sabato 26 gennaio 2008

Emily in Italia Umbria Antifascista

L'introduzione del compleanno di Emily in Italia Umbria, festeggiato il 14 dicembre 2oo7, presso il palazzo del Capitano del Popolo ad Orvieto, è stata caratterizzata dalla riproduzione di un video e dalla lettura di alcuni brani, l'argomento trattato riguardava il fascismo e le sue manifestazioni, palesi e sottili.



Emily riflette,Emily agisce.



Purtroppo gli ultimi eventi nazionali e locali, ci riportano indietro negl'anni, credevamo che il fascismo appartenesse oramai alla nostra storia e non al nostro presente.



Per prevenire e non incorrere gli errori ed orrori del passato, Emily in Italia Umbria, ha aderito al Comitato Cittadino Antifascista costituitosi ad Orvieto ed invita ad aderire, tutte le donne e gli uomini che credono nella democrazia, nella Costituzione della Repubblica Democratica Italiana.



Ringrazio Alessio Mancini per aver collaborato alla realizzazione del video,( pubblicato in alto a destra) e Laura Ricci per la sapiente ed oculata scelta dei brani.



Silvia Fringuello

Iniziative Comitato Cittadino Antifascista


A sostegno delle iniziative promosse dal Comitato cittadino antifascista

domenica 27 gennaio si terrà unaCena di autofinanziamento presso il centro centro ricreativo circolo Arci in località Sferracavallo(Orvieto)


Il comitato coglie anche l’occasione per ricordare cheVenerdì 1 febbraio, si svolgerà sempre a Orvieto una MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA con partenza alle ore 18 da Piazza Caen, accompagnamento musicale della“Titubanda” e concerto finale presso la Sala Polivalente di Allerona Scalo diBisca-Zulu.


Per la cena è necessario comunicare l’eventuale partecipazione entro e non oltre venerdì 25 gennaio alla mail info@antifascistiorvietani.org

Ricordiamo che il comitato è aperto alle adesioni da parte di singoli,associazioni e partiti (per chi ancora non ne avesse dato comunicazione).

sabato 19 gennaio 2008

PD:Caso Primarie



Il 14 ottobre 2007 il "bimbo" è nato ! Così, metaforicamente, qualche costituente, parla della costituzione del partito nuovo, il PD....... ma credo che il cordone ombelicale sia ancora collegato ! Affrettiamoci, diamoci un taglio!

Silvia Fringuello


Comunicato stampa:

Il Coordinamento Provinciale del PD, riunito il 17/1/08 alla presenza della Segreteria Regionale M. Pia Bruscolotti, ha ritenuto opportuno, dopo ampia e diffusa discussione, con decisione unanime, di stabilire che le elezioni Primarie per la costituzione dei circoli territoriali e degli organismi comunali e provinciali del PD nella Provincia di Terni si terranno nelle giornate del 23 e 24 Febbraio 2008.
Si è deciso, altresì, di dare luogo ad una campagna politica nell’intero territorio provinciale che contribuisca a definire il profilo identitario e programmatico del nuovo soggetto politico e renda più diffusa e consapevole la partecipazione dei cittadini all’appuntamento elettorale.
Per quanto attiene alla vicenda inerente il sequestro dell’inceneritore ASM e dell’impianto di preselezione dei rifiuti, il Coordinamento Provinciale, attraverso la nomina di un gruppo di lavoro, coordinato dal capogruppo del PD in Consiglio Provinciale Roberto Montagnoli, provvederà ad elaborare una proposta inerente la tematica dei rifiuti che dovrà poi essere parte integrante del lavoro che il PD dell’Umbria svilupperà nelle prossime settimane in merito all’imminente avvio della discussione sul prossimo Piano Regionale dei Rifiuti.
Infine, il Coordinamento Provinciale, ribadendo piena fiducia nell’operato della Magistratura, ha espresso forte solidarietà al Sindaco di Terni ed agli amministratori e tecnici dell’ASM raggiunti da avvisi di garanzia, con la sicurezza che il proseguio delle indagini dimostrerà la loro completa estraneità agli addebiti mossi.





Il Coordinatore prov.le PD
Leopoldo Di Girolamo






Terni, 18/01/2008

lunedì 7 gennaio 2008

OMAGGIO A BENAZIR BHUTTO


Una morte annunciata, come se fosse per lei una roba normale..... il coraggio delle donne, è manifesto su tutto il pianeta, quotidianamente, in ogni piccola azione, quasi sempre invisibile non riconosciuto.
Il coraggio di Benazir echeggia, rimbomba e grida nelle nostre menti, nei nostri cuori.
Il suo ricordo m'accompagnerà lungo il percorso della mia vita.

Silvia Fringuello



Bhutto: una democratica per il mondo

Il commento di Albertina Soliani
L'assassinio di Benazir Bhutto ci sconvolge - dice la senatrice del Pd Albertina Soliani, presidente de Le Democratiche -. Rischia di esplodere, con il Pakistan, tutta l'area, e noi stiamo comprendendo che il destino del mondo è uno solo, è il nostro destino. Una donna tra le prime ad aprire le vie del potere politico alle donne musulmane, una donna che sapeva di essere stata scelta dal destino per la democrazia del suo popolo, una donna che ha combattuto ed è ritornata nel suo paese identificando la sua vita con il futuro del Pakistan e tuttavia consapevole che la morte per lei si preparava ogni giorno. Quanto poco, rispetto a lei, costa a noi la democrazia. Essere democratiche vuol dire esserlo in prima persona, esserlo per il proprio paese, esserlo per il mondo.



Un ritratto di Benazir Bhutto pubblicato dall’Ansa

Amata in occidente, beniamina degli americani, Benazir Bhutto, simbolo della democrazia, della modernita’, della rivendicazione femminile, e’ morta in un attentato poco più di due mesi dopo il ritorno in patria, dopo otto anni di esilio volontario, segnata da una lunga battaglia contro accuse di una presunta corruzione e dal dubbio di compromessi poco onorevoli con il regime. I Bhutto, come i Nehru-Ghandi in India, come i Kennedy negli Stati Uniti, sono una delle grandi dinastie politiche del mondo. Il padre Zulfiqar Ali Bhutto fu il primo civile eletto a dirigere un governo del Pakistan. Proprietari terrieri, ricchissimi in un Paese dove ancora oggi il 73 per cento dei 160 milioni di cittadini vive con meno di due dollari al giorno, i Bhutto hanno una storia tragica, di molte morti precoci. Zulfiqar fu impiccato nel 1979, due anni dopo essere stato imprigionato in un colpo di Stato del suo generale Zia ul Haq. Benazir aveva 26 anni, era anche lei in prigione e vi rimase per cinque anni, per lo piu’ in isolamento. Lo vide, con la madre, per mezz’ora, il giorno prima l’esecuzione non annunciata, senza neanche poterlo abbracciare, racconta nella sua autobiografia ‘La figlia dell’Est’. Il fratello, Murtaza, che sarebbe dovuto diventare leader del Partito popolare pachistano fondato dal padre, fuggi’ in Afghanistan dopo la morte di Zulfiqar. Dall’estero guido’ una resistenza contro il regime militare e nel 1993 venne eletto deputato in esilio. Tre anni dopo, al ritorno in patria, fu ucciso in circostanze ancora misteriose a Karachi. L’altro fratello, Shahnawaz, venne trovato morto nel suo appartamento in Francia, a Cannes, nel 1985. La vedova di Murtaza, Ghinwa, guida una fazione del Ppp e si oppone al rientro della cognata definendola ”un emissario del presidente Bush in Pakistan”. Erede politica di Zulfiqar, nel 1988, a 35 anni, bellissima, la Bhutto divenne la prima donna del mondo musulmano a dirigere un governo, eletta nelle consultazioni dopo la morte del generale Zia. Nel 1990 fu destituita, travolta da accuse di corruzione, piu’ o meno fondate, che posero fine anche al suo secondo mandato, dal 1993 al 1996. In ambedue le occasioni, il ruolo del marito Asif Zardari e’ molto controverso. Mister 10%, lo chiamano in Pakistan, in riferimento alle presunte appropriazioni indebite di milioni di dollari dalle casse dello Stato. Dopo dieci anni, nessuna delle 18 incriminazioni contro Zardari hanno trovato conferma in tribunale, ma egli ha passato almeno otto anni in carcere. E’ stato rilasciato nel 2004 con la condizionale. Il presidente Pervez Musharraf ha firmato il 5 ottobre una controversa amnistia che cancella i reati della Bhutto e del marito, aprendo la strada a un accordo di spartizione del potere. Nel 1999, dopo essere stata incriminata - ma registrazioni proverebbero che i giudici erano sotto la pressione dell’allora governo di Nawaz Sharif - la Bhutto ha lasciato il Paese ed e’ vissuta a Dubai, con i tre figli. Il 18 ottobre di quest’anno, Benazir Bhutto rientra a Karachi. Migliaia di sostenitori scendono per le strade per festeggiare il rientro. Intorno a mezzanotte, al passaggio del corteo, un kamikaze si fa esplodere tra le ali di folla. La Bhutto rimane illesa, ma nell’attacco almeno 139 restano uccise ed oltre 400 ferite. E’ il peggior attentato della storia del Pakistan. La Bhutto accusa ”elementi” dei servizi segreti pachistani e conferma di voler mantenere il proprio programma e guidare il Partito popolare pachistano (Ppp) nelle elezioni legislative previste a gennaio. Stati Uniti e Gran Bretagna vedevano in lei un leader liberale che avrebbe potuto dare legittimita’ alla guerra contro il terrorismo del generale Musharraf.

PD: CARTA DELLA PARTECIPAZIONE

Buon anno a tutti e ben trovati.
Mi scuso per l'assenza, per non aver aggiornato recentemente il blog, purtroppo il tempo è tiranno e non è mai sufficiente per ottemperare tutti gli impegni assunti.
L'argomento di questa pubblicazione è "la Partecipazione", tema a me molto caro, fondamentale, affinchè il PD sia un partito democratico per davvero !
Il documento riportato è una proposta redatta da due costituenti del PD, finalizzata alla stesura dello Statuto del partito nuovo.
Rispetto ai metodi di partecipazione dei cittadini , degli aderenti e sostenitori, alla vita politica del partito, credo che i futuri organismi debbano essere vincolati, obbligati, al recepimento delle diverse istanze, richieste e proposte pervenute, dandone successivamente e sempre obbligatoriamente risposte motivate. Perciò il nascente statuto, dovrà contenere delle regole che indichino al singolo cittadino, all'associazione ecc. la procedura da adottare per partecipare ( es: proposte da consegnare al...., richieste sottoscritte da almeno....),e che obblighino gli organismi di partito a recepire, valutare e rispondere in tempi prestabiliti (es: il direttivo esamina, inoltra all'assemblea del circolo che delibera e risponde entro...).
La seguente proposta s'avvicina molto alla concezione che personalmente ho della "partecipazione", dovrebbe meglio precisare le regole a garanzia della tanto sventolata partecipazione democratica "dal basso".
Vi invito a contribuire al tema dello statuto, ( la bozza è pubblicata sul sito del PD, http://www.ulivo.it/) tutti i commenti ed i suggerimenti pervenuti, saranno argomento dei miei interventi nelle sedi degli organismi costituenti, fatta eccezione per quelli non condivisi. Grazie.

Silvia Fringuello



Al Presidente Nazionale
del Partito Democratico
Al Segretario e al Vice Segretario
Nazionali del Partito Democratico
Al Coordinatore Nazionale
del Partito Democratico
Ai presidenti e ai relatori
delle commissioni nazionali del PD
sullo Statuto e sul Manifesto dei Valori
Agli amici del PD in indirizzo
Loro sedi

Cari amici,
da una lettura dei documenti di lavoro predisposti per la redazione dello Statuto e del Manifesto dei valori ci sembra che il tema della partecipazione sia affrontato in modo non adeguato sia al livello politico che deve assumere in un partito moderno, sia alle esigenze e alle aspettative di riforma e modernizzazione della politica che abbiamo suscitato in milioni di persone.
Per questo motivo, considerando la partecipazione non un mero strumento di sollecitazione e di accoglienza della presenza dei cittadini nelle sedi della politica, ma una vera e propria finalità del PD, abbiamo scritto questo documento che vi sottoponiamo come un contributo che vorremmo fosse preso in considerazione nel vostro lavoro.
Il documento è redatto in forma di vera e propria "Carta", perchè si tratta di un tema trasversale, sia allo Statuto che al Manifesto e perchè, nell’esperienza contemporanea, la partecipazione si deve tradurre in una vera e propria pratica che ha bisogno d’essere svolta secondo specifici principi, precisi orientamenti e impegni conseguenti da mettere in atto attraverso procedure e norme uniformi.
La Carta che vi sottoponiamo non è il prodotto di un’elaborazione esclusivamente intellettuale, ma nasce dall’osservazione diretta sull’esito positivo di diverse esperienze svolte in alcuni paesi europei.
Siamo a vostra disposizione per ogni chiarimento e approfondimento nel merito della Carta e della sua necessità.
Cordiali saluti,

Marina Dragotto (PD Venezia)
email: dragotto@iuav.it
Umberto Mosso (PD Roma)
email: mo.ved@tiscali.it

Venezia/Roma 19 dicembre 2007



Carta della Partecipazione
del Partito Democratico.


Prima parte

I Principi della Carta
L’obiettivo della Carta della Partecipazione (CdP) è precisare gli orientamenti e gli impegni del Partito Democratico (PD) in merito alla promozione e alla valorizzazione della partecipazione dei cittadini, degli aderenti e degli eletti in tutte le dimensioni della sua azione politica e istituzionale.
Per questo motivo la CdP è parte integrante e costitutiva dello Statuto del PD, nel presupposto che la pratica quotidiana della partecipazione sia la principale garanzia, per tutti, della democraticità della sua azione.
Il PD garantisce la partecipazione dei cittadini, dei suoi aderenti e dei suoi eletti al processo di formazione delle sue scelte e delle sue decisioni politiche secondo i principi e le modalità stabilite da questa Carta.
Principio di "finalità"
La partecipazione è per il PD una finalità politica, oltre che uno strumento del fare politica.
Essa è il cuore della strategia che il PD intende darsi per contribuire allo sviluppo della democrazia. Ciò implica la costruzione di una nuova, più matura e più forte cultura civica.
Attraverso la partecipazione continua e consapevole, passa l’innovazione della democrazia, la saldatura dei rapporti di solidarietà sociale, il rafforzamento della legittimità degli eletti, la riapertura di un più corretto e produttivo dibattito pubblico, la facilitazione dell’accesso alla parola di tutti i cittadini senza distinzione di sesso, religione, cultura o ceto sociale, la promozione dell’espressione di chi ancora è senza parola.
La partecipazione, non più considerata come un’opportunità ma come un metodo di elaborazione delle scelte e delle decisioni politiche, consente di adattare efficacemente la proposta politica alla domanda sociale.
Principio di "efficacia"
La partecipazione, secondo i principi le forme definite in questa Carta e le modalità stabilite dallo Statuto, permette di migliorare la leggibilità dell’azione del PD, di arricchire i contenuti della sua proposta politica, di facilitare la loro affermazione tra i cittadini.
Principio di "sussidiarietà"
Per l’elaborazione delle politiche d’interesse strettamente locale (Municipale, Comunale, Metropolitano, Provinciale e Regionale), è privilegiato il principio di sussidiarietà. In questi casi è responsabilità dei relativi organismi dirigenti impegnarsi per l’applicazione dei contenuti di questa Carta.
E’ compito degli organismi nazionali del PD, oltre ché quello di applicarne i contenuti nello svolgimento della loro attività politica, di diffondere questa cultura in tutti i livelli territoriali, così come in tutte le Istituzioni pubbliche nelle quali si trova ad assumere responsabilità politiche e di governo.
Principio di "adattabilità"
Non esiste il metodo unico della partecipazione. E’ dunque essenziale adattare le strategie di partecipazione in funzione delle politiche e dei programmi del PD ad ogni livello, nel rispetto delle peculiarità territoriali e delle differenti sensibilità culturali degli interlocutori politici e sociali. E’ compito del PD, ad ogni livello, istituire un apposito ambito operativo (art. 26) che organizzi i processi e gli strumenti partecipativi, favorisca gli scambi di esperienze e la raccolta della documentazione sulle buone pratiche partecipative, oltre che per conservarne memoria, per permettere la costruzione progressiva di una vera e propria ingegneria della partecipazione.
Principio di "progressione"
Questa Carta della Partecipazione non costituisce un insieme di procedure chiuse e rigide.
Essa si inserisce nel processo di costruzione del PD, un partito in evoluzione, flessibile e aperto all’innovazione politica e organizzativa. Essa apre un processo permanente il cui principio è tuttavia irreversibile. La democrazia, a cominciare da quella interna al PD, si costruisce attraverso l’esperienza diretta e continua, i suoi progressi e i suoi successi, ma anche attraverso i suoi fallimenti e le frustrazioni che ne derivano, che non vanno nascosti o negati, ma condivisi e analizzati per essere superati insieme.

Gli obbiettivi
Articolo 1
Per una democrazia partecipativa
Per affermare la pratica della democrazia partecipativa nel PD è necessario avviare contemporaneamente tre azioni:
sviluppare, ad ogni livello del partito, tra le forze politiche e nella società, un’etica, una cultura e una pratica dell’incontro e del dialogo al fine di migliorare l’ascolto e la considerazione delle opinioni espresse;
stimolare la voglia di esprimersi nel più gran numero possibile di cittadini, specialmente da parte di coloro che non si esprimono mai, al fine di dare maggior peso alla voce della cittadinanza;
costruire modalità trasparenti, efficienti ed efficaci di partecipazione che consentano di legare il dibattito nella società alle decisioni politiche.
Articolo 2
Per una comunicazione diretta tra eletti ed elettori
Per promuovere l’allargamento della partecipazione è necessario ristabilire la fiducia nell’azione politica anche attraverso la comunicazione diretta tra gli eletti e gli elettori.
A questo scopo gli eletti del PD ad ogni livello istituzionale sono impegnati ad organizzare, di norma ogni tre mesi e di concerto con le strutture di partito interessate, specifici incontri pubblici con i cittadini per informarli e discutere i principali temi riguardanti la loro attività.
Al tempo stesso le strutture di partito, ad ogni livello, inviteranno gli eletti a partecipare ogni qual volta lo riterranno necessario al fine di garantire la più diretta e tempestiva comunicazione tra elettori ed eletti, tra amministrati ed amministratori.
Articolo 3
Per una dinamica di partecipazione
La comunicazione politica tra PD e cittadini è organizzata, di norma, attraverso cinque livelli:
l’informazione discendente: strutture di partito, dirigenti e/o eletti mettono al corrente aderenti e/o cittadini dei loro programmi, delle loro decisioni e/o delle loro azioni;
l’informazione ascendente: gli aderenti e/o i cittadini, si organizzano per far emergere le loro istanze attraverso procedure e strumenti diversi (inchieste, petizioni, proposte di leggi d’iniziativa popolare, di referendum, delegazioni o incontri con dirigenti e/o eletti ecc.);
la consultazione: il partito chiede l’opinione degli aderenti e/o dei cittadini su una specifica questione politica, una proposta da avanzare o una decisione da prendere (consultazioni o inchieste pubbliche, referendum locali, nazionali ecc.);
la concertazione: il partito si propone di sviluppare un dialogo continuo con i cittadini su un tema specifico al fine di considerare al meglio le opinioni espresse e di far emergere più chiaramente l’interesse generale;
la co-elaborazione: il partito invita alcuni aderenti e/o cittadini portatori di competenze specifiche, oppure i cittadini che sollecitano specifiche decisioni, allo scopo di farli partecipare direttamente alla formulazione di una proposta, di un programma, all’ideazione di un’iniziativa politica ed eventualmente alla sua gestione.
Queste cinque modalità di partecipazione/comunicazione possono essere utilizzate in momenti diversi dell’azione politica e della sua realizzazione.
Articolo 4
Per rispondere alla sfida della leggibilità della politica.
Allo scopo di facilitare la leggibilità dell’iniziativa politica del PD, per migliorarne l’efficacia attraverso la condivisione popolare più ampia, l’approccio del PD alla partecipazione mira a:
migliorare la comprensibilità e la trasparenza della sua azione politica tra i cittadini. In questo senso si pone l’accento sull’informazione concernente gli orientamenti fondamentali del partito, le responsabilità decisionali ed esecutive (quale livello politico o istituzionale fa cosa), nonché sulle possibili alternative di contenuto. Parallelamente è necessario attivare un sistema di raccolta delle proposte degli aderenti e dei cittadini e di registrazione delle loro aspettative. Infine è indispensabile assumere in ambito proprio e in modo trasparente le decisioni, darne informazione ed applicarle al meglio;
rendere più leggibile la costruzione dell’interesse generale stimolando diverse forme di espressione, privilegiando l’ascolto, il dialogo e il dibattito, favorendo lo scambio di opinioni argomentate e di proposte motivate.


Articolo 5
Per rispondere alla sfida dell’efficacia
La partecipazione deve essere un processo gestito secondo criteri e metodi che ne determinino l’efficacia. Essa mira a:
organizzare l’intervento politico diretto degli aderenti e/o dei cittadini in modo aperto ma produttivo. Per questo devono essere certi i temi e i termini del confronto, definito l’ambito dei suoi partecipanti, dichiarati i suoi obbiettivi, e certo il suo risultato, che può essere anche quello rappresentato, in mancanza di un’opinione largamente ed evidentemente preponderante, dalla raccolta dell’opinione prevalente. Sopratutto devono essere prefissati e noti i suoi termini di tempo.
favorire l’adesione dei cittadini alle proposte politiche del partito, facendo in modo che il loro consenso nasca da un processo di appropriazione dei meccanismi stessi della decisione politica e duri a lungo grazie alla "corresponsabilità" esercitata nell’agire tali meccanismi.
Articolo 6
Per rispondere alla sfida della condivisione
La partecipazione assunta come finalità politica, di base o approfondita, permette di uscire da una concezione specialistica o verticistica della politica al fine di:
dare un’anima alla politica, renderla più viva e vitale, inserirla nella vita della società,mobilitando sempre nuove energie creative;
sviluppare il senso di appartenenza al PD intorno a valori condivisi quali il rispetto per tutti e per tutte le opinioni, l’ascolto e la solidarietà.


Seconda parte

I protagonisti e i territori della partecipazione
Articolo 7
I protagonisti
La partecipazione mette in gioco quattro protagonisti:
i cittadini;
gli aderenti al PD;
gli eletti del PD.
Articolo 8.
I cittadini
I cittadini, singoli o associati, sono portatori di conoscenza e pratica del territorio. Essi ne sono coproduttori e corresponsabili.
La loro partecipazione deve accrescere l’efficacia dell’azione del PD adattandola al meglio ai bisogni collettivi. La loro partecipazione deve anche permettergli di coinvolgersi di più non solo nell’azione politica del PD, ma nella sua vita interna, politica e organizzativa, stimolandone l’adesione. E’ dunque importante raccogliere le loro aspettative e le loro proposte e integrarle all’elaborazione e all’iniziativa politica del PD ad ogni livello.
Articolo 9.
Gli aderenti
I promotori della realizzazione dei processi di partecipazione del PD sono, al livello territoriale più diffuso, gli aderenti al PD. Essi, organizzati nei modi previsti dallo Statuto, devono impegnarsi per garantire un costante contatto del PD con i cittadini del proprio territorio, per garantire il più ampio dibattito pubblico e la massima partecipazione degli elettori e dei cittadini, alle sue scelte e alle sue decisioni.
Gli aderenti al PD giocheranno, di volta in volta, il ruolo di protagonisti diretti dei processi di partecipazione, ma anche quello d’interlocutori, d’interpreti e di "traduttori", di mediatori politici, aiutando i cittadini a discutere e a dialogare tra loro e con gli altri livelli del PD.
Articolo 10
Gli eletti
Gli eletti detengono il potere di valutazione e di decisione. Essi sono i garanti dell’interesse generale che deve essere ricercato e discusso in forma collettiva.
La partecipazione deve arricchire questi processi permettendo agli eletti, direttamente responsabili delle deliberazioni istituzionali, di disporre dei pareri dei protagonisti locali al fine di mettere a fuoco le loro scelte e le loro iniziative.
Nel sistema locale, gli interlocutori privilegiati degli aderenti al PD e dei cittadini sono gli eletti negli EELL e nelle Regioni. Essi costituiscono un insostituibile legame tra gli aderenti al PD, i cittadini e le Istituzioni nelle quali operano.
Articolo 11
Le scale territoriali della partecipazione
Ogni iniziativa di scambio partecipativo (informazione, consultazione, elezione primaria ecc) necessita di stabilire, come preambolo, a quale livello territoriale vada riportato/costruito l’interesse generale.
Le scale per definire i livelli territoriali del processo partecipativo sono:
il quartiere;
la municipalità;
il comune;
la provincia;
la regione;
la nazione;
l’Unione Europea.
L’organizzazione della partecipazione deve essere effettuata a tutti i livelli elencati, al fine di assicurare che tutti i protagonisti interessati al processo decisionale siano coinvolti e messi in condizione di rappresentare la diversità delle opinioni sui temi considerati.
La partecipazione, sviluppata ad ogni livello, deve in particolare permettere di rafforzare il consenso politico al PD in un quadro di sviluppo della solidarietà territoriale e di consolidamento della coesione sociale.





Terza parte

Gli orientamenti e gli impegni
Articolo 12
Campi di applicazione della Carta
In risposta alle attese espresse dai cittadini, dagli aderenti al PD la presente Carta ha per oggetto la precisazione degli orientamenti, degli impegni e delle modalità che il PD intende praticare al fine di promuovere la più ampia partecipazione nei suoi principali campi d’azione politica:
le prospettive, le strategie e le politiche nazionali;
le politiche e le iniziative per l’amministrazione e per lo sviluppo locale;
le politiche e le azioni organizzative e di gestione del PD.
Per creare le condizioni necessarie allo sviluppo della partecipazione in questi diversi ambiti di competenza, ogni livello del PD deve, contemporaneamente:
promuovere le condizioni per un’ampia partecipazione di base sviluppando un’azione globale e continua di informazione, di formazione e di sviluppo delle capacità espressive d’intervento politico degli aderenti e dei cittadini (cfr. artt. 13 – 18);
organizzare e gestire, quando ritenuto necessario, processi di partecipazione approfondita (cfr. artt. 19 - 21).
Articolo 13
Gli orientamenti sull’informazione, la formazione e l’incoraggiamento all’espressione
La partecipazione alla formazione e alla realizzazione delle decisioni politiche è condizionata dalla comprensione che i protagonisti del processo partecipativo hanno delle questioni trattate e dei soggetti in campo. Conviene dunque, prima di tutto, che il PD, ad ogni livello, assicuri la leggibilità e la trasparenza delle sue azioni facilitando l’accesso ad un’informazione completa.
E’ essenziale che ciascun individuo sappia dove e a quale livello del PD rivolgersi per esprimere le proprie osservazioni e aspettative. L’Unità di Base/Casa della Partecipazione deve assicurare il primo livello di questa informazione e per questo deve essere messo in condizione di ricevere un flusso continuo d’informazioni generali o specifico su richiesta.
Sollecitare l’espressione e promuovere la partecipazione sono attività che devono essere ricercate tra tutte le categorie di popolazione. Ciò presuppone di prevedere metodi di partecipazione diversificati perché siano sempre più adattati ai diversi protagonisti e ai differenti temi e livelli.
Articolo 14
Gli impegni sull’informazione
Per rendere l’informazione più accessibile possono essere usati molti mezzi diversi. Oltre ai tradizionali sistemi appoggiati ai media, alla stampa e alla rete informatica, è necessario utilizzare strumenti d’informazione specifica sui temi da porre in discussione o al confronto, tra i quali:
riunioni svolte periodicamente e con continuità in tutti gli ambiti di partito, dirigente e non dirigente. Di norma ogni settimana, per quanto riguarda gli ambiti esecutivi, e ogni mese per quanto riguarda gli ambiti direttivi. Le assemblee degli aderenti e/o dei cittadini devono essere convocate almeno una volta ogni due mesi;
schede d’informazione, questionari, sondaggi messi a disposizione di ciascuno per chiedere chiarimenti o farsi ascoltare. Questi materiali specifici dovranno essere messi a disposizione dei cittadini anche nei luoghi maggiormente frequentati dalla popolazione;
mostre sulle principali questioni in discussione a livello locale e generale, iniziative e proposte del PD, ecc. organizzate in luoghi pubblici;
giornate "aperte del PD" promosse per permettere ai cittadini di discutere con gli eletti e gli aderenti al PD (cfr art. 2).
L’avviso, le date e gli O.d.G. di tutte le iniziative e riunioni devono essere rese pubbliche attraverso gli strumenti d’informazione ritenuti più idonei.
Le decisioni assunte al termine delle riunioni debbono essere contenute in un documento (verbale) che sarà messo a disposizione degli aderenti e dei cittadini, anche attraverso la sua affissione nella sede del PD interessata e la pubblicazione nel suo sito internet.
Articolo 15
Gli impegni per la formazione
Il PD costituirà, nei modi previsti dallo Statuto, luoghi di formazione alla partecipazione per permettere ad aderenti, cittadini, eletti, associazioni e gruppi impegnati nei processi partecipativi, d’acquisire una cultura comune sui soggetti sociali trattati, sulla struttura istituzionale della Repubblica e le sue differenti competenze, sulle stesse tecniche della partecipazione (es. la democrazia deliberativa, la gestione dei conflitti, la mediazione o le dinamiche delle assemblee pubbliche, etc.).
Questa attività formativa, il primo impulso e organizzazione della quale spetta al livello nazionale, ha l’obiettivo di fornire strumenti per la migliore comprensione e le conoscenze necessarie al dialogo con i diversi soggetti sociali.
Per gli eletti saranno organizzate apposite iniziative di informazione-formazione per permettere loro di gestire meglio gli aspetti giuridici e tecnici della partecipazione anche in ambito istituzionale.
Articolo 16
Gli impegni per l’incoraggiamento all’espressione
Il PD s’impegna ad andare in cerca di coloro che non si esprimono, se necessario attraverso iniziative specifiche rivolte a strati particolari della popolazione, ad esempio gli immigrati, per raccoglierne ed interpretarne le esigenze, ma sopratutto per immetterli nel proprio circuito partecipativo come premessa di una loro integrazione sociale e politica
Articolo 17
Gli orientamenti per la partecipazione alle scelte di politica nazionale
I soggetti che partecipano, di diritto e, di fatto, all’evoluzione delle scelte di politica nazionale del PD sono molti.
Ferme restando le specifiche competenze di ciascun organismo del PD, stabilite dallo Statuto, l’obiettivo dell’azione politica deve essere quello di permettere a tutti, aderenti, cittadini ed eletti, sia di comprendere il senso di questa evoluzione, sia di potervi partecipare concorrendo alla formazione delle decisioni nei rispettivi ambiti di competenza.
E’ importante creare, ad ogni livello, spazi permanenti di scambio e di dibattito al fine di sviluppare una visione, completa ed aperta, della politica nazionale che sia la più condivisa possibile.
La costruzione condivisa dell’interesse generale è necessaria perché ognuno possa orientare più efficacemente le sue azioni.
Articolo 18
Gli impegni per la partecipazione alle scelte di politica nazionale
La partecipazione degli aderenti, dei cittadini e degli eletti alle scelte di politica nazionale è assicurata dalle istanze permanenti del PD secondo un processo partecipativo orientato a:
Mettere in sintonia gli eletti al Parlamento col dibattito degli aderenti al PD e dei cittadini sui temi di politica nazionale, con l’obbiettivo di migliorare la comunicazione reciproca e realizzare una partecipazione più attiva al formarsi delle scelte appannaggio degli eletti.
Far assumere al dibattito sulla politica nazionale una vera e propria forma collaborativa, tra aderenti, cittadini ed eletti, sulle politiche settoriali per le quali il PD s’impegna a creare delle strutture permanenti nazionali di dialogo, aperte a rappresentanze di tutti protagonisti interessati ad ogni livello territoriale, che scelgano d’impegnarsi, o di accettare l’invito del PD a farlo.
Articolare i processi partecipativi a tutti i livelli. Lo sviluppo di questi processi e la moltiplicazione delle strutture in grado di sostenerli richiede una coerenza e un coordinamento maggiori che non nelle strutture politiche tradizionali. La Direzione nazionale del PD si farà garante della buona articolazione delle sue strutture e della migliore definizione delle loro missioni. Come pure si farà garante che a tutti i livelli di direzione territoriale del PD siano realizzate e attive analoghe strutture che assumeranno le forme indicate dagli statuti regionali. A tal fine la Direzione Nazionale del PD organizzerà in modo efficace l’informazione tra le strutture e produrrà ogni anno un documento di sintesi dei loro lavori.
Articolo 19
Gli orientamenti per dirigere i processi partecipativi approfonditi
A differenza della partecipazione di base un processo di partecipazione approfondita si attua per affrontare un tema puntuale e circoscritto. E’ compito del Comitato guida elaborare un documento di base nel quale siano chiaramente esplicitati:
- l’ambito della discussione nel quale sono individuati i punti fermi che non possono essere messi in discussione dal processo partecipativo e quelli sui quali è invece indispensabile dare un contributo;
- le fasi e i tempi nei quali si sviluppa il processo partecipativo.
Ogni fase è scandita da una riunione allargata a tutti gli aderenti e i cittadini che intendono partecipare al dibattito. Di norma le fasi (riunioni) sono quattro:
- informazione: il Comitato guida mette a disposizione di tutti le informazioni tecniche e politiche raccolte;
- approfondimento: tutti i partecipanti esprimono la loro analisi e opinione e pongono se necessario domande sulle questioni in campo;
- scenari: il Comitato guida offre una sintesi delle questioni emerse organizzandole in scenari sui quali i partecipanti esprimono le loro opinioni;
- conclusioni: il Comitato guida illustra il documento finale emerso dal dibattito e raccoglie le eventuali osservazioni.
Se ritenuto necessario è possibile arricchire il dibattito con la somministrazione di questionari, sondaggi, ecc. ai partecipanti.
Il tempo per tutte e quattro le fasi non deve superare i quattro mesi.
Articolo 20
La gestione dei processi partecipativi approfonditi
Ciascun "Comitato guida della partecipazione" (cfr art. 25) fissa, per l’area territoriale e i temi di sua competenza, le questioni da sottoporre a processo partecipativo approfondito tenendo conto non solo della natura della questione, ma anche del suo contesto, dei vincoli e delle specificità territoriali e sociali, nonché dei mezzi necessari (umani, materiali e finanziari) per la messa in opera del processo di partecipazione approfondito che devono essere definiti in anticipo, ciò al fine di reperire preventivamente le risorse necessarie al suo pieno svolgimento.
Per il migliore svolgimento del processo partecipativo approfondito ciascun Comitato guida della partecipazione garantisce:
- l’informazione necessaria perché tutti possano acquisire gli elementi di conoscenza necessari ad esprimere la propria opinione (documenti, mostre, incontri, ecc.);
- l’informazione sull’avanzamento del processo partecipativo e delle eventuali modificazioni delle sue modalità precedentemente decise, o delle modificazioni intervenute nella natura del tema oggetto dell’iniziativa;
- un apposito spazio fisico e/o informatico per poter pubblicare valutazioni sul merito del tema in discussione o sull’andamento del processo partecipativo in qualsiasi fase del suo sviluppo;
- che ciascuno sia messo in grado di far conoscere direttamente al Comitato guida della partecipazione le sue opinioni e i suoi suggerimenti sul tema in discussione e/o sull’andamento del processo partecipativo.
3. Nel corso dell’iniziativa di partecipazione approfondita, il Comitato guida ha cura di informare sistematicamente gli aderenti e i cittadini sul suo andamento, così come, ad iniziativa conclusa, di informare circa le decisioni prese spiegandone le motivazioni.
Il Comitato redige, a conclusione di ciascun processo, una sintesi del processo di partecipazione perché sia portata a conoscenza degli eletti, degli aderenti e dei cittadini per mettere in luce ciò che la partecipazione ha apportato alla formazione delle decisioni prese.
Articolo 21
Principi di sussidiarietà dei processi partecipativi approfonditi
Per i temi d’interesse prevalentemente locale è applicato il principio di sussidiarietà. Così, se e solamente se, per un tema di questo tipo un circolo di quartiere del PD, o la rappresentanza dell’unione dei circoli del PD di una singola località, esprime la volontà di condurre un processo partecipativo approfondito su un tema di rispettivo interesse, essi possono chiedere il sostegno della direzione federale metropolitana, o Provinciale, attraverso un rapporto diretto tra i rispettivi Comitati guida della partecipazione, per essere accompagnato nell’elaborazione e nella realizzazione dell’azione di partecipazione. In ogni caso, la direzione federale Metropolitana o Provinciale del PD resta responsabile della programmazione e della realizzazione delle procedure di partecipazione approfondita sui temi di sua competenza territoriale, quelli cioè che investono l’interesse di più di una Municipalità o di più di un Comune del suo territorio.
Lo stesso principio di sussidiarietà e di eventuale richiesta di cooperazione al livello di direzione superiore, si applica ai successivi livelli di direzione del PD.
Articolo 22
Gli orientamenti per un costante rapporto politico di prossimità
I cittadini sono corresponsabili e co-produttori della politica. Per questo essi debbono essere chiamati dal PD a partecipare alla sua elaborazione e alla migliore realizzazione di quanto elaborato. Essi debbono rendere note le loro aspettative alle Istituzioni perché le possano tenere in considerazione. Così i cittadini contribuiscono attivamente alla vita della loro comunità civica e del Paese.
E’ importante che le Istituzioni capiscano le critiche e possano, nel momento in cui sono sollecitate, essere in grado di rispondere, sia intervenendo direttamente, sia spiegando le difficoltà incontrate nel percorso di soluzione dei problemi.
Compito fondamentale del PD è non solo quello di essere promotore positivo di questo ruolo dei cittadini e di questo rapporto tra essi e le istituzioni, ma anche quello di modellare la sua organizzazione e la sua vita interna secondo questi principi e queste modalità di partecipazione, facendo dei propri aderenti e dei propri eletti gli attori e al tempo stesso i promotori della partecipazione nei confronti dei cittadini.
Articolo 23
Gli impegni per un costante rapporto politico di prossimità
Tenere in maggior conto le specificità del territorio e lavorare più vicino agli interlocutori locali. Il PD, ad ogni livello, si impegna a lavorare in più stretta collaborazione con i circoli territoriali e gli eletti, interlocutori diretti della popolazione, per adattare meglio le proposte politiche alle loro esigenze di lavoro e di vita. Le conferenze locali permetteranno agli aderenti e agli eletti locali del PD di definire meglio queste esigenze e di migliorarne la qualità dell’iniziativa politica quotidiana.
Migliorare l’ascolto delle domande quotidiane. Gli aderenti e gli eletti locali del PD, in contatto diretto con la popolazione, sono spesso interpellati dai cittadini a proposito delle azioni condotte. Sarà avviato un lavoro che consenta una migliore considerazione delle osservazioni fatte loro.
Assicurare una risposta sistematica alle domande. Ogni livello del PD deve rispondere alle sollecitazioni dei cittadini in modo sistematico. Questo impegno è continuo e organizzato con l’obiettivo di dare una risposta motivata alle domande anche nel caso in cui esse non possano essere soddisfatte.







Quarta parte

Strumenti, monitoraggio e valutazione
Articolo 24
Gli organismi di base del PD
Le Unità di Base del PD costituiscono il luogo privilegiato della partecipazione degli aderenti e dei cittadini alle scelte politiche che il partito deve via via affrontare.
Ciascuna Unità di Base garantisce la praticabilità della partecipazione di base e della partecipazione approfondita attraverso:
la trasmissione e la diffusione di tutte le informazioni utili alla vita politica degli iscritti e dei cittadini (documenti, ....);
la raccolta delle opinioni e delle proposte che, sui diversi aspetti della vita politica locale, nazionale e internazionale, emergono dal dibattito e dagli studi degli aderenti e dei cittadini che vogliano contribuire alla loro elaborazione;
la capacità di decidere le linee politiche nelle materie di sua competenza territoriale;
la trasmissione, nel rispetto della sussidiarietà, delle determinazioni elaborate al suo interno ai livelli superiori del PD e agli organismi amministrativi per quanto di loro competenza.
Articolo 25
Il Comitato guida della partecipazione
E’ istituito, ad ogni livello del PD, un Comitato guida della partecipazione, diretto dal Segretario politico di ciascun livello e composto da due membri dell’organo direttivo nominati al suo interno.
Il Comitato guida così composto è responsabile di attuare al meglio la partecipazione di base (cfr. art. 13 - 18) alla sua scala territoriale e di mantenere tutti i contatti della partecipazione agli altri livelli del partito (verso l’alto e verso il basso).
Il Comitato guida si fa anche carico della partecipazione approfondita (cfr. artt. 19 - 21) integrando la struttura con due eletti scelti dallo stesso Comitato di volta in volta in base alle loro competenze istituzionali nella materia per la quale si attiva il processo partecipativo approfondito.
Le missioni del Comitato giuda per la partecipazione sono, per le materie e gli ambiti territoriali di rispettiva competenza, le seguenti:
- determinare gli orientamenti in materia di democrazia partecipativa, il loro monitoraggio e la loro attualizzazione;
- guidare le azioni orientate a migliorare la leggibilità dell’azione pubblica;
- monitorare i gruppi di lavoro permanenti responsabili della partecipazione (cfr art. 26)
- scegliere le iniziative di partecipazione approfondita, gestire e monitorare il loro andamento, nonché valutare e comunicare il loro esito;
- diffondere la cultura della partecipazione destinata all’insieme degli aderenti, degli eletti e dei cittadini.




Articolo 26
Il monitoraggio e la valutazione
Sui differenti campi di applicazione della Carta ciascun Comitato guida della partecipazione si impegna a produrre annualmente i seguenti documenti:
repertorio delle iniziative di diffusione dell’informazione, formazione e incoraggiamento all’espressione;
repertorio dei documenti diffusi e il bilancio delle azioni partecipative, ordinarie e approfondite, che sono state realizzate;
un rapporto sintetico che presenti i lavori e le prospettive di ciascuna procedura partecipativa avviata o conclusa;
elenco dei temi e delle relative iniziative per i quali è stata ritenuto opportuno avviare una procedura di partecipazione approfondita;
rendiconto delle sollecitazioni relative all’applicazione della Carta;
un rendiconto annuale dei procedimenti di partecipazione in corso, il loro stato di avanzamento e i risultati ottenuti in termini di partecipazione degli aderenti, dei cittadini e degli eletti;
suggerimento di tutti i miglioramenti ritenuti necessari allo sviluppo della partecipazione e all’applicazione della Carta.
Ogni anno sarà organizzato, da ciascun Comitato guida della partecipazione, un rendiconto pubblico rivolto in particolare ai cittadini

fonte:www.costituentedemocratica.net
" Il primo compito del Partito Democratico deve essere quello di restituire credibilità alla politica". Rosy Bindi