assemblea Nazionale del PD, nonché delle Assemblee Regionale e Provinciale.
Il suo percorso politico inizia all'interno del PDS. Dal maggio 1994 al luglio 1999 è Segretario Politico dell'Unione Intercomunale PDS. Fino al 1999 è Membro della Segreteria Regionale del PDS dell'Umbria e dell'Assemblea Nazionale del PDS.
Con il passaggio ai Democratici di Sinistra, è Componente del Consiglio Nazionale dei DS, nonché Membro dell'Assemblea Nazionale DS e componente del Direttivo della Conferenza Nazionale DS degli Amministratori Locali. Entra a far parte del Coordinamento Regionale Donne DS dell'Umbria e della Direzione di Federazione Provinciale DS di Terni e della Direzione Intercomunale e Comunale DS dell'Orvietano.
Numerosi gli altri incarichi ricoperti nel corso degli anni. Da marzo 1998 a giugno 1999 è Consulente dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale dell'Umbria. Partecipa al ciclo di incontri di formazione politica "A cosa servono i partiti" organizzato dalla Fondazione Italianieuropei nel 2002 e alle varie "Summer School" 2003/2004/2005. Dal 2000 al 2004 è Presidente del Comitato Provinciale di Protezione Civile della Provincia di Terni. Da gennaio 2000 è Membro del Direttivo Nazionale dell'Unione Province d'Italia (UPI) e dal dicembre 2004 è Componente dell'Ufficio di Presidenza Nazionale dell'Unione delle Province d'Italia (UPI). Dal 2000 al 2006 è Membro del Comitato di Sorveglianza Docup Ob. 2 istituito dalla Regione dell'Umbria.
E' Membro del Comitato Provinciale per la Sicurezza e l'Ordine Pubblico presso la Prefettura di Terni. E' Vice Presidente del Direttivo dell'Ente Parco Fiume Tevere.
E' socia di Emily, l'associazione che promuove la presenza delle donne nella politica.
Committente responsabile
Andrea Scopetti
Più donne in Politica. Francesca Quagliarotti, candidata al Consiglio Comunale di Orvieto nella lista "Una Stella in Comune"
Francesca Romana Quagliarotti
Candidata al Consiglio Comunale di Orvieto
per la lista
una Stella in Comune
Io, Francesca, non sono nata a Orvieto, ma in questo luogo credo di aver riposto una parte molto significativa della mia vita fatta di realtà e di sempre più significative e reali prospettive. Ad Orvieto ci sono cresciuta e quindi mi sono formata come cittadina ma soprattutto come donna, oggi spero di essermi guadagnata e meritata la mia "buona Stella".
Ho studiato grafica pubblicitaria ed in seguito mi sono laureata in architettura a Roma e l'architetto
è la professione che svolgo oggi, anche se sono stata a lungo occupata nel mondo agricolo tanto che anche oggi lo seguo con passione ed interesse.
Credo di essere stata una persona sempre con i piedi per terra ed è così che mi presento alla collettività per sostenere la candidatura a Sindaco di Loriana Stella.
Il mio percorso verso la politica riparte con la nascita dell' associazione Emily (ed è qui che ho conosciuto Loriana), è dunque una politica al femminile che si presta ad essere attenta ai dettagli; anche se sono apparentemente di minore importanza rendono migliore la qualità della vita.
La donna è colei che scandisce la quotidianità,l 'economia della casa, e spesso l'organizzazione della vita propria e dei propri familiari.
L'importanza di occuparsi di politica è quella di un impegno civico, è un passaggio legato alla partecipazione attiva mettendo a disposizione la propria conoscenza per sviluppare nuove prospettive e migliorare la qualità della vita attraverso la risoluzione di problemi reali.
Ritengo importante, per affrontare la politica con questa filosofia, essere fuori dalla logica di partito, ma sostenere un candidato valido che basa la sua politica su valori che prendono il via dalla partecipazione cittadina attraverso i tavoli di lavoro che sono stati l'inizio di questo nuovo processo politico. L'argomento centrale che mi preme è quello di spingere idee ed energie positive in progetti che permettano di rendere motivata la crescita degli individui e, dietro a nuove idee, una concreta messa in rete di progetti validi per la crescita della collettività.
Committente responsabile
Massimo Stella
Più donne in Politica. Donatella Belcapo, candidata al Consiglio Comunale di Orvieto per il Partito Democratico
Donatella Belcapo
candidata al Consiglio Comunale di Orvieto
per il Partito Democratico
Ciao, sono Donatella Belcapo, ho 41 anni, sono orvietana, commerciante e felicemente zia!
Dopo il diploma, ho voluto coltivare le mie passioni frequentando dei corsi tra cui quello di Interior Design presso l'Istituto Europeo e la scuola di Naturopatia e medicina solistica.
Nel mio percorso di vita ho scelto di impegnarmi nel sociale e in politica, attraverso la partecipazione ad associazioni del volontariato nel mondo femminile e cattolico, affacciandomi alla politica nel 2005 con l'elezione nel Consiglio Comunale della nostra città.
Negli ultimi mesi ho condiviso la mia passione con un gruppo di persone che si sono ritrovate intorno ad importanti valori per la crescita della città che ben ha rappresentato e rappresenta la nostra candidata a Sindaco Loriana Stella.
Se veramente vogliamo che Orvieto sia capace di futuro dovremo impegnarci ad ASSICURARE le piccole cose quotidiane senza perdere di vista i grandi temi d'interesse della nostra comunità.
Committente responsabile
Andrea Scopetti
Più donne in Politica. Maria Graziella Corradini, candidata al Consiglio Comunale di Monteleone nella lista "Uniti per Monteleone"
Maria Graziella Corradini
candidata al Consiglio Comunale di Monteleone
nella lista Uniti per Monteleone
Sono Maria Graziella Corradini, 51 anni, artigiana, assessore uscente, iscritta al Partito Democratico, membro dell'assemblea provinciale del PD.
Nella mia vita e in tutto quello che faccio, con assoluto spirito di servizio, mi ispiro a questa frase di Madre Teresa di Calcutta: "Sappiamo bene che ciò che facciamo è una piccola goccia nell'oceano, ma l'oceano è fatto di gocce".
Più donne in Politica. Cecilia Stopponi, candidata per Rifondazione Comunista al Consiglio Comunale di Orvieto e alla Provincia di Terni nel Collegio Orvieto I
Maria Cecilia Stopponi
Candidata per Rifondazione Comunista
Al Consiglio Comunale di Orvieto
Alla Provincia di Terni nel Collegio Orvieto I
Forse è un atto di presunzione credere che ad Orvieto molti sappiano di me quasi tutto quello che c'è da sapere. E' perché ad Orvieto sono nata, vissuta e vi ho svolto molte delle mie attività lavorative.
E' perché la mia famiglia è una "vecchia" famiglia orvietana, è perché in questa nostra città ci conosciamo tutti -nel bene e nel male- ed io ho sempre considerato questo non un limite, ma -al contrario- il grande privilegio di non dover subire l'alienazione dell'anonimato e della solitudine.
Da molti anni "faccio" politica, nel senso che considero l'impegno svolto in prima persona un dovere prima che una passione.
Nel 2004, il Partito della Rifondazione Comunista - in cui milito fin dalla sua costituzione, provenendo da un lungo periodo nel PCI - mi ha "regalato" l'esperienza straordinaria di misurarmi con la complessità della gestione amministrativa affidandomi l'incarico di Assessore Comunale.
Le materie di cui mi sono occupata (politiche sociali, sanità, scuola, immigrazione) sono quanto di più complesso una amministrazione pubblica si trovi ad affrontare, perché tentare di realizzare una comunità solidale, inclusiva, giusta, che garantisca i diritti di tutti, che salvaguardi e tuteli la salute fisica e "sociale", che garantisca pari opportunità di vita e di dignità a donne, uomini e bambini, che non approcci questi temi in un'ottica residuale e caritatevole, è una ambizione che si scontra con due ordini di problemi:
* il primo di carattere finanziario, per il quale in massima parte si dipende da decisioni di altri soggetti (in primo luogo il Governo centrale e poi la Regione);
* il secondo di ordine "culturale", inteso come l'acquisizione, nella cultura diffusa, della profonda consapevolezza (o meno) del fatto che "sociale" è tutto quanto riguarda la gestione della cosa pubblica; ogni azione amministrativa e politica che si compie, infatti, incide sempre sullo stato di benessere o malessere della comunità.
Questi ostacoli concreti possono essere rimossi soltanto modificando il modo di intendere la propria azione amministrativa: condivisione, ascolto, concertazione, lavoro di squadra, etica, sono affermazioni, parole d'ordine, che debbono trasformarsi in modo di essere e modo di lavorare.
Vanno individuate le priorità d'intervento ed indirizzate in quelle direzioni tutte le azioni di governo, e le risorse finanziarie necessarie, perseguendo una reale integrazione delle e fra le politiche.
E la priorità, soprattutto in questa fase storica, non c'è dubbio che sia investire su politiche sociali in grado di non lasciare nessuno da solo ad affrontare i propri problemi, di lavoro, di salute, di disagio, a partire dalle tematiche che riguardano i giovani, gli anziani, la non autosufficienza, le disabilità, le nuove povertà.
Non approfondisco in questa sede gli altri temi nodali che fanno parte del programma del Partito della Rifondazione comunista, ma invito tutti gli interessati a dare uno sguardo alle nostre proposte su ambiente, lavoro, turismo, partecipazione, sviluppo economico, scuola e cultura, sanità, lavoro, urbanistica, laicità e diritti.
Chiudo con una dichiarazione che è un impegno per me e per tutti i compagni presenti nella lista del Partito della Rifondazione Comunista: per restituire alle persone la fiducia nella politica, per restituire un'etica ed il suo senso a questa parola, BISOGNA ESSERE E FARE QUELLO CHE SI DICHIARA DI ESSERE E DI VOLER FARE, come forza politica, ma soprattutto e prima di tutto come persone.
Committente Responsabile L. 515/93: Furio De Angelis
Più donne in Politica. Liliana Grasso, candidata per il Partito Democratico alla Provincia di Terni nel Collegio Orvieto III
Liliana Grasso
candidata per il Partito Democratico
alla Provincia di Terni nel Collegio Orvieto III
Sono nata il 25 agosto del 1966 e vivo a Orvieto. Dopo la maturità classica e due corsi di specializzazione negli Stati Uniti mi sono dedicata con grande passione all'arte contemporanea, ho curato l'organizzazione di mostre e di eventi culturali in Italia e all'estero. Molti giovani talenti, soprattutto donne, hanno costruito con me la loro prima esperienza professionale.
Con le primarie del PD sono stata eletta nel coordinamento comunale di Orvieto e nell'assemblea provinciale. Oggi sono la Responsabile dell'Organizzazione del PD dell'Umbria.
Sono socia di Emily, l'associzione che promuove la presenza delle donne in politica.
Cinque sono le grandi passioni della mia vita: la mia famiglia, Orvieto e l'Umbria, l'arte, il mare e la buona cucina.
Dalle mie passioni traggo l'energia che tutti i giorni investo in quello che faccio.
La nostra terra mi incanta. Rappresenta per me la qualità della vita e il benessere, che va tutelato nel rispetto dell'ambiente naturale ed architettonico, per quelle peculiarità che lo rendono unico nel mondo.
L'arte è l'armonia delle mie giornate, è una delle espressioni massime del genio umano. Di sicuro la mia preferita.
La cucina è una tradizione di famiglia, mia nonna e mia madre mi hanno insegnato che il buon cibo cucinato con passione fa bene a coloro che ami.
Ho un'altra grande passione: è la politica, nel senso di impegno civile, di raccordo e raccolta dei bisogni della comunità, di agire per il benessere e la realizzazione di tutti.
È con questo spirito che affronto la responsabilità della candidatura che mi è stata affidata. Cercando sempre di tenere a mente che i miei compiti sono: ascoltare e fare.
Sono candidata nelle liste del Partito Democratico nel Collegio Orvieto III che comprende: Orvieto Scalo, Segheria, Torre San Severo, Sugano, Canonica, Benano, Bardano, Ponte Giulio e il comune di Porano.
Facciamo Provincia Insieme
Condivisione e trasparenza rappresentano un dovere inderogabile per chi si candida e un diritto sacrosanto per gli elettori, per questo vorrei prima di tutto ascoltare con grande attenzione l'opinione di tutti voi per raccogliere, indicazioni e suggerimenti utili ad intraprendere insieme questo percorso.
Non vi sottoporrò il solito programma "copia e incolla", la solita lista interminabile di progetti e interventi da realizzare: in questi giorni di campagna elettorale proverò ad esporvi le mie idee per una provincia moderna, efficiente, solidale.
Cercherò sempre un terreno di confronto anche con chi ha opinioni diverse dalle mie, con onestà intellettuale e politica, perché sono fermamente convinta che la capacità di ascolto e il dialogo rappresentano il "sale" di una sana democrazia.
Un punto di riferimento per dare voce a tutti i territori
Alla Provincia è assegnato un significativo ruolo di pianificazione, che va interpretato nel senso di cogliere i bisogni e le richieste dei cittadini, farsene carico e cercare una soluzione, mettendo in rete le risorse presenti sul territorio. E' il luogo in cui le autonomie locali si coordinano e possono interagire per amplificare le rispettive potenzialità, un ente "mediano" per estensione territoriale, ma "primario" per progettualità, capace di creare una rete istituzionale che è il presupposto indispensabile per una pubblica amministrazione finalmente efficace.
Concertazione
La Provincia, per la sua vocazione istituzionale, rappresenta il contesto ideale in cui attivare "tavoli" di concertazione permanente sulle politiche di sviluppo socio-economico e culturale. La finalità della concertazione è giungere a scelte condivise e partecipate, in modo da favorire un incremento delle informazioni per tutti i soggetti interessati, una maggiore efficacia negli investimenti, una maggiore capacità di intervento sulle reali necessità, un più efficace monitoraggio dei processi e dei loro esiti.
Per questo credo fermamente nella necessità di far nascere una nuova stagione di gestione della "cosa pubblica", improntata alla trasparenza e alla lealtà politica, che vedrà il cittadino quale vero protagonista, finalmente in condizione di far arrivare la sua voce al governo locale.
Provincia Moderna: sviluppo e innovazione
Una provincia moderna deve rispondere alle esigenze del cittadino in maniera rapida, con azioni certe, chiare e complete. E' un ente aperto all'esterno, collegato strutturalmente agli altri soggetti istituzionali attraverso la rete telematica e sintonizzato con loro sullo stesso canale di sviluppo della competitività del sistema territoriale.
Penso quindi che la tecnologia sia uno degli elementi chiave su cui puntare, combinata con il dialogo ed il confronto continuo con gli altri enti e con gli utenti stessi. Puntare sulle infrastrutture. Quelle materiali - che devono essere potenziate e sostenute; e quelle immateriali attraverso le quali veicolare idee, ricerca, creatività, spirito d'impresa, ma anche solidarietà.
Oggi le imprese così come i cittadini esprimono una forte richiesta di cambiamento e di innovazione. Per aumentare la competitività delle PMI occorre creare le migliori condizioni per lo sviluppo ed il consolidamento della loro dimensione operativa.
Si tratta di facilitare il funzionamento delle filiere produttive e la costruzione di sistemi a rete nei quali ogni imprenditore possa rimanere protagonista, ma allo stesso tempo possa adottare soluzioni tecnologiche ed organizzative innovative, così da accedere ai mercati di sbocco con approcci adeguati.
È necessario continuare ad investire sulla formazione imprenditoriale, sulla cultura della conoscenza e sull'inserimento di figure professionali dotate di competenze e qualifiche tali da consentire di incorporare in azienda nuovo know-how per cogliere le opportunità di internazionalizzazione.
Patrimonio Turismo e Cultura
Il turismo è una delle principali leve da utilizzare per uscire dalla crisi e, soprattutto, per creare una linea duratura di sviluppo sostenibile.
La visione del futuro turistico della Provincia deve puntare sulla rivalutazione delle eccellenze, sulla valorizzazione delle tante risorse turistiche che costellano il nostro territorio e sull'amplificazione della capacità attrattiva che hanno gli eventi territoriali, quali feste, sagre, tradizioni e manifestazioni culturali, frutto dell'identità del nostro territorio che ci accomuna nel disegno del futuro.
Per far questo è necessario costruire prodotti turistici specifici e molto ben definiti, in grado di valorizzare le varie forme di turismo presenti in provincia e di unire tutte le peculiarità del territorio. È, inoltre, indispensabile garantire e incentivare la presenza di tutti gli attori del settore sul web con maggiori informazioni e maggiori servizi; è nostro dovere utilizzare la tecnologia per far vivere il patrimonio artistico e naturale.
Il sostegno ai nuovi saperi e alla cultura è un imprescindibile volano di crescita, in grado di produrre reale sviluppo economico.
Patrimonio Ambiente
Possediamo una ricchezza che il mondo ci invidia: la qualità della vita.
E' questo patrimonio paesaggistico, monumentale e artistico che dobbiamo valorizzare per migliorare anche gli indicatori economici.
Questo significa prima di tutto puntare sulla tutela del paesaggio e dell'ecosistema, promuovere il turismo verde, incentivando le iniziative imprenditoriali nel settore e creando nuovi circuiti che possano coniugare i prestigiosi eventi culturali presenti sul territorio con percorsi storico-artistici e paesaggistici.
Va, inoltre, sostenuto e rafforzato il tessuto imprenditoriale delle piccole imprese che hanno reso famosi i prodotti del nostro artigianato.
In questo contesto non possiamo dimenticare le riconosciute eccellenze nel settore della new economy, che possono rappresentare la locomotiva per l'innalzamento del livello tecnologico dell'intero sistema.
La Provincia delle "Persone"
I servizi sociali non sono soltanto strumenti di equità sociale, ma anche di crescita economica. Penso ad un'economia relazionale che metta al centro la persona, con le sue specificità.
La Provincia può stimolare la cultura del confronto e dello scambio di esperienze, un impegno corale che ricollochi la persona al centro del sistema, che "non lasci indietro nessuno", trovando vie d'uscita a momenti di difficoltà, che possono toccare ognuno di noi, come ci dimostra la crisi economica che stiamo vivendo.
Da questo punto di vista la riforma del sistema di welfare locale deve puntare sulla necessità di trovare risposte efficaci ed immediate ai nuovi bisogni che la contemporaneità fa emergere.
A partire dalle nuove povertà, dalle politiche per il protagonismo delle giovani generazioni, sull'invecchiamento attivo, sulla non autosufficienza e sulle diversabilità.
In un sistema economico e occupazionale della Provincia che, indipendentemente dal titolo di studio acquisito, ricerca prevalentemente operai generici da inserire con contratti di apprendistato, le priorità assolute sono la qualificazione delle risorse umane e l'investimento sull'occupazione femminile. Nella crisi economica in atto, infatti, le donne per prime sono espulse dal mondo del lavoro e rientrano nel luogo chiuso delle cure familiari, mentre le più giovani rimangono bloccate in una condizione di dipendenza dalle famiglie di origine.
Patrimonio Donna
Le politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle donne devono diventare una priorità nell'agenda politica della Provincia, con interventi mirati che vanno dall'offerta dei servizi, alla promozione di azioni efficaci per l'evoluzione culturale del ruolo di cura all'interno delle famiglie e alla promozione di modifiche organizzative delle imprese per agevolare ed implementare il lavoro delle donne.
Molto spesso per le PMI affrontare i temi della conciliazione può essere un vantaggio, anche in termini di minori costi e maggiore produttività. Alcuni strumenti esistono ma sono poco noti e le imprese faticano a farvi ricorso, ad esempio la Legge 125 finanzia o rimborsa le spese sostenute per azioni positive svolte da imprese, enti di formazione e associazioni.
La Provincia deve sostenere la creazione di tavoli di partecipazione sulle politiche di conciliazione al fine di concretizzarle con azioni efficaci in termini di miglioramento della qualità della vita di donne e uomini.
Prevenire e contrastare la violenza contro le donne
La violenza contro le donne è la violazione dei diritti umani più vergognosa. Va contrastata con l'impegno morale e sociale di tutte e di tutti. E con tutte le misure necessarie a partire dalle istituzioni.
Serve un cambiamento di cultura e di rapporti fra i sessi per fondare un nuovo patto di convivenza tra uomini e donne. Per questo la violenza contro le donne non può essere ricondotta semplicemente ad un problema di sicurezza delle città o di ordine pubblico, ma ad un grave fenomeno di involuzione culturale e sociale diffuso, che non conosce differenze di classe, di etnia, di colore, di stato sociale, a contrasto del quale deve essere speso un impegno permanente che non si attivi solo nelle emergenze, ma che sia al centro dell'agenda politica.
Sono indispensabili azioni che tendano a modificare il modello culturale facendo leva sui giovani e sul modello formativo della scuola che deve essere volto al superamento degli stereotipi culturali e sociali che ostacolano l'espressione delle libertà fondamentali ed il rispetto dei diritti delle donne.
Se vuoi scegliermi, barra il simbolo del Partito Democratico sulla scheda gialla.
Più donne in Politica. Adriana Bugnini, candidata al Consiglio Comunale di Orvieto per il Partito Democratico
Adriana Bugnini
candidata per il Partito Democratico
al Consiglio Comunale di Orvieto
Mi chiamo Adriana Bugnini. Sono nata ad Orvieto il 10 Luglio 1963 e sono residente ad Orvieto da sempre.
Sono un operatore sanitario (infermiera) presso il Presidio Ospedaliero di Orvieto , dal 2004 sono la referente per l'area Orvietana dell'Unità Operativa Formazione Educazione alla Salute della Asl n.4 di Terni.
Chi mi conosce sa che non riesco ad impegnarmi in nulla se non mi appassiono alla causa, ma una volta assunto un impegno lo porto sino in fondo con dedizione, responsabilità e competenza.
Sono una persona tenace che non si lascia intimorire, credo in quello che faccio e faccio quello in cui credo.
Sono socia di Emily, l'associazione che promuove la presenza delle donne nella politica.
Il "perché" del mio impegno
Orvieto è la mia città, una città con un grande potenziale socio-economico, storico-culturale, gastronomico e paesaggistico, che non deve essere lasciata in balìa degli orvietani d'adozione che tanto sventolano il loro appassionato e "disinteressato" interesse per questa città.
Orvieto, città bella e prestigiosa, conosciuta in tutto il mondo per la sua storia, la ricchezza dei suoi monumenti, le sue eccellenze, è così perché il governo locale della sinistra l'ha inserita nei circuiti mediatici specifici facendola conoscere in tutto il mondo.
Personalmente ho creduto da subito nel progetto politico del Partito Democratico, un partito che si apre alla gente e che chiede la partecipazione di tutti ad ogni livello decisionale.
La candidata Sindaco Loriana Stella ha in sé le caratteristiche giuste per una gestione democratica e trasparente del nostro Comune.
Loriana Stella è una candidata che ha avuto la capacità di creare un gruppo tanto eterogeneo quanto appassionato alla causa, che crede in lei e nella sua politica per la gente e fra la gente.
Il nostro progetto è ambizioso ma lo realizzeremo scevri da condizionamenti e liberi di parlare con la popolazione non per promettere cose non sostenibili ma per coinvolgere, motivare, promuovere e migliorare questo nostro meraviglioso contesto storico-culturale con e per la nostra città.
La lista del Partito Democratico ha dimostrato la volontà di cambiamento inserendo un numero elevato di volti nuovi.
Ora Io sono qui a chiedervi fiducia e per la mia candidatura e per il progetto politico di rinnovamento, trasparenza, condivisione e consultazione che rappresento.
Committente responsabile
Andrea Scopetti
Più donne in Politica. Maria Adelaide Ranchino, candidata a Sindaco di Porano per la lista "Insieme per Porano"
Maria Adelaide Ranchino
Candidata a Sindaco di Porano
per la lista
Insieme per Porano
Maria Adelaide Ranchino nasce a Orvieto il 27 agosto del 1970. Studi superiori al Liceo Scientifico Ettore Majorana di Orvieto. Laureata all'Università degli studi della Tuscia a Viterbo in Conservazione dei Beni culturali, Indirizzo archivistico librario. Ha svolto un corso presso la Scuola Vaticana di Biblioteconomia.
E' responsabile del Centro di Documentazione europea del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Biblioteca Centrale "G. Marconi" a Roma. Ha l'hobby della pallavolo, partecipa alla corale della Scuola di Musica Comunale "Adriano Casasole". Sposata con due figli. E' socia di Emily, l'associazione che promuove la presenza delle donne nella politica.
E' stata Consigliere comunale a Orvieto dal 1999 al 2004. Ha inoltre ricoperto la carica di Consigliere comunale a Porano e di Consigliere del Consiglio della Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana dal 2004 al 2009.
Ho accettato con entusiasmo la proposta di candidatura a Sindaco che mi è stata fatta dal gruppo Insieme per Porano e dai partiti che sostengono la coalizione. Ritengo di poter offrire al paese le competenze che in questi cinque anni ho maturato collaborando in maniera concreta alle scelte che l'amministrazione uscente ha fatto per lo sviluppo del Comune. Personalmente, come riformista e come cattolica, intendo prestare la massima attenzione ai bisogni e alle necessità di tutti i cittadini garantendo equità, giustizia e meritocrazia. Per riuscire in questo compito è necessaria la massima trasparenza negli atti amministrativi e la più ampia partecipazione della cittadinanza alla vita del Comune.
Il 6 e 7 giugno vogliamo cominciare una grande avventura insieme. Una squadra nuova in Comune, per portare a compimento le idee che hanno risvegliato PORANO 10 anni fa quando INSIEME PER PORANO divenne maggioranza dopo che per 23 anni il centro-destra aveva amministrato il Comune, spegnendo ogni spinta propulsiva al miglioramento. In 10 anni, insieme, abbiamo cambiato faccia al nostro Paese che è più bello, più solidale, più vivibile, con più servizi e più spazi di incontro per tutti.
Ora dobbiamo passare ad una nuova fase. Quella che porterà Porano ad essere Comune eccellente tra i piccoli Comuni in Italia. Una grande sfida che dobbiamo vincere insieme!
Abbiamo dato al nostro Paese un nuovo volto. Oggi, di fronte ad una crisi economica senza precedenti, Porano può giocare una carta in più. Conclusi molti dei lavori legati alle infrastrutture, oltre all'ordinaria amministrazione, dovremo lanciare la sfida della gestione.
Porano, in questi 10 anni, è uscito dall'isolamento. Il forte rapporto che abbiamo stabilito con Comunità Montana, Provincia e Regione, enti ed Istituzioni amministrati da governi simili al nostro per appartenenza culturale, ci hanno permesso e ci permetteranno di ottenere altri risultati.
Nei prossimi cinque anni raccoglieremo i frutti del lavoro svolto, riempiendo di contenuti il nostro territorio, lavorando per la promozione. E saremo, proprio per le cose che abbiamo fatto, un punto di riferimento per tutto il territorio.
Questa scommessa è un obiettivo, un patto che facciamo con noi stessi e con i cittadini di Porano, per dimostrare che ogni lavoro fatto era un pezzo di un progetto di sviluppo, anche economico, ben più ampio.
Committente responsabile
Marcello Sarpano
Più donne in Politica. Valentina Barbabella, candidata al Consiglio Comunale di Castel Viscardo per la lista "Trasparenza Partecipazione Responsabilità"
Valentina Barbabella
candidata al Consiglio Comunale di Castel Viscardo per la lista Trasparenza Partecipazione Responsabilità
Ho 45 anni, sono nata e vivo da sempre nel comune di Castel Viscardo. Sono coniugata, ho due figli di 12 e 17 anni.
Da appena finiti gli studi ho sempre lavorato con impegno dando tutta me stessa alla famiglia e al lavoro, dedicando lo stesso impegno alla politica.
Dal 2005 presto servizio lavorativo presso l'ospedale Santa Maria della Stella di Orvieto come operatrice sanitaria.
Ho deciso di dare la mia disponibilità alla candidatura per la mia trasparenza di persona partecipe e responsabile, contando di poter essere utile alla comunità del mio paese per il presente ed il futuro.
Sono socia di Emily, l'associazione che promuove la presenza delle donne nella politica.
Committente responsabile
Marcello Tomassini
giovedì 21 maggio 2009
Emily in Italia Umbria con Loriana Stella
Consegnato a Loriana il contributo programmatico "Progetto Donna"........
In bocca al lupo Lori!
EMILY IN ITALIA UMBRIA : PROGETTO DONNA
E’ possibile cambiare la politica, la cultura, il lavoro, l'organizzazione delle nostre città, a partire da nuove domande di libertà? E’ questa eterea e complicatissima esigenza che muove verso un progetto e verso una domanda di libertà, perché la risposta è sì, è dalle domande di libertà che nascono i grandi cambiamenti.
Fattore trasversale per il Comune di Orvieto è quello di elaborare e permeare con una visione di genere, la programmazione, a tutto tondo, in ogni aspetto economico, istituzionale e sociale. E’ tempo che la gestione al femminile non si occupi più soltanto del sociale, della cultura, della pubblica istruzione, che sembrano essere stati gli esclusivi punti forti del sapere e della conoscenza delle donne in politica. La società italiana ad oggi non ha saputo valorizzare questa risorsa, perdendo così sia in termini economici che sociali una grande opportunità. Con l’inserimento al lavoro di sole 100.000 donne in Italia, il PIL accrescerebbe di quasi un punto percentuale; se le donne fossero più occupate anche il tasso di natalità, nota dolente per il nostro Paese, subirebbe un incisivo aumento, così anche se ci fossero più servizi all’infanzia e accordi con l’imprese sui congedi parentali e tempi di lavoro. Il “cambio di passo” nelle azioni dei governi rappresenta una grande novità di questi ultimi anni. In molti Paesi si è passati da politiche destinate ad un genere considerato più debole e svantaggiato ad azioni considerate essenziali per la crescita economica. Si è diffuso il termine “womenomics” per indicare l’attenzione della ricerca economica all’accresciuto ruolo delle donne all’esterno della famiglia nella creazione di benessere, con riflessi positivi sulla situazione demografica, ma anche sul perseguimento degli obiettivi familiari e individuali di qualità della vita. Con le premesse sopra esposte va da se che il lavoro è fondamentale, è l’essenza primaria per la miglior realizzazione ed autodeterminazione della donna. L’agenda di Lisbona fissa per il 2010 l’obiettivo del 60% delle donne occupate. Nella nostra provincia le donne occupate sono circa il 40 %, raggiungere la percentuale fissata dalla Comunità Europea è possibile.
E’ fondamentale la cooperazione e la messa in rete tutte le associazioni presenti sul territorio, in particolare sui temi della violenza sessuale e degli abusi, sulle forme di disagio, sulla faticosa presenza e a tratti esclusione delle donne dalla vita politica, come risultato di un dato culturale e simbolico che richiede un lavoro continuo e costante di formazione degli operatori, di sensibilità politica e amministrativa a medio e lungo termine.
Per rendere concrete ed intraprendere un vero e proprio percorso di politiche espletate con la visione di genere, bisogna focalizzare l’attività istituzionale sui seguenti obiettivi:
· Istituzione della Commissione Consiliare Pari opportunità.
· Istituzione del Comitato d’ambito delle Pari Opportunità.
· Bilancio di genere.
· Nascita di un Centro di documentazione della Cultura delle Donne a partire dal fondo librario e documentario di Eloisa Manciati, che sia fruibile da tutta la cittadinanza e in particolare sia punto di riferimento per la scuola, le giovani universitarie e ricercatrici che vogliano sviluppare lavori e elaborazioni di pensiero.
· Accademia delle donne .Le donne si tramandano conoscenze pratiche e azioni supportate e allo stesso tempo assoggettate al rispetto delle ricchezze del luogo in cui vivono e del quale forse inconsapevolmente sono reali custodi. Creare una accademia ha il proposito di improntare una partecipazione nuova dove la tradizione supporti i nuovi saperi e obiettivi femminili, dove laboratori, stage e incontri permettano a tutti di acquisire quel ruolo di custode con una valenza ancora più forte in quanto maggiormente condiviso.Il progetto vuol comprendere in sé anche una funzione di osservatorio antidiscriminazione intesa oltre che come violenza di genere nella distinzione dei sessi anche nel discrimine che spesso si evince nella tutela dei luoghi e delle diverse realtà. La specificazione di genere che si è data in Accademia delle donne non ha un valore di limite o censura alla partecipazione maschile ma è sinonimo della volontà di costruire una forza ‘altra’ rispetto alle politiche diffuse nelle tipologie di appropriazione degli spazi, delle cose, delle produzioni e degli scambi.
· Contatto con Università italiane e straniere e altre Istituzioni in collaborazione con il Centro Studi di Orvieto per proporre master o seminari di formazione e di approfondimento della cultura delle donne in ambito storico, filosofico, letterario (contatti già esistenti: Comunità filosofica Diotima dell’Università di Verona, Società delle Letterate, Società delle Storiche, Movimento di Cooperazione Educativa).
· Istituzioni di borse di studio annuali per giovani donne impegnate nella ricerca e nella raccolta di storie significative per il patrimonio storico-artistico-culturale della nostra città, partecipazione a progetti europei, sviluppo di competenze e promozione di eccellenze della nostra città.
· Lancio di innovativi progetti in campo artistico-musicale-cinematografico che possono dare luogo a rassegne, concorsi di idee, minifestival in cooperazione con l’Associazionismo culturale di questa città.
· Il rapporto con la scuola dovrebbe dare luogo, ad una progressiva presa di coscienza dell’identità e dell’appartenenza di genere, attraverso un lavoro di conoscenza della storia politica, sociale, culturale delle donne, che costituisca radicamento, sviluppo della cittadinanza attiva e dell’esercizio dei propri diritti.
· Il locale individuato dalla precedente amministrazione, deve essere regolarizzato per garantire la reale implementazione del progetto di un centro di ascolto, salute e sostegno per donne di ogni nazionalità che riversano in situazioni di difficoltà e che le attività inerenti al funzionamento vengano sostenute economicamente dalla nuova amministrazione, costituendo,un fondo di solidarietà ,per il sostegno finanziario nei percorsi legali e psicologici per le donne con reddito basso e l'accompagnamento, logistico ed economico, per le donne sole con reddito basso o nullo, con o senza figli;
· Individuazione ed istituzione di una casa rifugio protetta ad indirizzo segreto, per tutte quelle donne che hanno la necessità di allontanarsi, anche temporaneamente. Riteniamo la casa protetta parte integrante dell'intero progetto di prevenzione e riduzione della violenza contro donne e minori.
· Le politiche di conciliazione devono diventare una priorità nell’agenda politica degli enti locali attraverso vari interventi , che vanno dall’offerta dei servizi alla promozione di trasformazioni culturali circa i ruoli nei compiti di cura all’interno delle famiglie e alla promozione di trasformazioni organizzative delle imprese per agevolare ed implementare il lavoro delle donne. Molto spesso per le imprese affrontare i temi della conciliazione può essere un vantaggio, anche in termini di minori costi e maggiore produttività. Alcuni strumenti esistono ma spesso sono poco noti e le imprese, anche se sollecitate dal sindacato faticano a farvi ricorso, ad esempio la Legge 125 finanzia o rimborsa le spese sostenute per azioni positive svolte da imprese, enti di formazione, associazioni, etc..Realizzare un unico punto,lo Sportello Donna, dove reperire velocemente tutte le informazioni sulle opportunità offerte dal territorio per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro è una proposta concreta anche per il nostro territorio, impegnandosi nel creare tavoli di scambio e di riflessione sulle politiche di conciliazione al fine di concretizzarle con politiche efficaci in termini di miglioramento della qualità della vita di donne e uomini e al fine di ricordarne la priorità nelle politiche per lo sviluppo economico e sociale.
· Inclusione nella redazione del bollettino dell’osservatorio sulla situazione economica e sociale dell’area Orvietana di studi sulla dinamica dell’occupazione femminile nei vari settori e la distribuzione della ricchezza prodotta e non solo il livello di reddito medio.
· Sanità, già molto di ciò che Emily in passato ha proposto con i suoi progetti, è stato scritto sul programma di coalizione, ma occorre una maggiore attenzione nel decentramento dei servizi sul territorio e nel potenziamento della medicina preventiva. Applicare la prevenzione seriamente, strutturandola con appositi servizi consentirebbe alla popolazione di elevare la propria qualità della vita ed inoltre verrebbe realizzato, da parte della struttura ospedaliera, un cospicuo risparmio di risorse finanziare. In un ottica di sistema e di rete della sanità regionale, per uno sviluppo ed una riqualificazione dell’ospedale di Orvieto proponiamo che diventi il centro specializzato nella prevenzione dell’Umbria. Rinnoviamo inoltre la richiesta di una gestione ed organizzazione dei servizi e delle strutture ospedaliere che tengano sempre più conto ed in considerazione “ il paziente”, quale individuo nel suo complesso, operando perciò con una visione olistica, che accolga la persona e la faccia sentire in un ambiente confortevole ed ospitale e non ostico ed avverso (progetto di Emily: “ L’ospedale che vorrei”).
In bocca al lupo Lori!
EMILY IN ITALIA UMBRIA : PROGETTO DONNA
E’ possibile cambiare la politica, la cultura, il lavoro, l'organizzazione delle nostre città, a partire da nuove domande di libertà? E’ questa eterea e complicatissima esigenza che muove verso un progetto e verso una domanda di libertà, perché la risposta è sì, è dalle domande di libertà che nascono i grandi cambiamenti.
Fattore trasversale per il Comune di Orvieto è quello di elaborare e permeare con una visione di genere, la programmazione, a tutto tondo, in ogni aspetto economico, istituzionale e sociale. E’ tempo che la gestione al femminile non si occupi più soltanto del sociale, della cultura, della pubblica istruzione, che sembrano essere stati gli esclusivi punti forti del sapere e della conoscenza delle donne in politica. La società italiana ad oggi non ha saputo valorizzare questa risorsa, perdendo così sia in termini economici che sociali una grande opportunità. Con l’inserimento al lavoro di sole 100.000 donne in Italia, il PIL accrescerebbe di quasi un punto percentuale; se le donne fossero più occupate anche il tasso di natalità, nota dolente per il nostro Paese, subirebbe un incisivo aumento, così anche se ci fossero più servizi all’infanzia e accordi con l’imprese sui congedi parentali e tempi di lavoro. Il “cambio di passo” nelle azioni dei governi rappresenta una grande novità di questi ultimi anni. In molti Paesi si è passati da politiche destinate ad un genere considerato più debole e svantaggiato ad azioni considerate essenziali per la crescita economica. Si è diffuso il termine “womenomics” per indicare l’attenzione della ricerca economica all’accresciuto ruolo delle donne all’esterno della famiglia nella creazione di benessere, con riflessi positivi sulla situazione demografica, ma anche sul perseguimento degli obiettivi familiari e individuali di qualità della vita. Con le premesse sopra esposte va da se che il lavoro è fondamentale, è l’essenza primaria per la miglior realizzazione ed autodeterminazione della donna. L’agenda di Lisbona fissa per il 2010 l’obiettivo del 60% delle donne occupate. Nella nostra provincia le donne occupate sono circa il 40 %, raggiungere la percentuale fissata dalla Comunità Europea è possibile.
E’ fondamentale la cooperazione e la messa in rete tutte le associazioni presenti sul territorio, in particolare sui temi della violenza sessuale e degli abusi, sulle forme di disagio, sulla faticosa presenza e a tratti esclusione delle donne dalla vita politica, come risultato di un dato culturale e simbolico che richiede un lavoro continuo e costante di formazione degli operatori, di sensibilità politica e amministrativa a medio e lungo termine.
Per rendere concrete ed intraprendere un vero e proprio percorso di politiche espletate con la visione di genere, bisogna focalizzare l’attività istituzionale sui seguenti obiettivi:
· Istituzione della Commissione Consiliare Pari opportunità.
· Istituzione del Comitato d’ambito delle Pari Opportunità.
· Bilancio di genere.
· Nascita di un Centro di documentazione della Cultura delle Donne a partire dal fondo librario e documentario di Eloisa Manciati, che sia fruibile da tutta la cittadinanza e in particolare sia punto di riferimento per la scuola, le giovani universitarie e ricercatrici che vogliano sviluppare lavori e elaborazioni di pensiero.
· Accademia delle donne .Le donne si tramandano conoscenze pratiche e azioni supportate e allo stesso tempo assoggettate al rispetto delle ricchezze del luogo in cui vivono e del quale forse inconsapevolmente sono reali custodi. Creare una accademia ha il proposito di improntare una partecipazione nuova dove la tradizione supporti i nuovi saperi e obiettivi femminili, dove laboratori, stage e incontri permettano a tutti di acquisire quel ruolo di custode con una valenza ancora più forte in quanto maggiormente condiviso.Il progetto vuol comprendere in sé anche una funzione di osservatorio antidiscriminazione intesa oltre che come violenza di genere nella distinzione dei sessi anche nel discrimine che spesso si evince nella tutela dei luoghi e delle diverse realtà. La specificazione di genere che si è data in Accademia delle donne non ha un valore di limite o censura alla partecipazione maschile ma è sinonimo della volontà di costruire una forza ‘altra’ rispetto alle politiche diffuse nelle tipologie di appropriazione degli spazi, delle cose, delle produzioni e degli scambi.
· Contatto con Università italiane e straniere e altre Istituzioni in collaborazione con il Centro Studi di Orvieto per proporre master o seminari di formazione e di approfondimento della cultura delle donne in ambito storico, filosofico, letterario (contatti già esistenti: Comunità filosofica Diotima dell’Università di Verona, Società delle Letterate, Società delle Storiche, Movimento di Cooperazione Educativa).
· Istituzioni di borse di studio annuali per giovani donne impegnate nella ricerca e nella raccolta di storie significative per il patrimonio storico-artistico-culturale della nostra città, partecipazione a progetti europei, sviluppo di competenze e promozione di eccellenze della nostra città.
· Lancio di innovativi progetti in campo artistico-musicale-cinematografico che possono dare luogo a rassegne, concorsi di idee, minifestival in cooperazione con l’Associazionismo culturale di questa città.
· Il rapporto con la scuola dovrebbe dare luogo, ad una progressiva presa di coscienza dell’identità e dell’appartenenza di genere, attraverso un lavoro di conoscenza della storia politica, sociale, culturale delle donne, che costituisca radicamento, sviluppo della cittadinanza attiva e dell’esercizio dei propri diritti.
· Il locale individuato dalla precedente amministrazione, deve essere regolarizzato per garantire la reale implementazione del progetto di un centro di ascolto, salute e sostegno per donne di ogni nazionalità che riversano in situazioni di difficoltà e che le attività inerenti al funzionamento vengano sostenute economicamente dalla nuova amministrazione, costituendo,un fondo di solidarietà ,per il sostegno finanziario nei percorsi legali e psicologici per le donne con reddito basso e l'accompagnamento, logistico ed economico, per le donne sole con reddito basso o nullo, con o senza figli;
· Individuazione ed istituzione di una casa rifugio protetta ad indirizzo segreto, per tutte quelle donne che hanno la necessità di allontanarsi, anche temporaneamente. Riteniamo la casa protetta parte integrante dell'intero progetto di prevenzione e riduzione della violenza contro donne e minori.
· Le politiche di conciliazione devono diventare una priorità nell’agenda politica degli enti locali attraverso vari interventi , che vanno dall’offerta dei servizi alla promozione di trasformazioni culturali circa i ruoli nei compiti di cura all’interno delle famiglie e alla promozione di trasformazioni organizzative delle imprese per agevolare ed implementare il lavoro delle donne. Molto spesso per le imprese affrontare i temi della conciliazione può essere un vantaggio, anche in termini di minori costi e maggiore produttività. Alcuni strumenti esistono ma spesso sono poco noti e le imprese, anche se sollecitate dal sindacato faticano a farvi ricorso, ad esempio la Legge 125 finanzia o rimborsa le spese sostenute per azioni positive svolte da imprese, enti di formazione, associazioni, etc..Realizzare un unico punto,lo Sportello Donna, dove reperire velocemente tutte le informazioni sulle opportunità offerte dal territorio per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro è una proposta concreta anche per il nostro territorio, impegnandosi nel creare tavoli di scambio e di riflessione sulle politiche di conciliazione al fine di concretizzarle con politiche efficaci in termini di miglioramento della qualità della vita di donne e uomini e al fine di ricordarne la priorità nelle politiche per lo sviluppo economico e sociale.
· Inclusione nella redazione del bollettino dell’osservatorio sulla situazione economica e sociale dell’area Orvietana di studi sulla dinamica dell’occupazione femminile nei vari settori e la distribuzione della ricchezza prodotta e non solo il livello di reddito medio.
· Sanità, già molto di ciò che Emily in passato ha proposto con i suoi progetti, è stato scritto sul programma di coalizione, ma occorre una maggiore attenzione nel decentramento dei servizi sul territorio e nel potenziamento della medicina preventiva. Applicare la prevenzione seriamente, strutturandola con appositi servizi consentirebbe alla popolazione di elevare la propria qualità della vita ed inoltre verrebbe realizzato, da parte della struttura ospedaliera, un cospicuo risparmio di risorse finanziare. In un ottica di sistema e di rete della sanità regionale, per uno sviluppo ed una riqualificazione dell’ospedale di Orvieto proponiamo che diventi il centro specializzato nella prevenzione dell’Umbria. Rinnoviamo inoltre la richiesta di una gestione ed organizzazione dei servizi e delle strutture ospedaliere che tengano sempre più conto ed in considerazione “ il paziente”, quale individuo nel suo complesso, operando perciò con una visione olistica, che accolga la persona e la faccia sentire in un ambiente confortevole ed ospitale e non ostico ed avverso (progetto di Emily: “ L’ospedale che vorrei”).
lunedì 18 maggio 2009
AMMINISTRATIVE 2009 “MADE IN EMILY IN ITALIA UMBRIA”
Ringrazio di cuore tutti coloro,donne e uomini,che hanno collaborato e contribuito alla causa di Emily e a far si che tutto ciò diventasse realtà. Un abbraccio.
Silvia
PS: un ringraziamento particolare a Matilde e Rachele che ancora "reggono" una mamma come me, un po' "diversa".Vi amo.
Siamo giunte all’appuntamento tanto atteso, al nostro banco di prova, le elezioni amministrative 2009.
Due anni e mezzo di duro lavoro, fatto di corsi di formazione che hanno incrementato le nostre competenze e permesso di accrescere le nostre buone qualità, di elaborazione di proposte politiche, di creazione della rete tra donne, di condivisione politica interna all’associazione e di confronto all’esterno, a volte anche duro, che ci ha rese più forti e più convinte del percorso politico intrapreso.
Tutto ciò ha prodotto il risultato che ci eravamo prefissate con la costituzione della nostra associazione, ovvero lo scopo: “….. è quello di promuovere e sostenere l’affermazione dell’autonomia culturale, professionale e politica delle donne nell’ambito dell’area di centro-sinistra al fine di accrescere la partecipazione e la presenza delle donne nelle istituzioni.
L’Associazione promuove la formazione delle donne relativamente alle attivita’ politiche da svolgersi a qualsiasi livello politico o territoriale e puo’ fornire sostegno culturale, a titolo consultivo, alle elette o titolari di incarichi politici.
L’Associazione promuove e sostiene la creazione di una rete tra donne che svolgono attività diverse in ambito professionale, culturale e politico finalizzata allo scambio di esperienze e alla valorizzazione delle singole competenze…..”
A questa tornata elettorale Emily in Italia Umbria vi partecipa a pieno titolo: con un contributo al programma della candidata Sindaco di Orvieto “Progetto Donna” e con un buon numero di socie candidate sulle liste della coalizione di centro sinistra di Orvieto e del comprensorio.
Ma la nostra vera soddisfazione, scaturisce dalla candidatura a Sindaco di Orvieto della nostra socia fondatrice Loriana Stella e dalla candidatura a Sindaco di Porano della nostra socia Maria Adelaide Ranchino, un grande segnale di cambiamento, d’innovazione, la politica di genere, le nuove pratiche di governance, prendono corpo, si concretizzano.
E’ nostra intenzione illustrare il “Progetto Donna” e presentare le socie candidate nelle forme comunicative più dirette ed immediate, che raggiungano una platea di cittadine e cittadini più vasta possibile, organizzando per prima, un’ iniziativa che si terrà il giorno 19 maggio 2009 alle ore 17,30 presso il bar “Montanucci” Corso Cavour- Orvieto.
L’incontro è aperto a tutti coloro, che sostengono e promuovono le iniziative delle donne in ogni spazio della nostra società, ma anche a quelle persone che nutrono qualche dubbio o perplessità sulle potenzialità sia individuali che in forma associata del genere femminile. E’ solo con la conoscenza e l’approfondimento “dell’altra metà del cielo” che si dissolvono preconcetti e stereotipi quotidianamente a noi trasmessi . Al termine della presentazione verrà offerto l’aperitivo di Emily.
Orvieto lì, 16 maggio 2009
Le Socie di Emily in Italia Umbria
mercoledì 13 maggio 2009
Facebook nel mirino: sempre più cause per diffamazione
Facebook nuovamente sotto tiro. Dopo i filtri delle aziende per bloccare l'accesso ai dipendenti durante l'orario di lavoro, gli appelli del Ministro Brunetta e le accuse di violazione della privacy della Ue, arrivano anche in Italia le prime querele e richieste di risarcimento danni a carico degli utenti del più popolare social network del mondo.
«Facebook non può sottrarsi alle regole del diritto comune – spiega Giuseppe Conte, professore di diritto privato e avvocato esperto di privacy e comunicazioni elettroniche - e gli utenti dei social network non possono invocare la spazialità virtuale quale esimente per le loro affermazioni e i loro comportamenti. La tutela dei beni morali e, più in generale, dei diritti della personalità non viene sospesa nello spazio telematico». Il messaggio è chiaro e le conseguenze non si sono fatte attendere.
Gli episodi
A Molfetta un imprenditore ha querelato un suo ex collaboratore per averlo definito "bastardo" su facebook. A Torino un professore ha denunciato uno studente per averlo iscritto al social network a sua insaputa e per avergli attribuito perversioni imbarazzanti. Mentre a Firenze sono state presentate almeno due querele per diffamazione a mezzo Facebook. E in una scuola superiore di Colle Val d'Elsa una bidella ha chiesto ad otto studenti un risarcimento danni di migliaia di euro per aver creato sul social network un gruppo contro di lei.
Secondo gli esperti, le segnalazioni sono destinate ad aumentare, con utenti, spesso minorenni, costretti a confrontarsi con la legge.
I reati
Il reato in cui più facilmente possono incorrere gli utilizzatori di Facebook è la diffamazione aggravata dal mezzo di pubblicità: le pene possono arrivare fino a tre anni, con possibili risarcimenti danni da migliaia di euro. A configurare il reato, non solo le offese esplicite all'altrui reputazione, ma anche la pubblicazione di foto di amici in atteggiamenti imbarazzanti o qualche battuta di troppo. «Potrebbe integrare il reato di diffamazione anche taggare un amico un po' ubriaco in un locale equivoco - spiega l'avvocato Riccardo Lottini di Grosseto - in caso di querela non ci si può nemmeno difendere sostenendo che l'amico aveva prestato il consenso a farsi fotografare: l'utilizzo, se lesivo della reputazione, è comunque illecito».
Niente da fare nemmeno per le mogli gelose che, con una falsa identità, tentano di scovare la relazione adulterina del marito. La sostituzione di persona è un reato punito con la reclusione fino ad un anno.
Possibili guai in vista anche per i dipendenti pubblici. Usare facebook sul lavoro potrebbe integrare addirittura il reato di peculato.
Profili giuslavoristici; dalla pausa pranzo alla malattia
In Europa hanno già fatto discutere i primi licenziamenti per l'utilizzo di facebook durante l'orario di lavoro. Episodi simili potrebbero verificarsi anche in Italia. "Utilizzare facebook durante l'orario di lavoro può dare luogo a sanzioni disciplinari da parte del datore di lavoro – spiega il professor Riccardo Del Punta, ordinario di diritto del lavoro all'Università di Firenze – come ogni volta che un dipendente attende ad attività extralavorative sul posto di lavoro. In teoria si può arrivare sino al licenziamento, ma soltanto in caso di abusi ripetuti da parte del dipendente. Dal punto di vista dei datori di lavoro, è comunque opportuno emanare direttive esplicite, attraverso regolamenti od ordini di servizio, per disciplinare (e se del caso proibire, meglio ancora bloccando in anticipo certi siti) gli accessi ad internet e in particolare ai social network durante l'orario di lavoro. Ciò, pur senza dimenticare che possono esserci attività per le quali l'utilizzo di facebook è funzionale, e quindi consentito". Potrebbe essere oggetto di sanzione anche l'utilizzo di Facebook in pausa pranzo: il computer rimane uno strumento aziendale e non deve essere usato con finalità diverse. Diverso è il caso di un dipendente sorpreso ad usare Facebook durante un periodo di malattia, come in un recente caso accaduto in Svizzera, dove un'impiegata che si era assentata dal lavoro per una forte emicrania, che a suo dire le impediva di stare davanti a un computer, è stata licenziata perché aveva usato Facebook a casa. «In teoria – continua il professor Del Punta – questa evenienza potrebbe verificarsi anche in Italia, dove la giurisprudenza vieta al lavoratore di svolgere attività incompatibili con lo stato di malattia denunciato. Ma il caso è abbastanza estremo, perché certamente ad un dipendente costretto a casa per una normale malattia non si può impedire, di norma, l'accesso al computer e quindi anche a Facebook, non trattandosi di un'attività incompatibile. Inoltre, in Italia il certificato medico non contiene la diagnosi della malattia, per cui ufficialmente il datore di lavoro non conosce la natura del disturbo da cui è affetto il dipendente».
Un gruppo contro il datore di lavoro
Ancora diverso è il caso del dipendente che crea un gruppo contro il proprio datore di lavoro, o che comunque gli rivolge critiche pubbliche. In Inghilterra una lavoratrice è stata licenziata perché su Facebook aveva definito noioso il proprio lavoro: una misura del genere pare eccessiva per la prassi giurisprudenziale italiana, che pure ritiene che vi siano limiti all'esercizio del diritto di critica da parte del dipendente, che non deve essere sproporzionato ed eccedere i limiti della continenza. Attenzione però al ruolo ricoperto in azienda: se a criticare è un dirigente, la potenzialità lesiva delle critiche rivolte all'impresa è di massima maggiore, per cui anche la reazione disciplinare può essere più rigorosa.
Responsabilità civile
Fari puntati anche contro le foto di soggetti privati pubblicate senza il consenso degli interessati. La goliardata tra amici può costare cara e integrare un'ipotesi di responsabilità civile. «Un caso del genere può configurare un danno all'immagine – spiega la professoressa Ilaria Pagni, ordinario di diritto processuale civile all'Università di Firenze – che potrà anche essere valutato in via equitativa, in relazione al caso concreto. Facebook sta amplificando molti problemi che si sono già presentati con la divulgazioni di immagini e foto non autorizzate su blog e siti internet, con tutti i problemi correltati in punto di giurisdizione e competenza che la nostra giurisprudenza si è già trovata ad affrontare di fronte al c.d. illecito diffuso». La soluzione potrebbe essere semplicemente un utilizzo più cauto dei social network, ma gli esperti avvertono che su Facebook ci sarebbero ancora molti gruppi «a rischio», che presto potrebbero finire nelle aule dei tribunali italiani.
di Marisa Marraffino
12 maggio 2009
«Facebook non può sottrarsi alle regole del diritto comune – spiega Giuseppe Conte, professore di diritto privato e avvocato esperto di privacy e comunicazioni elettroniche - e gli utenti dei social network non possono invocare la spazialità virtuale quale esimente per le loro affermazioni e i loro comportamenti. La tutela dei beni morali e, più in generale, dei diritti della personalità non viene sospesa nello spazio telematico». Il messaggio è chiaro e le conseguenze non si sono fatte attendere.
Gli episodi
A Molfetta un imprenditore ha querelato un suo ex collaboratore per averlo definito "bastardo" su facebook. A Torino un professore ha denunciato uno studente per averlo iscritto al social network a sua insaputa e per avergli attribuito perversioni imbarazzanti. Mentre a Firenze sono state presentate almeno due querele per diffamazione a mezzo Facebook. E in una scuola superiore di Colle Val d'Elsa una bidella ha chiesto ad otto studenti un risarcimento danni di migliaia di euro per aver creato sul social network un gruppo contro di lei.
Secondo gli esperti, le segnalazioni sono destinate ad aumentare, con utenti, spesso minorenni, costretti a confrontarsi con la legge.
I reati
Il reato in cui più facilmente possono incorrere gli utilizzatori di Facebook è la diffamazione aggravata dal mezzo di pubblicità: le pene possono arrivare fino a tre anni, con possibili risarcimenti danni da migliaia di euro. A configurare il reato, non solo le offese esplicite all'altrui reputazione, ma anche la pubblicazione di foto di amici in atteggiamenti imbarazzanti o qualche battuta di troppo. «Potrebbe integrare il reato di diffamazione anche taggare un amico un po' ubriaco in un locale equivoco - spiega l'avvocato Riccardo Lottini di Grosseto - in caso di querela non ci si può nemmeno difendere sostenendo che l'amico aveva prestato il consenso a farsi fotografare: l'utilizzo, se lesivo della reputazione, è comunque illecito».
Niente da fare nemmeno per le mogli gelose che, con una falsa identità, tentano di scovare la relazione adulterina del marito. La sostituzione di persona è un reato punito con la reclusione fino ad un anno.
Possibili guai in vista anche per i dipendenti pubblici. Usare facebook sul lavoro potrebbe integrare addirittura il reato di peculato.
Profili giuslavoristici; dalla pausa pranzo alla malattia
In Europa hanno già fatto discutere i primi licenziamenti per l'utilizzo di facebook durante l'orario di lavoro. Episodi simili potrebbero verificarsi anche in Italia. "Utilizzare facebook durante l'orario di lavoro può dare luogo a sanzioni disciplinari da parte del datore di lavoro – spiega il professor Riccardo Del Punta, ordinario di diritto del lavoro all'Università di Firenze – come ogni volta che un dipendente attende ad attività extralavorative sul posto di lavoro. In teoria si può arrivare sino al licenziamento, ma soltanto in caso di abusi ripetuti da parte del dipendente. Dal punto di vista dei datori di lavoro, è comunque opportuno emanare direttive esplicite, attraverso regolamenti od ordini di servizio, per disciplinare (e se del caso proibire, meglio ancora bloccando in anticipo certi siti) gli accessi ad internet e in particolare ai social network durante l'orario di lavoro. Ciò, pur senza dimenticare che possono esserci attività per le quali l'utilizzo di facebook è funzionale, e quindi consentito". Potrebbe essere oggetto di sanzione anche l'utilizzo di Facebook in pausa pranzo: il computer rimane uno strumento aziendale e non deve essere usato con finalità diverse. Diverso è il caso di un dipendente sorpreso ad usare Facebook durante un periodo di malattia, come in un recente caso accaduto in Svizzera, dove un'impiegata che si era assentata dal lavoro per una forte emicrania, che a suo dire le impediva di stare davanti a un computer, è stata licenziata perché aveva usato Facebook a casa. «In teoria – continua il professor Del Punta – questa evenienza potrebbe verificarsi anche in Italia, dove la giurisprudenza vieta al lavoratore di svolgere attività incompatibili con lo stato di malattia denunciato. Ma il caso è abbastanza estremo, perché certamente ad un dipendente costretto a casa per una normale malattia non si può impedire, di norma, l'accesso al computer e quindi anche a Facebook, non trattandosi di un'attività incompatibile. Inoltre, in Italia il certificato medico non contiene la diagnosi della malattia, per cui ufficialmente il datore di lavoro non conosce la natura del disturbo da cui è affetto il dipendente».
Un gruppo contro il datore di lavoro
Ancora diverso è il caso del dipendente che crea un gruppo contro il proprio datore di lavoro, o che comunque gli rivolge critiche pubbliche. In Inghilterra una lavoratrice è stata licenziata perché su Facebook aveva definito noioso il proprio lavoro: una misura del genere pare eccessiva per la prassi giurisprudenziale italiana, che pure ritiene che vi siano limiti all'esercizio del diritto di critica da parte del dipendente, che non deve essere sproporzionato ed eccedere i limiti della continenza. Attenzione però al ruolo ricoperto in azienda: se a criticare è un dirigente, la potenzialità lesiva delle critiche rivolte all'impresa è di massima maggiore, per cui anche la reazione disciplinare può essere più rigorosa.
Responsabilità civile
Fari puntati anche contro le foto di soggetti privati pubblicate senza il consenso degli interessati. La goliardata tra amici può costare cara e integrare un'ipotesi di responsabilità civile. «Un caso del genere può configurare un danno all'immagine – spiega la professoressa Ilaria Pagni, ordinario di diritto processuale civile all'Università di Firenze – che potrà anche essere valutato in via equitativa, in relazione al caso concreto. Facebook sta amplificando molti problemi che si sono già presentati con la divulgazioni di immagini e foto non autorizzate su blog e siti internet, con tutti i problemi correltati in punto di giurisdizione e competenza che la nostra giurisprudenza si è già trovata ad affrontare di fronte al c.d. illecito diffuso». La soluzione potrebbe essere semplicemente un utilizzo più cauto dei social network, ma gli esperti avvertono che su Facebook ci sarebbero ancora molti gruppi «a rischio», che presto potrebbero finire nelle aule dei tribunali italiani.
di Marisa Marraffino
12 maggio 2009
(CENSURA) complimenti alla libertà di pensiero
IN POCHE PAROLE: PACCHETTO SICUREZZA: BASTA SCRIVERE IN INTERNET CHE UNA CERTA LEGGE NON CI STA BENE E INVITARE ALLA DISOBBEDIENZA CIVILE PER ESSERE ACCUSATI DI APOLOGIA DI REATO!!!! COMPLIMENTI ALLA LIBERTA’ DI PENSIERO!!!
Grave attentato alla libertà d’Internet e d’espressione Data: Lunedì 11 maggio 2009, 13:00 L´attacco finale alla democrazia è iniziato! Berlusconi e i suoi sferrano il colpo definitivo alla libertà della rete internet per metterla sotto controllo.
Ieri nel voto finale al Senato che ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (disegno di legge 733), tra gli altri provvedimenti scellerati come l´obbligo di denuncia per i medici dei pazienti che sono immigrati clandestini e la schedatura dei senta tetto, con un emendamento del senatore Gianpiero D´ Alia (UDC), è stato introdotto l`articolo 50-bis, “Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”. Il testo la prossima settimana approderà alla Camera. E nel testo approdato alla Camera l´articolo è diventato il nr. 60. Anche se il senatore Gianpiero D´Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo, questo la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della “Casta” che non vuole scollarsi dal potere. In pratica se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo.
Questo provvedimento può obbligare i provider a oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all´estero. Il Ministro dell´interno, in seguito a comunicazione dell´autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l´interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine. L´attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000 per i provider e il carcere per i blogger da 1 a 5 anni per l´istigazione a delinquere e per l´apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l´istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all´odio fra le classi sociali.
Immaginate come potrebbero essere ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta con questa legge? Si stanno dotando delle armi per bloccare in Italia Facebook, Youtube, il blog di Beppe Grillo e tutta l´informazione libera che viaggia in rete e che nel nostro Paese è ormai l´unica fonte informativa non censurata. Vi ricordo che il nostro è l´unico Paese al mondo, dove una media company,Mediaset, ha chiesto 500 milioni di risarcimento a YouTube. Vi rendete conto?
Quindi il Governo interviene per l´ennesima volta, in una materia che vede un´impresa del presidente del Consiglio in conflitto giudiziario e d´interessi. Dopo la proposta di legge Cassinelli e l´istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al “pacchetto sicurezza” di fatto rende esplicito il progetto del Governo di “normalizzare” il fenomeno che intorno ad internet sta facendo crescere un sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare. Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati Beppe Grillo dalle colonne del suo blog e la rivista specializzata Punto Informatico.
Fate girare questa notizia il più possibile. E´ ora di svegliare le coscienze addormentate degli italiani. E´ in gioco davvero la democrazia!
di: Costanza A. Olschki
12-05-2009
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Grave attentato alla libertà d’Internet e d’espressione Data: Lunedì 11 maggio 2009, 13:00 L´attacco finale alla democrazia è iniziato! Berlusconi e i suoi sferrano il colpo definitivo alla libertà della rete internet per metterla sotto controllo.
Ieri nel voto finale al Senato che ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (disegno di legge 733), tra gli altri provvedimenti scellerati come l´obbligo di denuncia per i medici dei pazienti che sono immigrati clandestini e la schedatura dei senta tetto, con un emendamento del senatore Gianpiero D´ Alia (UDC), è stato introdotto l`articolo 50-bis, “Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”. Il testo la prossima settimana approderà alla Camera. E nel testo approdato alla Camera l´articolo è diventato il nr. 60. Anche se il senatore Gianpiero D´Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo, questo la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della “Casta” che non vuole scollarsi dal potere. In pratica se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo.
Questo provvedimento può obbligare i provider a oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all´estero. Il Ministro dell´interno, in seguito a comunicazione dell´autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l´interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine. L´attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000 per i provider e il carcere per i blogger da 1 a 5 anni per l´istigazione a delinquere e per l´apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l´istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all´odio fra le classi sociali.
Immaginate come potrebbero essere ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta con questa legge? Si stanno dotando delle armi per bloccare in Italia Facebook, Youtube, il blog di Beppe Grillo e tutta l´informazione libera che viaggia in rete e che nel nostro Paese è ormai l´unica fonte informativa non censurata. Vi ricordo che il nostro è l´unico Paese al mondo, dove una media company,Mediaset, ha chiesto 500 milioni di risarcimento a YouTube. Vi rendete conto?
Quindi il Governo interviene per l´ennesima volta, in una materia che vede un´impresa del presidente del Consiglio in conflitto giudiziario e d´interessi. Dopo la proposta di legge Cassinelli e l´istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al “pacchetto sicurezza” di fatto rende esplicito il progetto del Governo di “normalizzare” il fenomeno che intorno ad internet sta facendo crescere un sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare. Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati Beppe Grillo dalle colonne del suo blog e la rivista specializzata Punto Informatico.
Fate girare questa notizia il più possibile. E´ ora di svegliare le coscienze addormentate degli italiani. E´ in gioco davvero la democrazia!
di: Costanza A. Olschki
12-05-2009
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