martedì 12 ottobre 2010
DANGER! ORVIETO, STESSO DESTINO DELLA SICILIA ?
21 settembre 2010. Apprendo la notizia del ribaltone alla Siciliana, Il Riformista scrive: “Oggi pomeriggio nasce il Lombardo quater. Lo appoggia una maggioranza inedita che va dal Mpa guidato dallo stesso presidente siciliano agli uomini dell’Udc rimasti fedeli a Pier Ferdinando Casini, ai finiani, ai rutelliani, al Pd. All’opposizione gli uomini di Mannino e Cuffaro, quelli legati a Gianfranco Miccichè, i berlusconiani vicini ad Alfano e Schifani” e segue “Molti osservatori parlano della Sicilia come del laboratorio dell’Italia politica che sarà. Emanuele Macaluso ha spiegato al Corriere della sera che è sbagliato dar vita alla giunta Lombardo con gli occhi rivolti a Roma. È tuttavia difficile resistere a questa tentazione. Il modello siciliano non è esportabile, ma illumina bene uno degli scenari del futuro e aiuta a capire anche la profondità e gli sviluppi della crisi del berlusconismo…..”
25-26 settembre 2010. Sono a Milano Marittima al seminario organizzato da Rosy Bindi “ C’è un nuovo Ulivo nel futuro dell’Italia”, presente anche Bersani. Dalla staffetta degli interventi, di cui molti siciliani, ne scaturisce un’idea chiara di cosa s’intende per “nuovo Ulivo” condiviso anche dallo stesso Bersani. Il documento finale recita : …“Ulivo inteso come progetto e come soggetto portante di un nuovo centrosinistra organico e strategico. Un soggetto cui si propone aderiscano quelle forze politiche che hanno fatto una esplicita scelta di campo per il centrosinistra nel quadro di un bipolarismo da stabilizzare e non da revocare. Un soggetto dai confini aperti che, come si diceva un tempo, "esclude solo chi si esclude" da un patto impegnativo su un progetto di lunga lena chiaramente di centrosinistra e con comprovata cultura di governo. Un soggetto, il nuovo Ulivo, che esperisca l'ipotesi di un'eventuale alleanza di governo con forze centriste che tuttavia si considerano e sono distinte dal nucleo dell'Ulivo.
La situazione politica ed economica italiana precipita rapidamente, gli eventi travolgono qualsiasi tipo di progettazione sia in cantiere, è tutto fuori dal controllo, è il caos ! La società si ribella, il centro destra è al capo linea, nell’incapacità assoluta di governare.
Così anche per il comune di Orvieto, la crisi economica, i problemi di bilancio, l’assenza di un governo capace, investono la classe politica e purtroppo anche tutta la città. L’arte più esercitata è l’ “improvvisazione al potere”. L’assessore Barberani è stato dirompente, con un’uscita plateale è sembrato anticipare la linea politica del proprio sindaco, forse consigliato da qualche amico “navigato” oppure illuminato dal caso Sicilia, propone quale soluzione definitiva: il “ribaltone”.
E’ dal primo consiglio comunale di Orvieto che, con la scusa dell’ “anatra zoppa”, alcuni invitano a stare tutti insieme appassionatamente, centro destra più centro sinistra, il tutto, per “il bene della città”, altri si limitano a suggerire varie soluzioni politiche e gestionali, che possano essere largamente condivise, meglio se all’unanimità, atte alla soluzione del problemi, fino ad arrivare in questi giorni a reclamare il commissario, come se fosse il salvatore della Patria.
Ed allora io mi chiedo: ma quale è il “bene della città” ?
Non ho mai sopportato l’ambiguità, in questo caso l’ibrido consiglio comunale di Orvieto. Non capisco come un Sindaco possa governare una città senza l’approvazione ed il sostegno della maggioranza assoluta dei suoi consiglieri, senza il pieno consenso della collettività, certo la legge elettorale “burlona” lo consente, ma l’etica è tutt’altra cosa.
Un Sindaco da che cosa è spinto, con quali motivazioni è disposto a governare in queste condizioni di piena ed assoluta instabilità politica ed ancor peggio, con una situazione economica-finanziaria disastrata ? Resiste e si sacrifica, per “ il bene della città”? In più di un anno di sindacatura, non è riuscito a concretizzare niente che potesse aiutare o risolvere le cogenti questioni che attanagliano il presente e minano il futuro della città, quindi: perché non si dimette ?
E’ chiaro che il Sindaco ad oggi, non ha avuto nessuna intenzione di mollare, dalle ultime notizie si apprende che pur di rimanere è disposto anche al rimpasto di giunta, per fare cosa: per continuare ad agonizzare in consiglio comunale ? La sola giunta per governare non è sufficiente, a supporto occorre la maggioranza dei consiglieri e da un’analisi attenta i numeri in consiglio non cambiano, pur scompaginando e rimescolando la formazione politica, l’instabilità persisterebbe. Forse è la Caserma Piave la chiave di volta, per l’amministrazione e per i cittadini è il“ bene della città”, forse è stata la causa della perdita di Loriana Stella e dell’elezione di Concina e adesso è per lui la motivazione per reggere a tutti i costi. A queste supposizioni solo il futuro prossimo potrà rispondere.
Nei corridoi del palazzo comunale la tentazione del “ribaltone” aleggia, ma fuori, per le strade, nei luoghi di lavoro, la gente è frastornata, non crede che sia possibile che centro destra e centro sinistra possano, così, di punto in bianco governare insieme. Conosce la logica del potere e quindi non è meravigliata, ma rassegnata e sfiduciata e coltiva sempre più il sentimento dell’antipolitica.
Il “ bene della città” è una politica lungimirante, che elabora, progetta e concretizza, scevra da qualsiasi particolare interesse, esercitata da una classe dirigente politicamente coerente al mandato affidatogli dai propri elettori, nuova, fresca e dinamica, al passo coi tempi, che abbia il coraggio di scegliere e decidere anche sui così detti provvedimenti impopolari per difendere e curare l’interesse generale. Dopo un congruo lasso di tempo, si può dichiarare che l’attuale amministrazione di Orvieto ha dimostrato di non aver saputo ottemperare all’impegno assunto con i propri elettori, l’invocato “cambiamento”, “ la politica del buon governo” di fatto non si sono mai verificati, non gli resta altro che rimettere il proprio mandato.
Il prossimo consiglio comunale sarà decisivo. I consiglieri dovranno assumere come non mai delle responsabilità inedite, qualsiasi sia la loro la scelta, votare a favore o contro il bilancio consuntivo o chiedere le dimissioni del Sindaco, nelle loro mani ci sarà il destino della città. Le forze politiche, in particolare i partiti del centro sinistra, accompagneranno i loro esponenti in consiglio, auspico guidati dal buon senso, a mantenere una linea politica coerente con i loro statuti fondativi, con la loro storia e con i loro valori. Altro che “ribaltone” alla siciliana!
Orvieto lì, 12 ottobre 2010
Direzione regionale del PD
Silvia Fringuello
mercoledì 6 ottobre 2010
AGGIORNAMENTO DA L'UNITA' : "Appello per le primarie per i parlamentari in tutte le circoscrizioni"
Non sono una costante lettrice dell'Unità, anzi.......ma seguo sempre chi difende la nostra democrazia e quindi pubblico e vi invito ad aderire. A presto. Silvia
Caro lettore dell'Unità,
a un mese dal lancio dell’appello per le primarie nelle circoscrizioni, che anche tu hai firmato sul nostro sito www.unita.it, abbiamo pensato di fare un primo passo per cominciare a rendere operativa la nostra iniziativa. Un passo semplice. Consegneremo ai vertici del Partito Democratico la “lista ufficiale” dei primi diecimila firmatari.
Un lunghissimo elenco di adesioni “registrate” e “certificate”, cioè giunte nel contenitore che abbiamo creato appositamente e che tanti di voi hanno utilizzato: nome, cognome, città di residenza e indirizzo e-mail.
Quest’ultimo dato, naturalmente, non sarà reso pubblico, ma è lo strumento che garantisce l’autenticità delle adesioni: provengono da cittadini veri che hanno avanzato una richiesta e pretendono una risposta.
Cittadini ed elettori che non hanno voluto limitarsi a dire un generico “sì” ma intendono mantenere alta l’attenzione su uno strumento di democrazia che diventerà fondamentale se, come purtroppo molti segnali fanno temere, si andrà a votare col sistema elettorale vigente, il cosiddetto “porcellum”.
Questo appello, insomma, si differenzia da altri appelli su svariate tematiche che periodicamente vengono lanciati nei siti internet, compreso il nostro: non serve solo a registrare degli umori, a misurare col termometro delle adesioni la popolarità di un argomento. Certo, serve anche a questo (e i risultati ci hanno entusiasmato: siamo vicini alla cifra di 40.000 firme sommando quelle giunte al sito e alla nostra pagina su Facebook), ma vuole essere soprattutto un modo per dare voce, per “far contare”, ognuno di voi.
Le regole non basta formularle, bisogna applicarle. Non è sufficiente affermare un principio (è questa la funzione degli appelli “tradizionali”), ma è necessario vigilare per renderlo operante. E’ un lavoro collettivo di democrazia e per la democrazia. Un modo di mostrarsi davvero diversi mentre la maggioranza di governo è scatenata nella compravendita dei consensi. E’ un lavoro che richiede tempo, perseveranza e pazienza. E’ questa la ragione per cui abbiamo pensato di avviare questa iniziativa con largo anticipo, senza ancora conoscere la data delle elezioni.
Ed è sempre questa la ragione delle adesioni “firmate” e “certificate”. Voi che comparite in questa prima lista pubblicata sul nostro sito www.unita.it (e vi preghiamo di verificarla in modo da consentirci di correggere errori o ripetizioni e di segnalare tutto a unisciti@unita.it) siete le prime diecimila “sentinelle” delle primarie. E noi de l’Unità assumiamo nei vostri confronti l’impegno di tenervi informati in modo costante sull’andamento dell’iniziativa e anche a incontrarvi direttamente, nei prossimi mesi, nelle vostre città e nelle vostre regioni. Noi faremo sentire la vostra voce e voi farete sentire la vostra. E lo stesso impegno lo assumeremo con i successivi firmatari.
Proprio per sottolineare il carattere di continuità dell’iniziativa e del nostro impegno, la prossima settimana, non appena la lista delle prime diecimila “sentinelle” sarà stata da voi verificata e vagliata (la terremo sul sito per alcuni giorni), la pubblicheremo in un inserto speciale del giornale in edicola.
Un inserto da conservare con cura. Perché certificherà un ruolo che, per chi vorrà, potrà diventare un ruolo attivo. A ognuna delle “sentinelle” invieremo per mail, nei prossimi giorni, un modulo dove raccogliere e certificare altre firme e altre adesioni. Dobbiamo essere in tanti. Dobbiamo ritrovare l’entusiasmo e la voglia di lottare che accompagnarono la nascita del Partito democratico. Dobbiamo ritrovare l’orgoglio di essere i protagonisti del cambiamento.
l'Unità
Caro lettore dell'Unità,
a un mese dal lancio dell’appello per le primarie nelle circoscrizioni, che anche tu hai firmato sul nostro sito www.unita.it, abbiamo pensato di fare un primo passo per cominciare a rendere operativa la nostra iniziativa. Un passo semplice. Consegneremo ai vertici del Partito Democratico la “lista ufficiale” dei primi diecimila firmatari.
Un lunghissimo elenco di adesioni “registrate” e “certificate”, cioè giunte nel contenitore che abbiamo creato appositamente e che tanti di voi hanno utilizzato: nome, cognome, città di residenza e indirizzo e-mail.
Quest’ultimo dato, naturalmente, non sarà reso pubblico, ma è lo strumento che garantisce l’autenticità delle adesioni: provengono da cittadini veri che hanno avanzato una richiesta e pretendono una risposta.
Cittadini ed elettori che non hanno voluto limitarsi a dire un generico “sì” ma intendono mantenere alta l’attenzione su uno strumento di democrazia che diventerà fondamentale se, come purtroppo molti segnali fanno temere, si andrà a votare col sistema elettorale vigente, il cosiddetto “porcellum”.
Questo appello, insomma, si differenzia da altri appelli su svariate tematiche che periodicamente vengono lanciati nei siti internet, compreso il nostro: non serve solo a registrare degli umori, a misurare col termometro delle adesioni la popolarità di un argomento. Certo, serve anche a questo (e i risultati ci hanno entusiasmato: siamo vicini alla cifra di 40.000 firme sommando quelle giunte al sito e alla nostra pagina su Facebook), ma vuole essere soprattutto un modo per dare voce, per “far contare”, ognuno di voi.
Le regole non basta formularle, bisogna applicarle. Non è sufficiente affermare un principio (è questa la funzione degli appelli “tradizionali”), ma è necessario vigilare per renderlo operante. E’ un lavoro collettivo di democrazia e per la democrazia. Un modo di mostrarsi davvero diversi mentre la maggioranza di governo è scatenata nella compravendita dei consensi. E’ un lavoro che richiede tempo, perseveranza e pazienza. E’ questa la ragione per cui abbiamo pensato di avviare questa iniziativa con largo anticipo, senza ancora conoscere la data delle elezioni.
Ed è sempre questa la ragione delle adesioni “firmate” e “certificate”. Voi che comparite in questa prima lista pubblicata sul nostro sito www.unita.it (e vi preghiamo di verificarla in modo da consentirci di correggere errori o ripetizioni e di segnalare tutto a unisciti@unita.it) siete le prime diecimila “sentinelle” delle primarie. E noi de l’Unità assumiamo nei vostri confronti l’impegno di tenervi informati in modo costante sull’andamento dell’iniziativa e anche a incontrarvi direttamente, nei prossimi mesi, nelle vostre città e nelle vostre regioni. Noi faremo sentire la vostra voce e voi farete sentire la vostra. E lo stesso impegno lo assumeremo con i successivi firmatari.
Proprio per sottolineare il carattere di continuità dell’iniziativa e del nostro impegno, la prossima settimana, non appena la lista delle prime diecimila “sentinelle” sarà stata da voi verificata e vagliata (la terremo sul sito per alcuni giorni), la pubblicheremo in un inserto speciale del giornale in edicola.
Un inserto da conservare con cura. Perché certificherà un ruolo che, per chi vorrà, potrà diventare un ruolo attivo. A ognuna delle “sentinelle” invieremo per mail, nei prossimi giorni, un modulo dove raccogliere e certificare altre firme e altre adesioni. Dobbiamo essere in tanti. Dobbiamo ritrovare l’entusiasmo e la voglia di lottare che accompagnarono la nascita del Partito democratico. Dobbiamo ritrovare l’orgoglio di essere i protagonisti del cambiamento.
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