martedì 20 maggio 2008

Bindi: definiamo l'identità del PD, poi penseremo alle alleanze

"Abbiamo da definire ancora l'identità di questo partito", perciò "io non avrei fretta ora a costruire le alleanze". Lo dice Rosy Bindi intervenendo al Coordinamento nazionale del PD.

Analizzando la sconfitta, Bindi si è detta "più preoccupata per i risultati al Sud che al Nord" e ha ammesso che "pur avendo saputo intercettare una parte del voto della sinistra non siamo stati capaci di catturare il voto moderato, che è la ragione sociale del nostro partito". In questa sconfitta "il fattore tempo ci ha giocato troppo, le elezioni sono arrivate troppo presto, ora vorrei non avessimo fretta. Sono più a sinistra di molti di voi e vi inviterei a cambiare linguaggio: il PD non è il partito della sinistra italiana, non era la nostra intenzione, non lo abbiamo fatto per mettere insieme dei trattini, le storie contano ma non dobbiamo solo sovrapporre le nostre esperienze", perciò suggerisce di "definire l'identità del partito tornando sulla carta dei valori e sul manifesto per capirli davvero".

Secondo Bindi, infatti, "il PD non deve rimanere prigioniero della sinistra radicale ma in qualche modo ne deve inglobare le ragioni portandole su posizioni riformiste che ci consentiranno, la prossima volta, di battere una destra rossa".

A proposito dei rapporti con la sinistra, l'esponente del PD mette in guardia dalla tentazione di favorire una modifica della legge elettorale per le Europee che "con degli sbarramenti impedisca a chi non è in Parlamento di essere rappresentato".

Infine, a proposito della costruzione del partito dice: "Quello che abbiamo fatto troppo in fretta in questi mesi ora lo dobbiamo fare nei territori perché la sconfitta è stata più sconcertante per loro. Serve un grande spirito di pluralismo e di unità che si può dare solo dando spazio e riconoscimento a tutti, non certo tornando ai partiti e alle componenti dei partiti precedenti".

Roma 15 maggio 2008

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" Il primo compito del Partito Democratico deve essere quello di restituire credibilità alla politica". Rosy Bindi