lunedì 26 maggio 2008

Veltroni: "L'unione è finita non tornerà"

La Bindi proprio non l'ascoltano! Alle alleanze ci pensano subito! Sarà il caso di fermarsi e..... meditare?
Silvia



Francesco Spini - La Stampa MILANO

«Hanno vinto loro perché interpretano uno stato d'animo...». «Bravo Walter, continueremo il dialogo». Due giorni dopo aver incardinato il dialogo sul federalismo, Walter Veltroni e Lega si accreditano a vicenda. Davanti ai rappresentanti dei circoli lombardi del Partito Democratico riuniti al Piccolo Teatro Strehler di Milano, il leader è netto: «Il dialogo sulle riforme istituzionali si farà e ciò non esclude un'opposizione intransigente». Anche per questo dal palco milanese Veltroni quasi coccola un Carroccio apertissimo al dibattito. Così se c'è un partito che ha vinto le elezioni, «è la Lega, che ha attirato i voti in uscita dal Pdl». Non certo «per il suo radicamento sul territorio; in Emilia hanno preso tra il 7 e l'8% e nemmeno esistevano». Secondo Veltroni la Lega «ha interpretato uno stato d'animo, una domanda alla quale dobbiamo guardare con attenzione e curiosità ma anche con la massima autonomia». E ancora: «Il Pd sarà un partito federale dentro un'idea federale dello Stato». Musica per le orecchie di Umberto Bossi che sul federalismo gioca la partita decisiva della legislatura. Poco importa dunque se Veltroni critica le ronde tanto care ai nadani (((in sua maggioranza SÌ)) Walter Veltroni al forum dei circoli lombardi del Pd *** Europa non le fa nessuno») e il reato di immigrazione clandestina («non ha senso»). In via Bellerio apprezzano il messaggio principale. Per tutti parla Roberto Calderoli, coordinato- re delle segreterie nazionali nonché ministro alla Semplificazione normativa: «Bravo Veltroni... oggi ha onestamente riconosciuto che la forza politica che ha vinto le elezioni politiche è la Lega Nord. Questa sua onestà gli attribuisce la patente di nostro naturale interlocutore sulle riforme». Il dialogo sugli assetti costituzionali dello Stato, del resto, per Veltroni è la cosa più naturale del mondo: «Stiamo tentando di europeizzare la politica italiana», spiega. Anche perché, ne è sicuro, «siccome tra 5 anni governeremo noi, vogliamo avere un Paese che consenta quell'azione riformista che oggi è più difficile fare». Difficile oggi, ancora più difficile ai tempi di Prodi. Sia chiaro, «non è stato il governo ad aver fatto male, ma la sua maggioranza». Per questo l'esperienza dell'Unione resta morta e sepolta. Certo, la sinistra radicale fuori dal Parlamento «è un problema», ammette Veltroni, ma «al posto di prendersela con noi farebbe bene a fare autocritica». Per il futuro Veltroni non esclude nuove alleanze, perché «correre da soli» vuol dire «mettere al centro un urogramma. Non si faranno più colizioni contro qualcuno». Massimo D'Alema (la Salerno la pensa uguale: «Siamo tutti d'accordo sul superamento delle alleanze intese come ammucchiate di tutti contro, ma si tratta di costruire un sistema di alleanze su base programmatica». Quelle che Veltroni non esclude con nessuno, «compresa con una parte della Sinistra Arcobaleno. Quando però alle manifestazioni sento slogan come “10-100-1000 Nassiriya”, penso che siamo agli antipodi». Veltroni immagina «un partito che sappia parlare con il popolo», radicato sul territorio «magari aprendo uno sportello in ogni realtà anche piccola dove i nostri rappresentanti nelle istituzioni potranno essere al servizio del cittadino». Tutti i candidati, compresi quelli alle prossime provinciali, «saranno scelti con elezioni primarie». Veltroni abbatte sul nascere la sola idea di correnti. «Siamo un partito nuovo e la domanda non è “da dove si viene” ma “dove si va”. Basta con le riunioni degli ex che, come quelle della scuola, fanno tanta tristezza». Piuttosto una sola cosa Veltroni invidia all'altro schieramento: «La combattività. Guardate Alemanno, contro di me perse 61 a 36%. a lottato e vinto le elezioni. Bisogna fare così, bisogna combattere». *

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" Il primo compito del Partito Democratico deve essere quello di restituire credibilità alla politica". Rosy Bindi