(15 giugno 2008) - fonte: Intervista alla trasmissione "In mezz'ora" su Rai3 - inserita il 15 giugno 2008 da Stratos58
L’Europa banco di prova della sintesi tra culture diverse del PD, la bocciatura netta dell’operato del nuovo governo su intercettazioni e Alitalia, la contrarietà alla convocazione di un nuovo congresso del PD e alle dimissioni di Romano Prodi da presidente del partito sono state al centro dell’intervista di Rosy Bindi con Lucia Annunziata per In Mezz'Ora ,su Rai Tre.
La collocazione internazionale del PD. "La pluralità che mi sta più a cuore è il rispetto delle culture; dobbiamo essere la sintesi delle nostre culture fondative e non il contrario come qualcuno sta cercando di fare riportandoci nelle rispettive case fondative”. Sulle intercettazioni no a bavagli. Il giro di vite sulle intercettazioni costituisce un "bavaglio per le indagini e non mi sembra questo ciò di cui ha bisogno il Paese". Anche le speciali garanzie previste nel provvedimento nel caso in cui si intercetti un prelato trovano contrarissima l'esponente del Pd perchè "sono un non rispetto della Costituzione. Sono assolutamente contraria a una norma che crei il benché minimo privilegio per qualunque esponente di qualunque religione". L'Annunziata ha ricordato alla Bindi che una simile norma era stata considerata, secondo i resoconti della stampa, anche dall'ex Guardasigilli, Clemente Mastella. "Se questa norma c'era e non me ne era accorta - ha replicata Bindi - chiedo scusa; meno male che non e' stata approvata". La vicepersidente della Camera ha poi ricordato come il governo Prodi aveva gestito la questione Alitalia "con grande trasparenza, mentre ora la vicenda della compagnia aerea è ripiombata in una opacità pericolosa per il futuro del Paese e dell'azienda". No al congresso e alle dimissioni di Prodi. "In momenti difficili certamente si può fare un congresso, ma ricordo soltanto che noi l'abbiamo fatto otto mesi fa e il nostro statuto richiede per farne un altro nuove primarie”. Per la Bindi è necessario che "chi muove critiche, possa farlo all'interno dell'ordinario svolgimento del partito e non necessariamente con strumenti straordinari come appunto il congresso. Sono preoccupata - ha aggiunto - dal fatto che qualcuno auspichi un congresso domani, passando da una acclamazione all'altra senza discutere". Quanto alle dimissioni di Prodi la Bindi dice di rispettare "la sua scelta personale, anche se mi dispiace. Il partito non può archiviare Prodi come uno qualunque, perchè non lo è: il PD esiste perchè 15 anni fa, nel '94-95 è iniziato il percorso dell'Ulivo e non so se ci sarebbe stato il partito senza Prodi e il percorso di questi anni con le sue luci ed ombre. L'assemblea deve respingere queste dimissioni. Respingere le dimissioni di Romano Prodi dalla presidenza del Pd è un fatto politico, non organizzativo e servirebbe a avviare un percorso nuovo per il Pd, a cominciare dall'analisi delle ragioni della sconfitta, dal bilancio sul governo dell'Unione e la sua alleanza con Prc". Riaprire con PRC?Se fanno esame di coscienza. Per la Bindi è possibile aprire a un confronto con Rifondazione Comunista e la sinistra sadicale solo a condizione di un "lungo esame di coscienza" da parte degli intelocutori:"Sarei disponibile a riaprire se loro stessi fossero disponibili a fare un lungo esame di coscienza di quello che è accaduto e sui motivi che li hanno ridotti così, ma vedo che c'è qualcuno - ha aggiunto - che pensa ancora che è ritirando fuori i simboli del Partito Comunista che si risolvono le questioni".
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